Dopo
un anno e mezzo di occupazione, le Officine ex-RSI (ex Wagon Lits –
via Umberto Partini, Casal Bertone) riaprono con un progetto nuovo e
ambizioso. Di fronte al fallimento dell’azienda, un'ampia
coalizione sociale di operai, studenti, lavoratori precari e autonomi
riapre i cancelli della fabbrica per rigenerarla.Una vita nuova, dove i padroni hanno fallito, sfruttato e
speculato.
In
contemporanea con le mobilitazioni di protesta contro le politiche di
austerity che si svolgeranno in tutta Europa (da
Francoforte a Madrid, da Lisbona a Londra), a Roma, l'1 e 2 giugno,
ri-occupiamo per ri-occuparci.
Prendono
vita le Officine Zero (OZ). Zero
padroni, Zero sfruttamento, Zero inquinamento.
Inizia
un progetto che ha come obiettivi principali:
-
il futuro lavorativo dei 33 operai (all’ultimo anno di Cassa
Integrazione);
-
la salvaguardia produttiva dell’area delle Officine di via Umberto
Partini;
-
la riconversione e rigenerazione delle Officine;
-
l'organizzazione e lo sviluppo di uno spazio di co-working,
mutualismo e autotutela dei lavoratori precari e autonomi.
Le
Officine ex-RSI (manutenzione dei Treni notte, ex Wagon Lits) sono
state occupate il 20 febbraio 2012 dagli operai in Cassa Integrazione
con la collaborazione attiva del centro sociale Strike e della rete
sociale di Casalbertone. Fin dall’inizio, c’è stato un
ampio sostegno di molte realtà sociali e di movimento di Roma.
A
due passi dalla Stazione Tiburtina, nuovo snodo centrale dell’alta
velocità e faraonica opera pubblica che sta sconvolgendo
l’assetto urbanistico e sociale dell’intera zona, le Officine
ex-RSI diventano rapidamente un simbolo dei paradossi della crisi.
Acquisite nel 2008 dalla Barletta Srl, non per rilanciare il settore
della manutenzione dei Treni, ma per dismettere l’attività
produttiva e realizzare una speculazione immobiliare. Rendita
immobiliare che sostituisce la produzione. 33 famiglie e una vita di
competenze e saperi al macero.
Ma
oltre ad essere simbolo di un capitalismo parassitario, le Officine
diventano simbolo della resistenza alla crisi. Tra mille difficoltà
e paure, gli operai, grazie a un sostegno sociale assai ampio,
occupano una fabbrica al centro di Roma, che diventa occasione di
incontro tra vecchie e nuove forme del lavoro.
Dopo
un anno e mezzo di occupazione, tra fasi alterne di grande
partecipazione e di grande sfiducia, per l’assenza di risposte da
parte delle istituzioni, la lotta è arrivata a un punto di
svolta. Già nel settembre del 2012, infatti, prende vita il
“laboratorio sulla riconversione”, grazie al contributo di
architetti, economisti, esperti del settore e attivisti. Per mesi si
discute e progetta un’alternativa concreta alla speculazione, per
rilanciare e rigenerare la produzione e mettere a frutto i saperi e
le competenze degli operai.
Quando
il 3 Maggio la Magistratura decreta il fallimento dell’azienda CSF
(ex-RSI), il progetto assume un’inattesa accelerazione e viene
presentato alla città. Assemblee pubbliche partecipate da
centinaia di persone rafforzano e arricchiscono il “laboratorio
della riconversione” e nasce la “Pazza idea” delle Officine
Zero. Un progetto che prende vita nelle Officine ex-RSI, come parte
di un processo di lotta e sostegno alla vertenza operaia. Un progetto
alternativo alla speculazione, ma integrativo della manutenzione
ferroviaria. Un progetto dove si intrecciano formazione e produzione,
autotutela, mutualismo e cooperazione tra lavoratori.
Al
“laboratorio della riconversione”, infatti, si affianca un
percorso di auto-organizzazione animato, già da diversi mesi,
da studenti, lavoratori precari e autonomi (partite Iva,
collaboratori, consulenti). L'idea è quella di dare vita ad
uno spazio che sia, nello stesso tempo, di co-working e camera del
lavoro e del welfare. Un luogo dove produrre comunemente,
connettendo saperi e competenze, un dispositivo di servizio e di
assistenza che sia stimolo e sostegno per vertenze contro la
precarietà, per un welfare universale (reddito di base,
formazione, sanità, previdenza), contro la disoccupazione.
Tra
il “laboratorio della riconversione” e la ricerca pratica di
nuovi strumenti capaci di difendere e organizzare l'inorganizzabile,
il lavoro autonomo e precario, nasce un rapporto virtuoso; figure
produttive diverse si combinano per resistere alla crisi, per
inventare alternative alla catastrofe che ci tocca in sorte.
Al
centro del progetto c’è l’idea che le competenze di
manutentori dei treni possano essere parzialmente (e magari
temporaneamente) re-impiegate in un servizio di pubblica utilità:
la formazione di personale che operi nel mondo del riciclo e del
riuso, delle energie rinnovabili, dell’artigianato vecchio e nuovo.
