Ricordare genova, dieci anni dopo, a Pisa.

Intervento dell'avvocato Ezio Menzione dopo l'arresto di sabato sera

Utente: bobo pisa
14 / 7 / 2011

 Avvocati, medici, giornalisti si avvicinano a chi stava pestando e arrestando e chiedono i motivi di tale comportamento. La furia degli aggressori si rivolge contro chi pone la domanda e cerca di frapporsi al compimento dell'ingiustizia: sono giornalisti, medici, fotografi ed avvocati ad essere picchiati e in alcuni casi arrestati. Ma, si dice, Genova è passata, è roba vecchia.

Pisa, luglio 2011: c'è una festa alla Scuola Normale, alcuni giovani tentano di entrare come "portoghesi", vengono bloccati dalla vigilanza, che chiama i carabinieri i quali, prontamente intervenuti, procedono alle identificazioni. Interviene un normalista a chiedere ragione di tale comportamento alla squadra di CC: non c'è bisogno di forza pubblica per negare l'ingresso ai non invitati alla festa. I carabinieri aggrediscono il normalista che viene portato via sanguinante davanti agli occhi esterrefatti di tanti altri, normalisti e no.

Portato in caserma in condizioni pietose, forse viene picchiato ancora e gli viene negato di parlare con il suo avvocato. Per ore l'ambulanza, chiamata da chi aveva assistito ai fatti, non viene fatta passare. Quando, dopo 5 ore, finalmente gli operatori medici possono entrare, non possono fare altro che constatare le condizioni pietose in cui versa il giovane e portarlo al pronto soccorso: il referto è chiaro, picchiato dappertutto, ma soprattutto in faccia e in testa. Dopo, il carcere e poi la convalida dell'arresto e il processo, caricando le accuse al punto che non si può celebrare nemmeno la direttissima, occorre il collegio giudicante.

Pare che il giovane abbia dato un morso a un carabiniere mentre lo stavano fermando. Ne dubitiamo, ma anche se così fosse: è vietato rivoltarsi contro chi ti sta ingiustificatamente picchiando e arrestando? E se ti tengono fermo per le braccia, che cosa altro puoi usare se non la bocca?

Caserma dei CC di Pisa, non caserma dei CC di S. Giuliano a Genova.

Genova non ha insegnato proprio nulla. Nemmeno le sentenze che pure hanno condannato gli agenti che avevano fermato i dimostranti senza ragione. E neppure quelle che avevano condannato chi aveva infierito contro i dimostranti inermi (vi ricordate la foto di Canterini?) o addirittura già fermati o arrestati.

Speriamo che il giovane, dal punto di vista clinico, se la cavi. Ma è così che ci si trova davanti ai casi Cucchi.

A margine di questa "piccola macelleria messicana" ci hanno colpito le prese di posizione del Direttore della Normale e del sindaco di Pisa.

Il Direttore della Normale, neodesignato Prof. Fabio Beltram cerca solo di tenere fuori la Normale con una ridicola affermazione: "Se un normalista va in Giappone e viene investito dallo tsunami, la Normale non c'entra", dimenticando che tutto si è svolto sulla scalinata del palazzo della Carovana, in casa sua, praticamente. Si rimpiange l'antica tradizione della Normale di Gentile, che sarà stato anche fascista, ma quando c'era da difendere "i suoi ragazzi" dalle sopraffazioni dell'OVRA non ebbe mai esitazioni. Sarà stato anche, in gran parte, un riflesso corporativo dell'insigne istituzione, ma l'attuale direttore deve stimare ben poco l'istituzione e i suoi allievi se ciò che accade a loro in casa sua lo considera fatto altrui.

Peggio ancora il sindaco Filippeschi che dichiara testualmente: "Non si possono subire prepotenze e non devono esistere zone franche dove non si rispetti il lavoro delle forze dell'ordine e non si tutelino regole fondamentali di convivenza garantite come diritto per tutti i cittadini dalle leggi e dai regolamenti comunali". Le prepotenze, signor sindaco, di chi sono state: del normalista che ha cercato di chiedere spiegazioni o dei carabinieri che lo hanno pestato a sangue? Ma Filippeschi evidentemente è così obnubilato dalla "questione Piazza dei Cavalieri" da non sapere più distinguere di chi sia la responsabilità e per che cosa. Ripulire la piazza da chi la sera vi si ritrova per bere e fare un po' di musica sembra essere il problema centrale di questa amministrazione comunale e per farlo va bene la militarizzazione dello spazio vasariano, senza troppo distinguere se in questo caso i CC hanno aggredito giovani schiamazzanti o un normalista che chiedeva spiegazioni. Non andrebbe bene nemmeno il primo caso, ma il secondo no di sicuro. Fosse per il nostro sindaco, si capisce, a Piazza dei Cavalieri ci metterebbe le cancellate e i tornelli. E invece proprio la degenerazione che questo caso drammaticamente mostra, dovrebbe indurre a ripensare e ridiscutere l'intera questione del vivere nella quiete ma anche nella vivacità durante la notte e durante il giorno.

Avv. Ezio Menzione