Rimini - #FacciAMOciSpazio. Prima Giornata

6 / 4 / 2013

Diretta via Twitter della due giorni #facciamocispazio

Ieri si è svolta la prima giornata della due giorni lanciata dal Lab.Paz Project all'interno della Campagna FacciAMOci spazio!

Tantissime le persone che hanno attraversato lo Spazio Duomo, le mostre, l'installazione proattiva, e i due incontri principali.

Nel primo pomeriggio si è svolto infatti un interessante dibattito sulla necessità di costruire coalizioni sociali in Romagna capaci di lavorare su obiettivi specifici, visto anche lo svilupparsi di forme di governance che impattano proprio sulla macroarea romagnola. Trasporti pubblici, Ausl provinciali e servizi sociali, Gestione servizio idrico, sono solo alcuni degli aspetti che dovrebbero spingere le varie realtà a lavorare insieme per raggiungere importanti traguardi. 

Comitati territoriali di lotta contro la cementificazione, gruppi di acquisto solidali, sportelli antisfratto, spazi sociali, collettivi autorganizzati, Organizzazioni di lotta contro le mafie (Libera e GAP), sono tante le esperienze che sono intervenute arricchendo il dibattito.

Alle 18.30 ha preso poi avvio la seconda assemblea dedicata alle potenzialità dei centri sociali, soprattutto oggi dentro questo avanzamento delle politiche di austerità imposte da un capitale sempre più aggressivo e violento. Le tante realtà intervenute, da Casa Bettola Reggio E. a Ztl Treviso, Arvultura Senigallia, Labas Bologna, Ex Colorificio Pisa, Bruno di Trento, hanno messo in luce le peculiarità che caratterizzano i vari spazi, con progettualità nate proprio a partire dalla specificità che caratterizza i luoghi e le città in cui "abitano" queste esperienze. 

Nicola dello Spazio sociale Arvultura, ha portato particolari ed importanti punti di analisi: gli spazi sociali sono esperienze uniche e irripetibili, o meglio irriproducibili come modelli. I centri sociali raccontano con le loro azioni le città che abitano, i territori che vivono, così come le problematiche sulle quali agire per modificare dal basso, con la pratica del comune lo stato di cose presenti. 

Federica del Lab.Paz Project ha insistito sulla necessità che a Rimini vada ripensata la conquista di uno spazio attraverso forme innovative di conflitto, capaci non solo di creare consenso ma di permettere da subito una loro condivisione.  In conclusione ha rilanciato su una prossima iniziativa pubblica, una TAZ, in uno dei tanti luoghi abbandonati dalla città.

Introduzione primo incontro: Romagna dal basso.

Una road map delle  esperienze territoriali a confronto

Lorenzo Amati Lab.paz project

Ciao a tutti e a tutte, con questo incontro abbiamo cercato di creare un momento di confronto e interazione. Entrambi sono pratiche che hanno bisogno, a nostro avviso, di essere precedute dal “conoscersi” e fare esperienza l’uno dell’altro. E per questo oggi siamo qui per poterci conoscere come realtà autorganizzate, comitati, collettivi e spazi sociali, ognuno con le sue pratiche scelte ed articolate in rapporto con il territorio che viviamo e attraversiamo, ognuno con le sue peculiarità distintive come la composizione dei collettivi, gli obbiettivi perseguiti e le maniere per perseguirli e le strade percorse per definirsi e costruirsi; ma accumunati dal fatto di essere esperienze sorte dal basso e dal basso continuano a lottare. Apparentemente quello che ogni soggettività qui presente fa, sembra essere alimentato dall’amore per i propri territori e dall’importanza data ad ogni persona che questi territori attraversano, cercando di lottare per la dignità e i diritti che ci spettano così come per costruire un modello di vita differente da quello capitalista.

Spesso questo ci porta a scegliere di praticare il conflitto, la rottura con l'ordine costituito, in tanti modi diversi ma comunque comuni e animati dagli stessi intenti.

Le politiche di Austerity nate come risposta a questa concatenazione di crisi che sta investendo soprattutto l'Europa - politiche funzionali a difendere il capitale finanziario e l'1% della popolazione mondiale che detiene la ricchezza - stanno devastando le nostre vite, le nostre città, il nostro ambiente. Questo fa si che la crisi sia un fenomeno strutturale, così come la shock economy strumento funzionale a questo processo di impeverimento globale e di controllo totale sulle nostre esistenze. Ma questo è anche un potenziale TEMPO DI RIVOLUZIONE SOLO se avremo la capacità di cogliere la crisi della delega e della rappresentanza, così come gli esiti elettorali nel nostro paese, in termini nuovi. Un tempo di rivoluzione se saremo capaci di cooperare dentro COALIZIONI DI SCOPO O COALIZIONI SOCIALI, animate dalla forza e dalla passione costante di cercare il comune nelle pratiche, negli obiettivi anche di volta specifici per il bene di tutta la collettività.

