Sanzionata la sede di Leonardo-Finmeccanica a Venezia in solidarietà al popolo curdo

7 / 4 / 2018

A pochi giorni dalla conclusione ufficiale dell’operazione militare “Ramoscello d’Ulivo”, dove le bande jihadiste delle FSA (Free Sirian Army) e le forze armate della Repubblica di Turchia hanno deliberatamente bombardato obiettivi civili, i Centri Sociali del Nord-Est e l’Associazione YaBasta! Êdî Bese! hanno sanzionato la fabbrica Leonardo di Mestre.

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Sono stati imbrattati gli uffici della fabbrica di armi, un mosaico di vernice rossa a rappresentare le mani sporche di sangue, non solo di Erdogan, ma anche dell'Europa che ha stanziato alla Turchia miliardi di euro per gestire il flusso migratorio. «Questi soldi sono stati investiti per massacrare il popolo curdo attraverso l’operazione “ramoscello d’ulivo” e la Leonardo si è resa complice fabbricando gli aereo mobili usati per l’attacco ad Afrin», si legge infatti nel comunicato di lancio.

Dal 20 gennaio scorso, da quando è iniziato l’ennesimo attacco alla Rivoluzione del Rojava, contiamo oltre tremila vittime civili e centinaia di migliaia di sfollati civili, che nel cantone di Afrin avevano trovato rifugio e pace dalle atrocità della guerra civile siriane nelle diverse città della Siria, in particolare Aleppo e Raqqa. 

Afrin, durante i sette anni della sanguinosissima guerra in Siria, ha sempre rappresentato un rifugio, un luogo dove la pace e la solidarietà tra i popoli sono stati i principi dell’accoglienza. L’attacco perpetrato dallo Stato Turco e dalle bande jihadiste contro la popolazione di Afrin è un attacco contro la pace e la democrazia, ormai merce rarissima in Medio Oriente.

L’azione e il sanzionamento di oggi alla sede di Leonardo-Finmeccanica è un atto di denuncia nei confronti di chi, oggi finanzia, arma e permette il massacro di civili in Rojava. Leonardo e Augusta-Westland sono tra i principali produttori di elicotteri da guerra nel nostro paese. Questa “eccellenza”, in barba alle logiche internazionali, viene esportata verso paesi che usano questi “prodotti” contro i civili. È bene ribadire che gli elicotteri AW129, elicotteri d’attacco multiruolo leggeri prodotti su licenza Leonardo, gli stessi filmati nelle settimane mentre sparavano missili contro aree abitate prevalentemente da civili, rappresentano insieme ai “Cobra” di fabbricazione americana, il mezzo più usato dall’Esercito Turco nelle operazioni contro le Forze Democratiche Siriane ad Afrin. 

Leonardo Finmeccanica è un’azienda globale ad alta tecnologia nei settori dell’Aerospazio, Difesa e Sicurezza, il suo maggiore azionista è il Ministero dell'economia e delle finanze italiano, che possiede una quota di circa il 30%. Dal 1º gennaio 2016 in Leonardo-Finmeccanica sono confluite le attività delle società precedentemente controllate AgustaWestland, Alenia Aermacchi, Selex ES, OTO Melara e Wass e l'azienda è stata strutturata in 7 Divisioni operative: Elicotteri, Velivoli, Aerostrutture, Sistemi Avionici e Spaziali, Elettronica per la Difesa Terrestre e Navale, Sistemi di Difesa, Sistemi per la Sicurezza e le Informazioni.

«È attraverso queste denunce che vogliamo esprimere il nostro totale sdegno verso coloro che sono fabbricatori di morte e distruzione. Lo avevamo promesso occupando il Consolato Turco a Marghera lo scorso 14 marzo, lo abbiamo ribadito durante i presidi in piazza, e lo diciamo ancora una volta oggi: chiunque faccia affari con Erdogan è automaticamente un nostro nemico», viene detto nei vari interventi. 

E in effetti, è lungo l’elenco delle imprese italiane che fanno affari con regimi molto lontani dal concetto di democrazia, tra queste Finmeccanica, Salini Impregilo, Pirelli, Barilla, Ferrero, Castaldi, Caltagirone e Unicredit. 

«Essere oggi davanti alla fabbrica di Augusta-Westland vuol dire essere dalla parte della pace e della democrazia, contro la guerra imperialista del dittatore Erdogan, con la Rivoluzione, con il Rojava, fino alla vittoria!», ribadiscono ancora una volta a gran voce i manifestanti.