Scandalo: una maestra d’asilo fa sesso!

19 / 11 / 2020

Torino, Italia, Europa, anno domini 2020.

Ci troviamo, ancora una volta, di fronte al dilagare di bigottismo, patriarcato, cultura dello stupro e santa inquisizione.

La ricetta è purtroppo ormai nota: prendiamo del revenge porn, qualche benpensante, della mascolinità eteronormata e mescoliamo il tutto bene. Il risultato? Una donna, una maestra d’asilo, viene licenziata per aver praticato sesso con il suo compagno. Nel 2020 una donna fa sesso e questo per qualche mamma di quell’asilo nel torinese, in cui la maestra lavora, è inaccettabile.

Per i genitori dei bambini che frequentano quella scuola è inaccettabile che una donna faccia del suo corpo ciò che vuole, mentre invece è accettabilissimo e quasi giustificabile, che un uomo cis eteronormato usi dei video o delle foto sexy della compagna senza alcun tipo di consenso per mandarli nella chat degli amici per farsi vanto di quanto maschio predatore e testosteronico lui sia.

Fa già abbastanza rabbia così no?

Succede che “casualmente”queste immagini arrivino tra le mani di qualche padre dei bambini sopracitati, la moglie intercetti il materiale e pensi bene di denunciare la maestra.

Il revenge porn è un reato, ma è anche una delle espressioni della cultura dello stupro. Licenziare una donna inconsapevolmente vittima di tale reato è patriarcato.

Ma facciamo qualche passo indietro. Oltre il revenge porn e il licenziamento, quello che si evince da questa storia è che a quanto pare nel nostro Paese, al giorno d’oggi, la dignità ed il valore di una persona vengono valutati in base a quanto sia attiva la propria attiva sessuale, al modo in cui si sceglie di praticarlo, come se fare sesso, scattarsi delle foto di nudo fosse un reato o una cosa disdicevole; ma allora ditecelo – parlo ora da donna - che siamo tornati ai tempi in cui mostrare la caviglia destava turbamento e disonore.

Ditecelo pure, perché noi donne non ci stiamo, viviamo in una cultura intrisa di maschi cis che violentano o uccidono donne come poveri cuccioli indifesi. Uomini che tutto d’un tratto “impazziscono” oppure si drogano, non ci vedono più dalla fame (cit.) e magicamente diventano Mr. Hyde.

Mr. Hyde che ovviamente sono stati condotti a fare questi gesti estremi, perché come si è permessa la donna che stava con lui di non amarlo più, di scegliere un altro uomo, di vivere una vita liberata ed autodeterminata, e non si fa mica così eh, non era nei patti.

“Cosa ci sarà mai di sbagliato nel far circolare delle immagini senza consenso della ragazza con cui stiamo da anni o cui abbiamo passato solo una nottata, perché in fondo è solo un corpo no?

E anche tu, dai, potevi evitare di mettere quella foto sui social, perché dillo che in fondo volevi solo essere guardata, e allora che differenza fa se quella foto la vedono tutti e io invece posto quella fatta in camera dieci minuti fa, nella chat del calcetto, senza dirti nulla, no?”

Certo non potevi immaginare che quel contenuto multimediale - di cui non hai mai avuto esplicito consenso per farlo girare - arrivasse ai genitori dei bambini di cui si prende cura la tua ragazza, che neanche per un secondo - esattamente come l’amministrazione della scuola - si sono chiesti quale fosse il vero comportamento deplorevole, ma hanno immediatamente pensato: “Oddio la maestra fa sesso, allontaniamola subito dai piccoli pargoli candidi!”.

Spoiler non siete soli al mondo a fare sesso e non c’è nulla di condannabile nel farlo, va condannato chi non si accerta del consenso dell’altra persona, va condannata la stampa tossica (e non voglio nemmeno entrare nella vicenda di Alberto Genovese), va condannata la cultura dello stupro, va condannato il revenge porn ma soprattutto va distrutto il patriarcato una volta per tutte.

In un Paese dove sei milioni e 788 mila donne hanno subito, nel corso della propria vita, una qualche forma di violenza fisica o sessuale, di cui un milione e 157mila è stata stuprata, anche oggi abbiamo perso.

Abbiamo perso l’occasione per far vedere che il 25 Novembre non è solo una data per lo spot pubblicitario istituzionale in cui ricordare che la violenza di genere è reato, abbiamo perso l’occasione di prendere a picconate il patriarcato, ma sappiamo anche che la rivoluzione sarà transfemminista o non sarà, ce lo dimostrano le piazze romane del 25 novembre dal 2017 ad oggi, ce lo dimostrano i corpi e le donne in rivolta.

Concludo citando Las Tesis (collettivo femminista cileno):

“El patriarcado es un juez, que nos juzga por nacer y nuestro castigo es la violencia que no ves. (…) Y la culpa no era mía, ni dónde estaba , ni cómo vestía. El violador eres tú!”