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Rimini - Guida per i/le lavoratori/trici stagionali contro precarietà e sfruttamento

15 / 7 / 2010

Questa pubblicazione nasce da un lavoro “sotterraneo”.
Un lavoro che si muove dal rifiuto dello sfruttamento non solo come modalità che caratterizza il lavoro stagionale dell’industria turistica romagnola, ma lo sfruttamento inteso anche come indifferenza, omertà, poteri forti, isolamento, tutti aspetti che circondano i tanti lavoratori e lavoratrici stagionali che mantengono in piedi questo modello economico “all inclusive”.
E’ un lavoro che nasce dal basso e che crea rete, mette insieme cioè sensibilità diverse, attraverso l’incontro di alcuni lavoratori stagionali italiani e romeni, dei volontari dell’Ass. Rumori Sinistri e degli attivisti del Laboratorio Sociale Paz che per primi hanno intuito – nell’estate del 2008 - la necessità di un intervento su questo tema.
Un intervento che necessitava di conoscere dapprima il fenomeno dello sfruttamento del lavoro stagionale, attraverso un’inchiesta condotta, esattamente, nell’estate del 2008 dagli attivisti del Laboratorio sociale Paz e poi, successivamente, la messa in rete e la realizzazione di servizi informativi di supporto ai lavoratori e alle lavoratrici stagionali, attraverso lo Sportello attivo dalla fine del maggio 2009 a Cesenatico durante i mercati serali e lo Sportello migranti che da tre anni e mezzo gestisce l’associazione Rumori sinistri a Rimini. Lavoro informativo e di servizio confluito in questa pubblicazione.
Da questo lavoro, semplice eppur complesso, è nata l’idea di concretizzare questo manualetto che sicuramente non è esaustivo, ma che rappresenta nel silenzio omertoso che accompagna lo schiavismo legalizzato l’idea, l’ipotesi di un intervento sociale e di sindacalismo autorganizzato in forme nuove, come nuove sono le soggettività che fanno parte di questa forma particolare di “lavoro”.

Nelle ipotesi iniziali, perché il sogno è quello che accompagna un’idea bella, c’è un po’ la riflessione che, seppur parziale, questo manualetto possa essere un valido strumento di promozione di nuove forme di organizzazione della forza lavoro stagionale, forme di organizzazione che possano autorappresentarsi in forme di sciopero diffuso e spontaneo e di rottura dei meccanismi che regolano lo sfruttamento stesso, anche attraverso la frammentazione delle relazioni fra gli stessi e le stesse lavoratrici stagionali, il ricatto e la subordinazione ai datori di lavoro e alle categorie che li rappresentano ma anche per la provenienza geografica e la nazionalità degli stessi lavoratori e delle stesse lavoratrici.

Per queste ragioni questa guida tiene conto anche del fatto che tantissime persone occupate nelle imprese turistiche romagnole sono cittadini comunitari provenienti dalla Romania e che, come erroneamente si pensa, il loro accettare stipendi minori degli italiani non è altro che l’effetto dello stesso ricatto di cui sono succubi gli stagionali italiani, ricatto rinforzato da  un ulteriore riduzione dei già labili ed inesistenti diritti proprio per la propria provenienza geografica. La stessa cosa accadeva, un decennio fa, con gli stagionali meridionali.
Per queste ragioni questa guida tiene conto anche del fatto che i lavoratori e le lavoratrici stagionali, restando nei territori in cui da anni vivono e lavorano, resistono alla crisi e all'estensione della condizione del precariato moderno che diviene forma di vita. Resistono in modo per dir così “elementare” (nell'estate 2009/10 si sono date le prime forme di presidio/sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici fuori dagli alberghi o la campagna del comitato schiavi in Riviera con i manifesti “Servono schiavi”), affermando il proprio diritto a restare contro condizioni, quelle imposte dal capitale finanziario e del settore turistico, che si fanno sempre più dure.
Una resistenza elementare, certamente, ma elementare è anche la resistenza del mondo intero contro la crisi economica, contro l'attacco alla libertà di movimento, alle migrazioni, alla violenza sul pianeta terra e alle sue risorse per conto di quello stesso capitale e di quella stessa logica di sottrazione della ricchezza comune a beneficio di pochi che tutti produciamo. Per la prima volta, però, si intravede una “politicità” di questa nuova forma di resistenza da parte dei lavoratori e lavoratrici stagionali, perché finalmente inizia ad esprimersi in forme pubbliche, attraverso scioperi e manifestazioni in strada, fuori dagli uffici sindacali o degli ispettorati, fuori dai meccanismi individuali delle singole vertenzialità.
Noi, ma non solo, dobbiamo avere la capacità di saper leggere nella materialità quotidiana dei comportamenti e delle pratiche degli sfruttati e delle sfruttate - anche in un settore così marginalmente esterno all'intervento politico/militante dell'associazionismo e dei movimenti come quello del lavoro stagionale - non solo le forme di adeguamento e contrattazione con l’esistente, con il capitale finanziario, ma anche e sopratutto la tensione a sottrarsi ai suoi diktat e a sabotarne le logiche.
È per questa ragione la guida che segue è particolarmente preziosa perché produce una conoscenza a favore degli sfruttati e delle sfruttate aiutandoli ad intravedere percorsi futuri e collettivi di rivendicazione dei propri diritti...
Una guida informativa… un sasso nell’acqua, certo. Ma un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso, ed è proprio a questo presente che ci piace pensare di non volersi arrendere.

Conferenza stampa di presentazione della "Guida per i lavoratori e lavoratrici stagionali"

guida informativa

Servizio Altarimini