Risposta a Saviano da uno dei tanti che era a Roma

17 / 12 / 2010

Caro Saviano
Sono uno dei tanti che erano a Roma il 14 dicembre, non sono più studente essendomi laureato più di dieci anni fa. Ti posso anche dire che sono uno dei tanti fortunati che era in via del Corso e in Piazza del Popolo. Uno che insieme a molti ha cercato di arrivare davanti a Montecitorio, uno che ha esultato, insieme ai migliaia di manifestanti che erano in Piazza del Popolo, quando sono stati respinti i blindati delle Forze dell'Ordine.
No caro Saviano non erano "poche centinaia di idioti" e mi permetto di dirti che da parte tua c'è una mancanza di rispetto nel definire "idioti" quei ragazzi e ragazze.
"Chi ha lanciato un sasso ..... lo ha lanciato contri i movimenti...", no chi ha lanciato un sasso è un ragazzo o una ragazza che innerva questo nuovo movimento. Forse noi tutti dovremmo smetterla di parlare degli anni settanta alle nuove generazioni. La maggioranza di questi ragazzi non erano neanche nati negli anni settanta., dovremmo smetterla di ergersi da una cattedra e dirgli che non si fa cosi ma la cosa migliore è fare in un altro modo
"Bisognerà organizzarsi, allontanare i violenti" ma è possibile che ad ogni manifestazione che non si riduca ad una semplice sfilata dobbiamo sentire i soliti luoghi comuni...blocco nero, autonomi, .... quelli dei centri sociali (una volta per tutte nei centri sociali non ci sono gli extraterrestri, ci sono studenti, lavoratori precari e non, giovani ventenni e quarantenni, cittadini come tanti altri che agiscono nel territorio in cui vivono).

Nei cortei di questo ultimo mese non ho sentito "vecchi slogan", ho sentito e visto una generazione nuova che si affaccia alla vita sociale e politica, con parole d'ordine nuove che non hanno nulla a che vedere con gli  anni settanta ma neanche con quello che è stato il movimento no global.
Ho visto una nuova generazione che deve contare solo su se stessa, che non ha più nessun riferimento in quelli che sono i decrepiti partiti o sindacati della cosidetta sinistra. Istituzioni politiche che non sono state in grado di difendere i loro diritti.
Ho visto giovani che hanno saputo trovare come compagni di strada quelle realtà che come loro devono ogni giorno lottare anche radicalmente contro i soprusi e le imposizioni dell'attuale classe politica, mi riferisco ai comitati dell'Aquila, di Terzigno, di Chiaiano, ai lavoratori di Pomigliano, ai migranti e a molti altri.
Certo "bruciare una camionetta" non cambia le cose ma mi permetto di dirti, con tutto il rispetto, che neanche anni di "Che tempo che fa" o le trasmissioni che tu e Fabio Fazio avete condotto poco tempo fa hanno mutato le cose.
Ma se c'è ancora una speranza, e io penso di si, di spazzare via la muffa e il pensiero neoliberista che come un cancro si è insinuato nella società italiana, non possiamo che trovarla nella rottura generazionale, nell'esplosione sociale che si è espressa nelle strade di Roma il 14 dicembre.

Meco