Rimini - SE QUESTO E' GIORNALISMO PAOLO FACCIOTTO

Comunicato stampa in merito ad un vergognoso articolo uscito sulla Voce di Romagna al quale è seguita una pubblica smentita - dopo la nota del Paz - il giorno successivo.

5 / 2 / 2014

SE QUESTO E' GIORNALISMO PAOLO FACCIOTTO

In merito all'articolo pubblicato oggi (4 febbraio) dalla Voce di Romagna, firmato da Paolo Facciotto e dal titolo “Casa madiba solai a rischio e il Paz va a Roma per le droghe”, facciamo presente quanto segue.

Ci riserviamo di valutare, insieme ai nostri avvocati, di agire in sede legale per diffamazione contro Paolo Facciotto viste le falsità che ha riportato nell'articolo e ci domandiamo se il nuovo direttore del giornale, Stefano Andrini, che ha approvato la pubblicazione del testo abbia fatto le opportune verifiche su quanto scritto. Per questo invitiamo il direttore a visitare Casa Madiba per conoscere questa realtà e verificare di persona. Non ultimo chiediamo che sia pubblicata, nell'edizione di domani, una pubblica smentita rispetto alle falsità che sono riportate nell'articolo e che esplicitiamo di seguito:

  1. primo a Casa Madiba non c'è alcun problema strutturale dal momento che il Comune di Rimini ha già speso nei precedenti anni circa 30.000 euro per la messa in sicurezza dell'edificio (in base alle norme antisismiche). Sul tema delle utenze precisiamo che il Comune non paga nulla dal momento che nello stabile non c'è gas, ne corrente elettrica, ma per entrambi, luce e gas, essenziali per vivere con dignità, ci avvaliamo di un generatore e di bombole a gas che ricarichiamo grazie alle sottoscrizioni che raccogliamo attraverso le iniziative e l'autogestione di questo spazio. Spazio che ha risposto ad un bisogno, quello abitativo, senza togliere nulla a nessuna, semmai producendo nuovi diritti e restituendo, a costo zero per l'amministrazione comunale, un centro di accoglienza degna e slegata dal business che circonda le nuove povertà. Abbiamo, inoltre, indicato una strada per riqualificare un'area dismessa e recuperare immobili abbandonati proponendo un modello di autorecupero che risponde immediatamente ad un bisogno primario come quello della casa.

  2. Il Lab. Paz Project non scende a Roma per le droghe, ma per partecipare ad un'importante manifestazione, che si terrà dell'8 febbraio, manifestazione che si pone l'obiettivo di cancellare una legge, la Fini/Giovanardi, che ha prodotto: carcerazione di massa, suicidi, impennata del narcotraffico, cancellazione delle politiche e degli interventi di riduzione del danno, costi e spese enormi per lo Stato nella repressione di un fenomeno come quello del consumo e abuso di sostanze.

    Il Lab. Paz Project scende a Roma quindi perché riteniamo che il narcocapitalismo, economia illegale che produce enormi profitti a scapito della vita e del benessere della società tutta, vive e si alimenta proprio grazie alle politiche proibizioniste. Essere oggi anticapitalisti, ovvero esser contro quel sistema che ha prodotto crisi economica, sfruttamento e precarietà nel mondo del lavoro, insieme a inquinamento, devastazione ambientale e surriscaldamento climatico, è per noi essere anche antiproibizionisti. Per questo parteciperemo al corteo dell'8 febbraio a Roma dopo aver costruito un percorso pubblico con un'assemblea insieme ad esperti del tema che si terrà questa sera (martedì 4 febbraio) a Casa Madiba.

Diffamare con nomi e cognomi e scrivendo per altro falsità non ha nulla a che fare con la libertà di stampa, ma con un piano di stigmatizzazione e di denigrazione pubblica e sociale che ricorda più la gogna medievale che non la libera comunicazione. Gogna finalizzata a creare nemici pubblici e soprattutto a favorire la costruire di una società dove la disuguaglianza e l'odio verso i più deboli divengono pratiche politiche e di controllo sociale. Noi stiamo dall'altra parte, Paolo Facciotto, che ti piaccia o meno, non sono di certo le tue falsità e la tua ipocrisia a fermare un percorso di lotta che parla a tanti e a tante in questa città.

Lab. Paz Project- Rimini

La smentita pubblicata sul quotidiano "La Voce di Romagna" del 5 febbraio 2014

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