Senigallia - I cittadini comandano. Il governo obbedisce

Resoconto e valutazioni sul confronto pubblico con il sindaco Mangialardi, tenutosi al san rocco giovedì 6 giugno sui temi del patto di stabilità e del bilancio partecipativo

15 / 6 / 2013

Due scommesse: riempire il San Rocco, aprire uno spazio politico in città. Obbiettivi non facili, non scontati, soprattutto di questi tempi. Obbiettivi raggiunti.

Il confronto pubblico che si è tenuto giovedì 6 giugno tra noi e il Sindaco Mangialardi ha portato un pezzo variegato di senigalliesi a discutere su come, in tempi di crisi e di tagli, un ente pubblico può coalizzarsi con la propria cittadinanza organizzata per costruire nuove pratiche di partecipazione alla cosa pubblica dentro e contro l’Europa dell’austerità.

Se la crisi è contemporaneamente economica, democratica e ambientale e se i responsabili sono quei poteri politico-economici sovranazionali come la Banca Centrale Europea, il Fondo Monetario Internazionale e la Commissione Europea, allora, un’alternativa non può che parlare il linguaggio della riconversione produttiva e del reddito, della partecipazione e della cooperazione, dei beni comuni e dell’ecosostenibilità, rimettendo al centro dell’iniziativa politica i territori, cioè lo spazio nel quale viviamo la nostra quotidianità.

Il patto di stabilità è ciò che oggi ci impoverisce, soprattutto perché strangola gli enti locali, e citando Guido Viale, “un Comune è tale – cioè “comune” – se fornisce ai cittadini i servizi di cui la vita associata ha bisogno: energia, acqua, gestione dei rifiuti, strade e mobilità, ristorazione collettiva (ma anche facilitazioni per gli approvvigionamenti individuali), case a prezzi accessibili, nidi e scuole materne, edifici scolastici che non crollino, assistenza agli anziani, spazi di socialità, integrazioni del reddito e così via. Un Comune che non è più in grado di fare non dico tutte, ma nessuna di queste cose non serve a niente”. Sindaco e assessori in primis, aggiungiamo noi.

Tre i temi fondamentali al centro del dibattito:

 - Una coalizione di sindaci marchigiani che si ponga il problema di come mettere in campo pratiche amministrative contro il patto di stabilità, capaci di disarticolarlo e di superarlo.

 - Un welfare municipale fondato sullo sviluppo dell’autonomia dell’individuo dai servizi sociali, sulla cooperazione tra persone e sulla valorizzazione culturale e/o ecologica del territorio.

 - Il “bilancio partecipativo” quale strumento di democrazia diretta in grado di determinare e vincolare le decisioni politiche ai bisogni sociali.

Il sindaco Mangialardi si è formalmente impegnato di verificare in Consiglio Comunale la disponibilità delle forze politiche cittadine nel dargli un mandato formale per farsi promotore tra i sindaci marchigiani di una coalizione di Comuni che si ponga l’obbiettivo di destrutturare i vincoli del patto di stabilità.

Aperture politiche da parte del primo cittadino sono state fatte anche sul tema del welfare e del contrasto all’impoverimento. La necessità di impiegare le attuali per quanto scarse risorse economiche non tanto e non solo sul mero assistenzialismo, ma per politiche attive in grado di creare lavoro, connettendo saperi e competenze delle persone con le risorse del territorio. Sempre sullo stesso tema, è stata anche condivisa l’importanza dell’ente pubblico come soggetto facilitatore per tutte quelle pratiche di autogestione e di autorganizzazione capaci di fornire reddito e servizi, semplificando i processi burocratico-procedurali e mettendo al servizio dei cittadini strutture e patrimonio pubblico.

Cuore del dibattito, la riflessione sul “bilancio partecipativo”. Di fronte ad una crisi delle istituzioni della rappresentanza senza precedenti –confermata dal voto amministrativo, con un cittadino su due recatosi alle urne - è necessario favorire un processo di autogoverno dei territori. Contro le politiche di austerità che accentrano ogni decisione e trattano le nostre città come luoghi della rapina e del saccheggio, bisogna rispondere decentrando gli spazi della decisione: take the power back!

Per questo motivo abbiamo promosso un tavolo, aperto a singoli cittadini, movimenti, comitati, associazioni, che s’impegni, durante l’estate, a costruire una proposta sull’architettura necessaria alla realizzazione di un “bilancio partecipativo”, vale a dire, quali sono le istituzioni della democrazia diretta (luoghi fisici), da affiancare al consiglio comunale, e con quali procedure garantire il vincolo della decisione dei cittadini in ordine a porzioni dei capitoli di spesa del bilancio comunale. Proposta sulla quale, da settembre, dare vita ad una campagna cittadina di raccolta firme, per poi sottoporre il disegno al consiglio comunale. Le decine di mail e contatti lasciati per poter partecipare al tavolo di lavoro sono un’ottima base di partenza.

A tal fine abbiamo richiesto, quale premessa necessaria di trasparenza, che il bilancio comunale, oltre che documento pubblico e contabile, sia un testo leggibile dai cittadini, indicante le scelte politiche prese, gli obbiettivi annuali di governo, le priorità e le linee programmatiche.

Giovedì 6 giugno abbiamo aperto uno spazio politico pubblico, ora, tutti insieme, dovremo essere capaci di riempirlo dando corpo alle idee e alla partecipazione di una comunità che non è disposta a chinare la testa di fronte all’austerità imposta dall’Europa della finanza e dei mercati.

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