Rimini - Mentre sfuma il sogno del Tecnopolo il degrado persiste. Eppure basterebbe poco.

Comunicato stampa del Comitato Riqualificare non Costruire

7 / 8 / 2013

Grandi progetti per riqualificare e convertire gli spazi abbandonati o dismessi della città. Rendering di mille colori, fotomontaggi, disegni e video ma nessuna risorsa economica utile alla realizzazione di ciò che rimane mera suggestione. E intanto le aree giacciono nel degrado e nell’immondizia.

La cronaca riminese riporta costantemente casi di luoghi dismessi vocati ad improvvisati e pericolosi giacigli per migranti e poveri. Per lo più in occasione di incidenti. Talvolta si parla addirittura di spazi adibiti a salotti con divani recuperati e pezzi di cucine raccolti dai bidoni.

Spesso si tratta di strutture interessanti ed ampie come l’ex macello. Recente è l’episodio del ragazzo ustionato mentre cucinava e la successiva retata della polizia con la segnalazione di una decina di persone trovate a vivere all’interno dello splendido edificio. Una sequenza che periodicamente si ripete da vent’anni. Nello stesso identico modo senza alcun risultato.

L’area è completamente recintata e chiusa al pubblico eppure lungo il perimetro molti sono i varchi creati nella rete affinché sia possibile entrare per chi si vuole nascondere. Perché il paradosso è proprio questo.

Le aree dismesse e abbandonate vengono alienate alla normale e piacevole fruizione della cittadinanza in quanto chiuse e lasciate al degrado ma contestualmente diventano attrattive per coloro che vogliono nascondersi e hanno necessità di un riparo o di un giaciglio per quanto indegno e degradato.

Accantonare i mirabolanti progetti e aprire semplicemente le zone al pubblico. Questa la semplice soluzione a basso costo

Non è rivoluzionario eppure risolverebbe il problema restituendo ai cittadini affascinanti spazi della città.

Nessuna ristrutturazione ma solo messa in sicurezza.

Nessuna colata di cemento semplicemente pulizia costante delle aree e loro riutilizzo.

Ovviamente qualche spicciolo dovrebbe esservi destinato ma si tratterebbe di cifre irrisorie probabilmente paragonabili al costo di manutenzione di qualche rotatoria della città. Ad esempio di quel giardino immenso facente funzione di rotatoria all’altezza del centro commerciale “Le Befane”.

Del resto la struttura architettonica dell’ex macello è apprezzabile ed interessante di per sè. Costruita negli anni ’30 è un pezzo di città da recuperare anche per lo splendido cortile interno. Spazio utile per mercatini, concerti, Dj set, incontri nella stagione estiva, che potrebbe in questo modo essere restituito alla collettività.

Anche perchè è ridicolo costruire nuovi marciapiedi, piste ciclabili, rotatorie INTORNO ad un relitto lasciato all’incuria, degrado e delinquenza (le retate restituiscono sistematicamente refurtiva).

Semplicemente APRIRE. 

Nell’attesa di reperire i milioni di euro per lo stratosferico progetto di tecnopolo e mentre la costruzione dell’ecomostro (27 appartamenti di edilizia pubblica) procede inesorabile con stimabili prezzi di affitto superiori a quelli del disastrato mercato attuale e nel nome della RIQUALIFICAZIONE DELL’EX MACELLO.

Il Comitato Riqualificare non Costruire si unisce pertanto alle sollecitazioni sorte nell’ambito della Campagna “FacciAMOci spazio”. Una campagna che nasce con l'obiettivo di rivendicare il riutilizzo e la riqualificazione dei tanti spazi che versano in uno stato di abbandono e degrado, spazi che possano tornare ad essere produttivi da un punto di vista sociale e culturale ma non solo.

La soluzione al degrado c'è e sarebbe, oltre che un importante passo in avanti, una grande opportunità per tutta la città. 

Comitato RIQUALIFICARE NON COSTRUIRE

Pagina Facebook Comitato Riqualificare non Costruire