Per costruire materialmente un utilizzo alternativo dei rifiuti e
degli oggetti di consumo sempre più rapido e scellerato. In
tutta Europa il riuso e le nuove forme di artigianato producono nuove
forme di economia, dove compatibilità sociale e ambientale
viaggiano insieme. Le Officine Zero vogliono ripartire dalle origini
del movimento operaio, unendo ciò che i padroni vogliono
dividere: conflitto, mutualismo e produzione autonoma.
1)
Le Officine Zero sono Officine del lavoro comune, dove il
prodotto principale è l’unione, dove non ci sono padroni o
capi reparto, dove si progetta e decide in comune. Uno spazio dove
convivano forme di Co-working e di autogestione, di lavoro artigiano
e di autoformazione.
2)
Le Officine Zero sono Camera del lavoro autonomo e precario,
dove precari, lavoratori autonomi, disoccupati possano trovare
servizi e spazio per organizzarsi, per unirsi, per fare del
mutualismo il collante davanti alla frammentazione e alla solitudine.
3)
Le Officine Zero sono Studentato autogestito, in una città
in cui i servizi per gli universitari sono ridotti sotto la soglia
minima, in cui è diventato impossibile costruire percorsi di
autonomia dalla propria famiglia. A fronte di un welfare
studentesco inesistente e di un’università pubblica
dissanguata dalla crisi, lo studentato autogestito Mushrooms è
riappropriazione della possibilità di vivere una vita degna.
4)
Le Officine Zero sono Riconversione economica,
sociale e ambientale che accoglie la
progettualità elaborata e scritta dalla comunità locale
e che vuole tenere insieme dignità del lavoro ed equilibrio
ambientale. Per restituire alla comunità locale ricchezza
sociale e solidarietà.
Le
Officine Zero sono un laboratorio dove creare nuove forme di
mutualismo e cooperazione tra quei soggetti che maggiormente
subiscono i ricatti dell’austerity. L’alternativa che proponiamo
per rompere la solitudine in cui ci vorrebbero relegare, all’interno
del quale studenti, precari e lavoratori non (più) garantiti
si possano confrontare per costruire un luogo da abitare e non solo
da attraversare, uno spazio di dignità, di umanità e di
autonomia.
Le
Officine Zero ricominciano e non da zero!
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Programma
Sabato
1 giugno
ore
12 – assemblea pubblica e conferenza stampa di presentazione del
progetto. A seguire “visita guidata” delle Officine e dei reparti
ore
13 – pranzo a cura di StraKitchen
ore
14:30 – prima tavola rotonda: “Ammortizzatori sociali e reddito
di base: quali diritti contro la crisi?”
“Visita
guidata” delle Officine e dei reparti
ore
17:30 – seconda tavola rotonda: “Conflitti precari e nuove forme
di organizzazione sindacale”
Sono
invitati a partecipare e intervenire: Coordinamento lavoratori
autoconvocati, Cassaintegrati Irisbus (Avellino), Gianni Boetto
(ADLCobas, Padova), Precari La7, Precari AlmaViva, Lavoratori
Cinecittà Studios, Francesca Re David e Roberta Turi (FIOM),
Guido Lutrario (USB), Roberto D'Andrea (NIdiL), punti San Precario
(Milano), Elena Doria (Strade), Manila Ricci (Ass.rumori sinistri–
Rimini), Communia, Piattaforma per il Reddito di base e i diritti, Fabio Massi (ACTA)
ore
19:30 – diretta streaming da Blockupy (Francoforte), dalla Polonia,
da Londra
ore
20 – cena a cura di StraKitchen
ore
21:30 – Video-presentazione di Officine Zero; a seguire concerto
hip hop con Kenta e Amir
Domenica
2 giugno
a
partire dalle 10 – laboratori artigiani + spazio bimbi
ore
13 – pranzo a cura della StraKitchen
ore
14:30 – prima tavola rotonda: “Riconversione economica:
produzione e sostenibilità ambientale e sociale. Si può
fare!”
“Visita
guidata” delle Officine e dei reparti
ore
17:30 – seconda tavola rotonda: “Lavorare senza padrone:
co-working e fabbriche autogestite”
Sono
invitati a partecipare e intervenire: Re Federico (co-working di
Palermo), SPQWoRk (co-working Roma), Archificio (co-working Roma),
Work[in]Co (co-working Roma), Officine Libetta (co-working Roma),
Millepiani (co-working Roma), Teatro Valle Occupato, Nuovo Cinema
Palazzo, FabLab, Guido Viale (Economista), Ri-Maflow (Milano), RSU
AlmaViva, Gianfranco Bongiovanni (Occhio del Riciclone), Alberto
Zoratti (ExColorificio di Pisa/Fair Watch), Bartolo Mancuso (SCUP –
Roma), Angelo Mastandrea (il Manifesto), Laura Greco (A Sud), Lab.
Urb. RESET, Antonio Conti (Rete ONU – Operatori Nazionali
dell'Usato), Piergiorgio Oliveti (presidente Città Slow
International)
ore 20 – Ivano De Matteo e Valerio
Mastandrea presentano
“Gli equilibristi” (2012. Un
film di Ivano De Matteo con Valerio Mastandrea, Barbora Bobulova,
Grazia Schiavo, Antonio Gerardi)
a seguire proiezione del film