tratto da l'Adige del 24.07.2012

Riva del Garda (Tn) - «Raid» in consiglio, sette alla sbarra

I giovani, tutti di Trento e Rovereto, avevano dato del «razzista» al consigliere Bacchin. Che li ha denunciati.

25 / 7 / 2012

Dare del «razzista» ad un consigliere comunale, per quanto quest’ultimo possa non fare assolutamente mistero di non avere particolari simpatie per determinate «categorie» di persone, può essere considerata un’offesa e portarti diritto diritto in tribunale.

Esattamente quello che accadrà a sette persone, tutte di Trento e Rovereto, di età compresa tra i 21 e i 40 anni, due ragazze e cinque ragazzi, che la sera del 14 marzo di un anno inscenarono una plateale quanto pacifica protesta all’esterno e all’interno dell’emiciclo del consiglio comunale per stigmatizzare il comportamento dei tre consiglieri che nella seduta consiliare di febbraio non avevano preso parte al minuto di silenzio deciso per commemorare la morte di quattro bambini rom in un campo nei pressi di Roma.

I tre consiglieri in questione erano Francesco Bacchin della Lega Nord, Gianfranco Santoni tuttoggi capogruppo del Patt, e Piergiorgio Zambotti della lista civica «Riva al Centro». E proprio il rappresentante del Carroccio Bacchin all’indomani di quella protesta sporse denuncia in commissariato.

L’inchiesta ha fatto il suo corso e adesso il sostituto procuratore della Repubblica Fabrizio DeAngelis ha firmato il decreto di citazione a giudizio davanti al giudice di pace a carico dei sette che facevano parte del gruppo che protestò e bloccò per alcuni minuti l’inizio dei lavori del consiglio (c’era tra l’altro il vicepresidente della Provincia Alberto Pacher che doveva parlare di rifiuti e futuro della Maza).

I sette sono accusati di «ingiurie in concorso» con l’aggravante di averle formulate ai danni di una «persona incaricata di un pubblico servizio nell’atto - si legge nel decreto - dell’adempimento delle sue funzioni».

Le ingiurie contro Bacchin consistono, secondo l’accusa, in due frasi: «Razzista dimettiti» e «non sei degno di stare in mezzo alla gente». La protesta venne organizzata dal Coordinamento antirazzista del C9, Comitato 1° Marzo e Anpi di zona, con la presenza di alcuni esponenti del Centro Sociale Bruno di Trento.

E proprio a quest’ultimo fanno riferimento le sette persone che dovranno comparire davanti al giudice di pace a fine settembre. I manifestanti erano entrati nell’emiciclo del consiglio esponendo alcuni striscioni con le scritte «Rifiutiamo il razzismo» e «No al razzismo».

di Paolo Liserre