Rimini - Basta briciole e finti blocchi degli sfratti. Diritto alla casa e alla città!

2 / 1 / 2014

852 gli sfratti nella Provincia di Rimini stimati ad agosto '13, gran parte dei quali per morosità ed eseguiti con l'intervento della forza pubblica. Con il 27% in più rispetto al 2012 - una famiglia riminese ogni 43 sfrattata e lasciata in strada - la capitale del turismo di massa rivela l'altra faccia della medaglia: maglia nera in Regione e al quarto posto in Italia, dove precede persino Roma (dati Nomisma).

Sono 2300, tra singoli e famiglie, le persone che hanno fatto domanda, nella nostra Provincia, per un alloggio popolare. 24 le assegnazioni dall'inizio dell'anno al maggio scorso e prospettive poco rosee, stando ai pochi alloggi in via di consegna da parte di Acer (135 nel 2013, 63 nel 2014 e appena 27 nel 2015).

Una situazione drammatica, che ritrae quella nazionale dove gli sfratti sono oltre 65.000 all'anno, 56.000 dei quali per morosità incolpevole. Il testo di proroga degli sfratti approvato dal Governo e dal ministro Lupi all'interno del decreto Milleproroghe non solo non contiene alcun riferimento per salvaguardare chi è sotto sfratto per morosità (ovvero il 90% dei procedimenti in corso), ma addirittura fissa un’aggiustatina al ribasso del tetto di reddito al di sotto del quale rientra l’efficacia del provvedimento. Si passa infatti dai 27mila euro previsti dalla legge del 2007 (sempre briciole, intendiamoci) agli attuali 21mila mentre si continuano a spendere migliaia di euro in grandi opere. I soldi ci sono ma lo Stato preferisce fare altri investimenti.

Un atteggiamento miope che si ripropone anche a livello locale dove le Istituzioni hanno provato a dare risposta al tema dell'emergenza casa con la formulazione del Protocollo di intesa tra Tribunale, Prefettura, Provincia, Comuni, istituti di credito, sindacati confederali e associazioni della proprietà recante misure straordinarie di intervento per la riduzione del disagio abitativo, ennesima dimostrazione della volontà di tutelare gli interessi di pochi, salvaguardando operazioni di rendita e speculazioni immobiliari e continuando a riprodurre un modello in cui a pagare sono sempre le fasce sociali più deboli.

C'è da vergognarsi profondamente nel presentare come soluzioni a chi non riesce più a pagare l'affitto la riduzione del 10% della morosità complessiva o il rivolgersi agli istituti di credito per saldare la restante parte (giusto per dare un'accelerata all'iter di pignoramento); soluzioni ipocrite in cui la condizione lavorativa e il possesso del permesso di soggiorno sono ancora elementi discriminanti per l'accesso ai diritti, tra cui dovrebbe rientrare anche la casa. Tutto ciò significa continuare senza pudore a prendere in giro migliaia di persone se pensiamo che nel solo territorio riminese sono circa 16.000 le abitazioni sfitte senza calcolare strutture abbandonate e inutilizzate come gli alberghi od i numerosi immobili di proprietà di enti locali, fondazioni private, istituzioni religiose e militari.

Blocco degli sfratti, moratoria dei distacchi delle utenze (luce, acqua, gas) per tutte quelle persone che a causa delle politiche di austerità, della perdita del posto di lavoro e di un salario garantito non riescono a pagarle. Riutilizzo e recupero dei tanti edifici abbandonanti ed inutilizzati – ripensandone la loro sostenibilità anche da un punto di vista energetico – in cui la somma del pagamento dell'affitto non sottragga una parte pari al 50-60% del salario mensile come invece avviene attualmente.

Casa, reddito e diritti per tutti è quello che ci auguriamo per il 2014, con la consapevolezza però che solo cooperando e creando reti per costruire giorno dopo giorno un'alternativa reale e radicale a questo modello di cose, possiamo conquistarli e non con un benevolo augurio sotto il vischio. La settimana di mobilitazioni nazionali dislocata nei territori prevista dal 15 al 22 gennaio 2014 sarà un'altra tappa per reclamare nuove politiche abitative e riprendersi il diritto alla città. Ma anche per tornare a riempire con contenuti ed istanze quelle piazze che come abbiamo visto rischiano di portare sentimenti razzisti, reazionari e nazionalisti per determinare per un'uscita a destra dalla crisi.

Lunga vita a Casa Madiba, alle nuove occupazioni abitative che hanno scandito le ultime settimane del 2013 da Napoli a Padova ad Ancona e a tutte quelle che nasceranno nei prossimi mesi!

Casa Madiba Occupata - Lab. PazProject