Rossano (CS) - Quando la repressione diventa strategia politica.

Sulle denunce per la manifestazione del 15 settembre 2012 contro i tagli alla mobilità locale

21 / 1 / 2013

Sono 14 questa volta le persone denunciate in seguito alla manifestazione, promossa dal movimento Terra e Popolo, del 15 Settembre 2012 a Rossano (CS) contro la soppressione delle linee ferroviarie sulla tratta ionica.

Quattordici denunce per “interruzione di pubblico servizio” che arrivano però come un fulmine a ciel sereno dato lo svolgimento assolutamente pacifico della giornata e che sembrano piuttosto l’epilogo di un classico della commedia italiana se si pensa che nelle due ore di blocco sia passato solamente un treno.

Così come sta avvenendo in molte altre città italiane, quest’ondata di repressione ha il chiaro obiettivo di intimidire tutti coloro che pian piano stanno iniziando a rendersi conto della situazione in cui versa il nostro Paese e che proprio in virtù di ciò non sono più disposti a tapparsi la bocca.

Un vento di rivolta e di speranza che sembra alzarsi proprio dalle piccole realtà cittadine, come Rossano, che celano però al proprio interno profonde e radicate problematiche estirpabili soltanto attraverso una lunga lotta; proprio come la soppressione dei treni che non è altro che uno dei tanti tagli ai servizi pubblici (basta ricordare la chiusura del tribunale e dell’ospedale di Rossano frutto di una classe dirigente incompetente e alla mercé dei “potenti” della politica).

Per non parlare poi dell’emergenza rifiuti che sta facendo in particolare della Calabria una “terra dell’immondizia” , contrastata ancora una volta unicamente dai movimenti e dai comitati cittadini. Ecco perché le denunce di questi giorni sembrano arrivare con tempismo perfetto, come se si volesse stroncare sul nascere una pericolosa nota dissonante, come se si volesse stroncare la nascente indignazione cittadina.

Ma non bisogna arrendersi. L’obiettivo rimane sempre lo stesso, cioè quello di costruire un nuovo sistema politico che parta dal basso e che privilegi la gestione pubblica di ciò che di diritto ci appartiene strappandolo dalle grinfie di chi pensa di poter giocare con la vita degli uomini per soddisfare i propri subdoli interessi.

Le denunce non fermeranno l’entusiasmo e la volontà di cambiare le cose e noi non possiamo fare altro che sostenere tutti i compagni coinvolti continuando sempre lungo la stessa strada complici di una lotta che appartiene a tutti quanti.

(di Sergio Ammirante)