Quello che ci ha spinto all’incontro di oggi con diverse realtà della Romagna sono fondamentalmente due ragioni:

1) Una riflessione molto approfondita ci ha portato a ripensare l’azione sul territorio nell'ultimo decennio, in cui si è manifestata la tendenza da parte dei collettivi, associazioni, comitati, spazi sociali etc… di chiudersi nell’auto-sufficenza destrutturando quella rete che in passato è stata la nostra forza. Se da un lato è aumentata sicuramente la coscienza delle singole soggettività e le lotte che si sono date, queste però, spesso, si sono veicolate verso la ricerca dei simili più simili, oppure denigrando gli altri perchè ritenuti meno puri, meno radicali, diminuendo di fatto il potenziale del comune, dell’insieme, della molteplicità. Noi stessi come Paz abbiamo ripensato il nostro modo di relazionarci con la comunità locale, consapevoli che non è il consenso che cerchiamo ma la CONDIVISIONE. Una comunità locale che spesso ci ha stigmatizzato o isolato. Abbiamo pertanto cercanto di aprirci ancora di più comprendendo il bisogno di parlare non solo ai noi stessi ma a tanti e tante, perchè il conflitto possa essere un terreno condiviso e costruttivo e non un martirio a qui siamo vocati. Nel farlo abbiamo ricordato gli esiti positivi delle azioni partecipative di lotta contro l’inceneritore di Raibano che non ha portato alla chiusura dle termovalorizzatore ma all'approvazione di un nuovo piano rifiuti più consono alle richieste dei comitati, così come alla condivisione delle lotte dei dipendenti del Pastificio ex Ghigi, interventi nati all'interno di uno SPAZIO SOCIALE OCCUPATO, anche per queste ragioni. Negli ultimi anni, dopo lo sgombero della nostra struttura storica, abbiamo occupato stabili pubblici e privati in diverse occasioni, presentando progetti e inchiestando i luoghi chiusi dalla speculazione finanziaria e da imprenditori di dubbio spessore etico. Nonostante questo il riconoscimento della nostra realtà come soggettività politico territoriale è sempre stato negato dalle istituzioni locali con la responsabilità, purtroppo compiacente, di molte strutture della defunta sinistra partitica. Solo ultimamente sono stati riconosciuti alcuni percorsi nati dall'esperienza del Paz, come quello dell'Associaizone rumori sinistri che grazie ad una progettualità che mira all'autorganzzazione dei lavoratori stagionali, agli scioperi spontanei negli hotel, alle denunce e alle vertenze presso le procure locali ha portato, recentemente, all'approvazione di un odg in consiglio comunale insieme ad un nostro intervento all'interno dello stesso consiglio. Un intervento che aveva pari dignità di quello del prefetto, dei sindacati confederali, e delle altre autorità invitate dal sindaco.

2) La seconda ragione è perché pensiamo sia necessaria la costruzione di coalizioni sociali atte a dare una risposta comune alle politiche territoriali che stanno ridefinendo la nuova Governance nel territorio della Romagna. Sto pensando ad es. al settore dei trasporti pubblici già di fatto semi-privatizzato con la nascita della multi utility, quotata in borsa, START ROMAGNA; oppure alle politiche socio-sanitarie con l'accorpamento delle AUSL romagnole nell'Area Vasta. Aziende usl che si configurano sempre più come vere e proprie imprese interessate più ai profitti e ai risparmi sulla pelle delle persone che non alla costruzione di nuovi servizi pubblici di base per le comunità territoriali.

Pensiamo sia indispensabile consolidare queste coalizioni e questa rete con lo scopo di percorrere strade comuni per non essere costretti ad inseguire il potere nelle sue varie articolazioni, ma produrre da subito un'alternativa rispetto anche ad obiettivi specifici (sono dimostrazioni ed esemplificazioni le azione del coordinamento dei comitati dell ABC E.R.).

Per concludere crediamo che oggi questo incontro possa rappresentare una grande opportunità per cercare di costruire “coalizioni di scopo”, coalzioni intese come la “costruzione di spazi pubblici e politici capaci di tenere insieme realtà diverse intorno ad obbietti comuni”. Saranno sicuramente obbiettivi parziali e temporali ma che, se vissuti insieme, potranno fare della pratica del comune, una prassi rivoluzionaria.

Una proposta di pratica comune in cui il momento di rottura e quello di costruzione siano una cosa sola. Per queste ragioni vorremmo mantenere aperto lo spazio di discussione di oggi ed implementarlo condividendo gli obiettivi che di volta in volta possiamo incontrare nei singoli territori: la lotta contro gli sfratti, contro le organizzazioni fasciste o criminali, per l'ambiente e la difesa delle terra, la difesa dei diritti di cittadinanza contro i sopprusi subiti dai migranti, la conquista di nuovi spazi sociali ecc...

Noi ci siamo dati un obiettivo, dare una casa al PAZ e riconquistare uno spazio sociale in città. Abbiamo deciso di farlo attarverso un percorso a tappe, speriamo di poterne fare qualcuna insieme.

Rimini - FacciAMOci spazio. Al via la due giorni

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Rimini - FacciAMOci spazio. Aggiornamenti dalla due giorni

Romagna dal basso per una coalizione sociale fra territori. Introduzione di Lorenzo LabPaz Project