Senigallia - Dall'occupazione alle case popolari

Una vittoria dei beni comuni

23 / 3 / 2012

"Noi lo cambiamo il mondo, non lasciamo tutto com'è in mezzo ai venti"

(Assalti Frontali - Spugne)



L’Arvultùra sin dalla sua nascita con l’occupazione dell’ex-casa del custode di Viale 4 Novembre, ha sempre avuto due obiettivi chiari: la conquista di uno spazio regolare, stabile e autogestito per gli occupanti e la difesa del patrimonio pubblico sfitto dalla svendita e dalla speculazione.

Non è infatti un caso, che una volta ottenuto il primo obiettivo, nel comunicato stampa che ufficializzava l’accordo raggiunto con l’Amministrazione Comunale, scrivevamo esattamente queste parole: “Lo stabile di Viale 4 novembre - come il Musinf e altre strutture pubbliche - non deve essere svenduto a rapaci privati ma restituito alla città come sede di associazioni o come case a canone sociale. Su questo continueremo la battaglia con ancora più energia”.

E’ di questi giorni la notizia che la casa dell’ex-custode è stata venduta all’ERAP, cioè all’Ente Regionale per l'Abitazione Pubblica della Provincia di Ancona. In poche parole, lo stabile sfitto sarà trasformato in case popolari.

La scelta dell’Amministrazione Comunale di vendere lo stabile all’ERAP e non ai soliti costruttori di miniappartamenti contigui agli interessi economici del Partito Democratico, è una scelta giusta e coraggiosa. Giusta perché indirizzata al bene comune e non al profitto privato, coraggiosa perché in tempi di crisi e di tagli ai bilanci comunali si sceglie di investire sul sociale e non di difendere la rendita.

Questa scelta però non sarebbe mai avvenuta senza quello straordinario mese di mobilitazione permanete iniziato con l’occupazione dell’Arvultùra e che coinvolgendo dietro pratiche e parole radicali – e diciamolo pure, illegali – ampi pezzi della popolazione senigalliese – sindacati, partiti, associazioni, comitati e singoli cittadini – è stato in grado di stravolgere l’agenda politica della Giunta, imponendole non solo la necessità di una sede, ma soprattutto il tema dei beni comuni e della loro difesa.

E’ stata, infatti, la “Comune di Piazza Roma”, quella straordinaria presa di parola collettiva avvenuta sabato 12 novembre 2011, a far fare marcia indietro alle pose muscolari e sceriffesche del Sindaco e a fornire ai partiti più sensibili della maggioranza di governo e dell’opposizione, quello spazio politico necessario per invertire – almeno in questo singolo caso – decenni di politiche indirizzate alla rendita del mattone e non all’edilizia pubblica.

La capacità di quella mobilitazione di coniugare conflitto e consenso ha stanato il bilancio comunale dalla sua dimensione tecnico-privatistica, costringendo la Giunta a misurare la validità delle proprie scelte politiche con la piazza, cioè con i propri cittadini. Ecco perché la trasformazione dell’ex-casa del custode in case popolari non è solo una vittoria dell’Arvultùra o dell’Amministrazione Comunale, ma dell’intera città.

La mobilitazione e la lotta hanno permesso di invertire la tendenza nelle scelte urbanistiche.
Ora, la stessa cosa sta avvenendo con la difesa dell’acqua pubblica, dove il comitato senigalliese “Acqua Bene Comune” sta cercando di far rispettare il voto popolare che ha chiesto a gran voce la fine della gestione privata e quindi della SPA, della rete idrica.
La stessa cosa sta anche avvenendo con la lotta che il collettivo “Precari United” ha messo in campo contro la dequalificazione e lo sfruttamento del lavoro tramite contratti come i “voucher”, che sono spacciati dai nostrani servizi sociali come “politiche attive” per l’occupazione.

Tutte lotte locali che però parlano il linguaggio globale della disobbedienza ai diktat della trojka europea e ai patti di stabilità.
Tutte lotte che tentano di ricostruire spazi democratici di partecipazione popolare, capaci di incidere sulle scelte politiche che riguardano le nostre vite e i territori nei quali abitiamo.

Come diceva un subcomandante nelle montagne del sud-est asiatico: “Il popolo comanda. Il governo obbedisce”.


SPAZIO COMUNE AUTOGESTITO ARVULTÙRA

Conferenza stampa arvultùra parte 1

Conferenza stampa arvultùra parte 2