Rimini - Conferenza stampa di aggiornamento sulla Campagna FacciAMOci spazio

8 / 8 / 2013

Questa mattina si è tenuta sotto il Municipio di Rimini una conferenza stampa promossa dagli attivisti e attiviste del Lab.Paz Project.

Con la campagna cittadina FacciAMOci spazio si torna a rivendicare l'utilizzo di luoghi inutilizzati da sottrarre al degrado per restituirli alla collettività affinchè possano divenire importanti strumenti per costruire un'alternativa reale all'attuale modello di società.

La cronaca delle ultime settimane, non solo nel contesto locale, rimette al centro la necessità che i tanti spazi abbandonati e lasciati all'incuria vengano riutilizzati e riqualificati attraverso progettualità sociali e culturali che nascano dal basso. Il tragico episodio avvenuto a Bari lo scorso lunedì, in cui un bambino di dieci anni ha perso la vita giocando all'interno di uno di questi è li a ricordarcelo.

Durante la conferenza stampa è stato reso pubblico anche l'appello a sostegno della Campagna FacciAMOci spazio - che pubblichiamo di seguito - a cui hanno aderito nomi importanti del mondo artistico, culturale e di promozione sociale riminese. Appello che intende sollecitare l'amministrazione comunale rispetto all'assegnazione di uno spazio come riconoscimento del valore rappresentato dall'esperienza ormai decennale del Lab.PazProject. 

Appello di sostegno alla Campagna cittadina FacciAMOci spazio

Sono ormai dieci anni che il collettivo Lab. Paz Project costruisce ogni giorno percorsi che guardano alla rivendicazione di diritti e dignità per tutti, reclamando il riutilizzo di spazi abbandonati per scopi sociali e aggregativi.

Una progettualità che è continuata negli anni in modo autonomo ed indipendente attraverso innumerevoli progetti: con gli sportelli informativi rivolti ai lavoratori e alle lavoratrici stagionali e alla cittadinanza migrante; con l'organizzazione di incontri ed eventi pubblici per la promozione di una cultura libera ed indipendente; nei percorsi che guardano alla salvaguardia dell'ambiente e dei cittadini che abitano quei territori; nella creazione di servizi di welfare dal basso; nel riprendersi spazi di libertà e socialità altra, fruibili dalla cittadinanza, riempendoli di contenuti, relazioni e passioni; nella battaglia per uno sport che sia accessibile a tutti, popolare e sano.

Numerosi sono in città gli spazi che versano in uno stato di abbandono ed incuria. Alcuni sono spazi pubblici, beni appartenenti all'intera cittadinanza, altri privati, come ex fabbriche o ex aree produttive attraversate dalla crisi, tutti tristemente accomunati dall'inutilizzo, che si perpetua in alcuni casi da tantissimo tempo. Luoghi lasciati a se stessi, privati di ogni funzionalità e progetto, che potrebbero tornare a vivere, anche dal punto di vista produttivo, se fossero restituiti all'intera collettività mediante progettualità sociali e culturali non solo di aggregazione/relazione ma anche di servizi a bassa soglia.

L'importanza di avere dei laboratori sociali territoriali in cui provare a costruire un'alternativa concreta e reale, attraverso gli strumenti della cooperazione dal basso, della creazione di reti e network indipendenti, della fusione e dello scambio di competenze e professionalità, capaci di promuovere pratiche virtuose di autogoverno e partecipazione attiva, si configurerà sempre più come un elemento indispensabile per sottrarci ad un futuro incerto e dalle passioni tristi.

Rimini, negli ultimi anni, ha cercato di tracciare nuovi percorsi, di darsi un respiro europeo e globale sotto profili e aspetti differenti. Ancora altri passi ed innovazioni devono essere prodotte.

Uno potrebbe essere quello di riconoscere, finalmente dopo tanto tempo, il valore aggiunto di una realtà politica e sociale radicata in città, come il Lab.Paz Project, che ha sempre messo al primo posto l'amore per la sua comunità e la tensione a migliorare la città in cui vive.

L'assegnazione di uno spazio fisico al Paz crediamo sia uno di questi passi.

Gli spazi autogestiti sono una realtà, de facto, nella maggior parte delle città italiane ed europee. Rimini può davvero permettersi di rimanere indietro su questo nodo e rimanere un'anomalia rispetto ad altri territori, consegnando un'esperienza così importante alla retorica della legalità e nella morsa della repressione? Noi crediamo di no e chiediamo pertanto che sia fatto il possibile per aprire finalmente un percorso di riconoscimento di questa importante esperienza territoriale.

Rimini,

Roberto Paci Dalò - Cartografo (Member of the British Cartographic Society)

Leonardo Montecchi – Psichiatra, direttore scuola Bleger

Federico Chicchi – Docente Universitario

Mauro Bulgarelli - Chief Executive Officer Marano Solar srl

Massimo Spaggiari – Presidente Arci Rimini

Giovanni Ceccarelli – Coordinatore Casa della Pace/Istituto Scienze dell'Uomo

Maria Cristina Gattei – Presidente Volontarimini

Alfio Fiori – Direttore Cooperativa sociale Cento Fiori

Lucia Chiavari – Direttore artistico Velvet

Maura Chiulli – Responsabile nazionale cultura Arci Gay

Sara Paci – Comitato Riqualificare non Costruire

Massimo Roccaforte - Editore

Report fotografico conferenza stampa

servizio Altarimini dell'8 agosto 2013