Roma - Nella giungla della precarietà, sciopero selvaggio!

30 / 4 / 2011

Siamo precari, studentesse,  lavoratori autonomi di nuova generazione, migranti, disoccupati e intermittenti della città di Roma. Siamo quell'esercito di lavoratori  e lavoratrici a basso costo illimitatamente manovrabile per le richieste dei datori di lavoro, committenti pubblici e privati. Siamo la generazione che hanno costretto a vivere nella giungla della precarietà. Siamo gli stessi e le stesse che hanno animato le lotte dell'autunno in questo paese e che credono sia necessario continuare a rifiutare quel piano perverso che ci vorrebbe tutti più poveri e più ubbidienti. 

Le lotte dell'autunno infatti hanno dimostrato che senza l'apertura di uno spazio di conflitto in Italia nessuna possibilità di cambiamento è possibile. Le politiche di austerità e di compressione dei diritti, assieme alle drammatiche conseguenze della crisi economica e finanziaria, non lasciano scampo a nessuno. Non è un caso che da quei conflitti sia giunta a gran voce la rivendicazione di uno sciopero generale capace di mettere in collegamento i soggetti che si sono mobilitati in un'unica iniziativa di lotta. È questo il motivo per cui lo sciopero generale del 6 maggio indetto dalla Cgil, è un'occasione fondamentale per proseguire ed allargare quelle battaglie e per rilanciarne di nuove.

Del resto non è un mistero che gli obiettivi su cui i movimenti si sono battuti continuano a mantenere tutta la loro urgenza: dopo l'approvazione della Riforma Gelmini altri tagli all'istruzione pubblica sono in agguato; il piano di ristrutturazione imposto da Marchionne non solo prosegue nelle fabbriche metalmeccaniche, ma si estende come modello agli altri settori della contrattazione sindacale; gli indici sulla disoccupazione crescono così come cresce inarrestabilmente l'esercito dei precari e delle precarie; il sistematico progetto di smantellamento del Welfare State si approfondisce sotto la scure dei piani di stabilità europei; la mobilità dei migranti vede ergere davanti a sé nuove frontiere; la finanziarizzazione dell'economia continua incessantemente a succhiare i redditi ampliando ulteriormente le diseguaglianze sociali.

A tutto questo si aggiunge una sostanziale paralisi del quadro politico con un'opposizione parlamentare incapace anche soltanto di opporsi alla guerra in Libia. Senza una nuova spinta dei movimenti, un'estensione dei conflitti, un nuovo accumulo di forza, le istanze di autonomia rimarranno inchiodate al palo della rassegnazione. Ma per far questo oggi è necessario un passaggio in avanti: occorre immaginare nuove pratiche di lotta in grado di rendere possibile a tutti rifiutare il ricatto e bloccare, anche solo per un giorno, quella macchina che ci mette a lavoro senza distribuire la ricchezza che insieme produciamo. Le tradizionali forme di sciopero sindacale sono quindi fondamentali, ma insufficienti. Lo sciopero per essere efficace, per fare cioè male a chi ci sfrutta e ci precarizza, deve contemplare differenti forme e modalità.

Se la precarizzazione delle forme di impiego ha destrutturato le regole del gioco fino a trasformare il mercato del lavoro in una vera e propria giungla, allora lo sciopero, per funzionare, deve essere anch'esso selvaggio, deve fare dell'assenza di regole a cui sono costretti i lavoratori e le lavoratrici, un'arma propria da rivoltare contro i precarizzatori. Deve cogliere di sorpresa la routine della nostra città, deve irrompere nella comunicazione metropolitana e rimanere al tempo stesso invisibile, perché l'invisibilità è la condizione per lottare di chi è sottoposto al ricatto individuale.

Nei prossimi giorni, studenti, lavoratori precari, migranti, intermittenti dello spettacolo, dal primo al cinque maggio accompagneranno con iniziative, azioni, blitz, il conto alla rovescia verso lo Sciopero Generale, a cominciare dal 1 maggio quando grazie al sindaco Alemanno, a confesercenti e ad altre associazioni di categoria moltissimi precari saranno costretti a lavorare.

Per questo lanciamo un appello per costruire il 6 maggio uno sciopero selvaggio nella città di Roma. Per questo ci diamo appuntamento alle 10 e 30 a Piazza di Porta Pia, per dare vita ad un'azione collettiva di blocco di alcune attività economiche che in quella giornata rimarranno in funzione e alle 18 a Piazza del Pigneto per far partire una street parade che attraversi la città e faccia sentire la nostra voce.  Reddito e Welfare per tutt*


 

Domenica 1 maggio


ore 11.00 davanti a Zara, Via del Corso





Venerdì 6 maggio


Ore 10,30, Piazza di Porta Pia

Picchetto Precario



Ore 18,00, Piazza del Pigneto

Street Parade




Uniti per lo sciopero :: Roma