"Se domani sono io, se domani non torno, distruggi tutto!"

2021 Italia oltre 60 uomini hanno ammazzato oltre 60 donne, non è un raptus è patriarcato*.

14 / 9 / 2021

"Sei pesante eh!", "Madonna è solo un complimento oh!", "non si può più dire niente che vi scaldate subito!", "ma dai come hai fatto a non accorgertene prima!", "denuncia! Denunciate!", "donne non state in silenzio!". E potremmo continuare con una lunga serie di frasi stantie che stanno sempre e comunque alla base dell'iceberg della violenza; violenza machista e collettiva.

Sette donne in tredici giorni sono state uccise, da maschi figli sani del patriarcato; eppure la responsabilità di quella che non è più un'emergenza ma una violenza endemica è sempre e solo demandata alle donne che la subiscono.

Uno scarica barile violento tanto quanto il sistema in cui siamo immersə, sei tu che non ti accorgi del raptus, sei tu che non denunci, sei tu che ti lamenti per piccolezze quando le lotte importati sono altre su!

Ora basta, sta fregna! Scusate il francesismo, ma è sempre colpa nostra. E non ci bastano cinquanta donne uccise per capire che la colpa di questa violenza strutturale sta nel patriarcato e nel capitalismo, perché se tante donne non riescono ad uscire da situazioni di violenza è a causa anche di un gender gap salariale che nutre un sistema violento e discriminante.

Una violenza che si ripercuote quotidianamente nelle scuole dove non si vuole trovare il tempo per mettere a programma un'educazione al consenso, all'affettività, alla sessualità degne di questo nome
e che alimenta l'iceberg della violenza di genere.

Una violenza che troviamo nei posti di lavoro, perché cosa sarà mai una battutina alla tua collega donna no?!

Una violenza che troviamo nei mass media che raccontano di ragazze belle impossibili, che non hanno accettato il troppo amore di giganti buoni impazziti.

Una violenza a cui andrebbe contrapposto un cambio di sistema che metta al centro la rete e la comunità creando spazi e servizi, in cui la responsabilità non sia sempre e solo individuale, ma collettiva e che venga dal basso, anticapitalista e antipatriarcale.

Un cambio in cui non ci si lamenta più del politically correct, ma si inizia a capire che anche una sola e singola parola fuori luogo diventa linfa per una violenza strutturale e ormai quotidiana.

"Se domani sono io, se domani non torno, distruggi tutto!" ecco credo che sia ora davvero di distruggere tutto e di ripartire dalla macerie per costruire una comunità priva di discriminazioni che parli di giustizia sociale, che crei rete dove nessuna debba essere più ammazzata!

Ci vogliamo vivə, ora basta!

"Say her name": 7 donne in 13 giorni.
Per Chiara Ugolini, Ada Rotini, Angelica Salis, Rita Amenze, Giuseppina Di Luca, Sonia Lattari. Per tutte.
Riprendiamoci le strade, le piazze ogni singolo angolo delle città perché ci vogliamo vivə e liberə!

*ad oggi i dati sui femminicidi che sono stati pubblicato da diverse fonti d’informazione sono discordanti, in quanto non tutti i femminicidi vengono registrati come tali, ma vengono differenziati; ad esempio le registrazioni come omidici, o nei casi di coinvolgimento di minori e vale lo stesso per i casi di omicidio suicidio.

Quiqui e qui trovate alcuni dati.