Non sarà l'ultima spiaggia: il conflitto dura da troppo tempo per
terminare in un giorno. Dovesse andar male, non avremo perso la guerra,
ma quella che si combatterà il prossimo 26 a Bologna non è certo una
battaglia locale e non riguarda le scelte di un Comune: mentre le scuole
statali vivono di stenti, decidere se lo Stato e gli Enti Locali
possono continuare a finanziare le scuole private, per lo più
confessionali, benché la Costituzione lo vieti, farlo, per di più, con
un'iniziativa promossa dal basso, nella più assoluta indifferenza della
politica, che ormai non ha voce quando si tratta di valori repubblicani,
è cosa che riguarda non solo chi fa scuola, ma tutto intero il Paese.
Val la pena ricordarlo, per domandarsi che senso abbia l'insolito
silenzio del ciarliero Napolitano: non sa, non vuol sapere, fa Ponzio
Pilato e si lava le mani? Val la pena prendere atto: si possono fare
tutte le chiacchiere progressiste di questo mondo, quando però di mezzo
ci sono gli interessi del Vaticano, le trincee diventano immediatamente
contrapposte. Senza tentare improponibili paragoni tra Presidenti eletti
e silurati dai sedicenti democratici, bisognerà pur dirlo: mai come in
questo caso la distanza tra il laico Rodotà, che sta coi referendari, il
silente Napolitano e il clerico-moderato Romano Prodi che si schiera
col privato, si è dimostrata così incolmabile; mai l'indigenza culturale
del Partito Democratico è apparsa più evidente, mai più disperata la
speranza di rinnovamento di chi ha creduto nel governo Letta: la
ministra Maria Chiara Carrozza si è pronunciata contro i "referendari".
S'è fatto un gran parlare del modernissimo papa Francesco, si sono visti
i nostri politici far la fila proni davanti al soglio di Pietro e
sgomitare nella gara tra francescani più francescani di Francesco, e
lui, Francesco, il papa della "rivoluzione delle idee", il "rinnovatore"
venuto dalla fine del mondo, c'è stato servito in tutte le salse e a
tutte le ore - radio, carta stampata e telegiornali - con un intento
nemmeno dissimulato: farci credere che, contro la storia e grazie alla
divina Provvidenza, un "uomo nuovo" possa cambiare la natura
conservatrice della Chiesa: Ecco però che, dopo il copione recitato a
memoria, un dato culturale insopprimibile e profondo ha inconsciamente
dettato un moto istintivo dell'animo: l'esorcismo in Piazza San Pietro.
Un gesto, uno solo, ha spezzato l'incanto e rivelato l'inganno. Dietro
la rivoluzione francescana c'è la Chiesa di sempre, quella con le sue
scuole che continuano ad avere una visione del mondo in cui trovano
posto diavoli ribelli coi forconi, il limbo e il paradiso, l'inferno e
il purgatorio, la rassegnazione di chi porge l'altra guancia, piega il
capo, si dichiara impotente contro il potere e attende un riscatto
escatologico, il miracolo, la resurrezione, il benevolo gesto di un "potere altro" che ci "doni" la salvezza: "vade retro, Satana".
Di questo si tratta, non della comunità del compianto Don Gallo, ma di
Santa Romana Chiesa, che costrinse Galilei disperato a ritrattare,
della Chiesa che torturò selvaggiamente Giordano Bruno. Di questo, di
una dottrina politica che è stata ed è un pilastro della reazione, di
quella Chiesa che coi soldi dello Stato, nelle sue scuole, mette al
bando Darwin e sottopone la scienza e la filosofia ai principi della
teologia.
E' questo che vogliamo? Questo è scritto nella nostra Costituzione?
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