Riforma della pubblica amministrazione. Sciopero.

l’Adl Cobas a Padova ha attraversato lo sciopero indetto da USB in opposizione alla contro riforma della pubblica amministrazione.

19 / 6 / 2014

Oggi, 19 giugno, l’Adl Cobas a Padova ha attraversato lo sciopero indetto da USB in opposizione alla contro riforma della pubblica amministrazione cercando di porre degli elementi di critica e di proposizione. Non era uno sciopero facile, con Renzi uscito dalle urne col vento in poppa e gli Italiani con 80 € al mese in più in mano, quasi tutte le ragioni di contrapposizione rischiavano di suonare come una stonatura dentro lo spartito del cambiamento del paese, di schiantarsi contro il muro della retorica del fare presto “i compiti a casa”, per potersi presentare all’appuntamento del semestre di presidenza del Consiglio dell’Unione Europea con il colpo in canna. Eppure, se si entra nel merito, di motivi non ne mancano, anzi se si volge lo sguarda al recente passato, si scopre che, in realtà, neppure il segno è cambiato rispetto alle riforme, apparentemente, epocali di Brunetta.

La critica riguarda gli elementi certi : l’attacco feroce ai 3.500.000 di dipendenti pubblici per i quali non è previsto il rinnovo della parte economica dei contratti (infatti il DEF ha stanziato fino al 2018 solo fondi atti a coprire l’indennità di vacanza contrattuale, circa 10€ mensili, e null’altro); la mobilità coatta imposta, immediatamente, a partire dal 1 agosto, ossia il Dirigente di una unità produttiva può imporre senza dover dare nessuna giustificazione spostamenti ai propri dipendenti, all’interno dei 50 km (attraverso una deroga all’articoo 2103 c.c., valida solo per il Pubblico Impiego); l’attacco alle agibilità in primo luogo delle rsu, ossia dei delegati eletti dai lavoratori, che si troveranno sempre a partire dal 1 agosto dimezzato il già esiguo monte ore di permessi sindacali. Quest’ultimo punto rappresenta un vero e proprio colpo al cuore della possibilità di praticare democrazia nei posti di lavoro. Un colpo inferto alla possibilità di auto-organizzazione dei lavoratori, prima ancora che alle centrali sindacali, a partire da quelle confederali (CGIL,CISL,UIL).

La forma: per noi attraversare lo sciopero non ha significato usare esclusivamente la forma dello sciopero ma assumere un concetto più ampio, quello di rompere il normale svolgimento del lavoro per veicolare la sostanza della protesta, sia affiggendo in più posti di lavoro striscioni contro il blocco contrattuale, sia in un comparto del Pubblico Impiego qual è l’Agenzia delle Entrate, tramite l’indizione da parte della rsu di un’assemblea nella forma del sit-in aperto alle contaminazioni dell’utenza ma anche alla partecipazione di altri dipendenti pubblici.

E proprio da questa partecipata assemblea, è partita la proposta di trasformare in cosa concreta, misurabile nel territorio, l’enunciato del Governo Renzi della semplificazione tributaria, a partire dal modello di dichiarazione dei redditi ( il 730) precompilato. Si è parlato infatti di tempi di attesa dell’utenza interminabili, di modalità di interfaccia con l’utenza organizzata in maniera sinergica tra i quattro front-office della stessa Agenzia delle Entrate di Padova. Si è dunque parlato di come produrre conflitto per dare un segno alla “Riforma della Pubblica Amministrazione”che parta dal basso, dai territori, da Ufficio per Ufficio, dal confronto con chi ci lavora e con l’utenza.

Ci siamo trovati in sintonia con l’immaginario proposto dall’articolo di Guido Viale apparso sul quotidiano “Il Manifesto ” del 18 giugno dal titolo “La riforma della P.A. Apriamo gli Uffici per discuterne” in cui si parla appunto di come intersecare la partecipazione democratica alla sfida lanciata dalla necessita di efficientamento dei servizi pubblici e al conflitto. L’indagine, il confronto, la mobilitazione sul divenire della Controriforma della Pubblica Amministrazione deve fuoriuscire dagli angusti spazi sindacali, la posta in gioco è troppo alta per tutti!

Padova, 19/06/2016 ADL Cobas Pubblico Impiego