Rimini - Casa Madiba: ponte tra scuola e nuovi diritti

Nota degli occupanti di Casa Madiba e degli attivisti del Lab.Paz Project

10 / 4 / 2014

Mentre a suon di Circolari ministeriali anche quest’anno con la primavera arriva "l’emergenza immigrazione", tradotto accoglienza miserevole e persone trattate come animali per essere poi scaricate in mezzo ad una strada e magari finire in qualche lager etnico su è giù per l’Europa, da Casa Madiba (un’occupazione abitativa avvenuta il 7 dicembre 2013 con alcuni migranti provenienti dall’ex piano Emergenza Nord Africa), arriva un’altro messaggio che parla di accoglienza degna, di mutualismo, cooperazione e cultura come strumento di emancipazione e liberazione.

Dopo la partecipata e stimolante assemblea di ieri sera sul diritto all’abitare, promossa come tappa di avvicinamento alla scadenza romana del 12 aprile, questa mattina Casa Madiba ha accolto e ospitato 27 ragazze e ragazzi della 2°C del liceo delle scienze umane M. Valgimigli, accompagnati dalla loro insegnante, la Prof.ssa di pedagogia e psicologia Maria Antonella Colangelo.  Il motivo dell’uscita scolastica e dell’incontro era un progetto incentrato sulla tematica della libertà e della pace che l’insegnante ha voluto declinare all’interno di un’esperienza cittadina reale di costruzione di nuovi diritti.

La mattinata si è suddivisa in due momenti: il primo ha visto la presentazione dello spazio occupato e dei vari progetti che si svolgono all’interno: dai laboratori di approfondimento e autoformazione tra cui la scuola di italiano Madiba, all’esperienza del laboratorio di recupero e riutilizzo A.P.E (Autorecupero_Partecipazione_Ecosostenibilità),  alla creazione di momenti di autofinanziamento e socialità come l’aperitivo Madiba.

Con le studentesse e gli studenti è stata condiviso il motivo per cui è nata Casa Madiba, partendo dalla necessità di sottrarre spazi al degrado e all’abbandono per rispondere a bisogni materiali come quello della casa ma anche per creare spazi comuni di sperimentazione e costruzione di nuovi diritti, relazioni, cultura e cittadinanza.  

La progettualità di Casa Madiba ha affascinato la classe per diversi motivi tra cui, in particolare, la pratica dell’autogestione degli spazi e la risposta concreta posta in essere rispetto alla tematica dell’emergenza abitativa,  entrambe accolte dai ragazzi con entusiasmo e complicità.

La seconda metà della mattinata ha visto protagonisti gli abitanti della casa, che hanno raccontato la loro esperienza a partire dal viaggio che li ha portati dalla loro terra di origine fino a Casa Madiba, spiegando le esperienze di guerra e repressione che hanno affrontato sia in Africa che in Italia, riguardanti anche il fallimentare progetto dell’Emergenza Nord Africa il quale non ha saputo rispondere a nessuna delle esigenze reali che queste soggettività hanno espresso. Gli abitanti della casa sono riusciti a trasmettere la necessità di costruire insieme alla cittadinanza le progettualità di Casa Madiba e di ampliarle a partire dai bisogni e dalle competenze che ognuno ha. Gli  studenti hanno potuto apprezzare come l’occupazione di Casa Madiba non abbia tolto nulla a nessuno, ma anzi abbia restituito ricchezza alla città, sottoforma di produzione di welfare, nuovi diritti, cultura. E' stata anche l'occasione per citare, durante la discussione, l'esperienza di costruzione della Carta di Lampedusa come strumento/patto costituente fra tanti intorno al nodo della rottura del confine e per la piena promozione dei diritti di cittadinanza e di un'accoglienza degna.

La classe e l’insegnante si sono infine impegnati a sostenere Casa Madiba con materiali scolastici e partecipando attivamente ai progetti.

Il racconto della mattinata con Alice di Scuola Madiba