Senigallia - La precarietà di velluto: apriamo una discussione pubblica in città

Lettera aperta all’Amministrazione Comunale e alla CGIL di Senigallia

20 / 4 / 2012

Il collettivo Precari United è nato a Senigallia da un anno con l'obiettivo di dare voce ai precari, di rompere l'isolamento della loro difficile situazione lavorativa e di organizzare forme di solidarietà ed autotutela. Le nostre iniziative hanno seguito due direzioni: la promozione di spettacoli e concerti in spazi sociali dei comuni della valle del Misa per promuovere occasioni d’incontro e di conoscenza reciproca tra precari/e ed inoltre abbiamo iniziato ad affrontare i temi più urgenti della precarietà lavorativa sul territorio. Il 10 Febbraio di quest'anno con l'occupazione degli uffici dei Servizi Sociali del Comune di Senigallia abbiamo reso pubblica la nostra critica verso il bando comunale per l'occupazione attiva rivolta ai disoccupati.
Nel contesto della cosiddetta crisi economica, che ha creato le condizioni per un ulteriore attacco alle condizioni sociali dei lavoratori e delle lavoratrici, abbiamo scelto di aprire un intervento politico sul mondo del lavoro iniziando dalla critica ai presunti interventi di solidarietà sociale. 
Durante l'occupazione e nel successivo incontro con l'Assessore Volpini abbiamo espresso le nostre principali criticità verso questo bando:
I criteri di selezione basati sulla residenza a partire dal 2009, il requisito della patente B e l'età superiore ai trent'anni sono per noi criteri discriminatori ed arbitrari che escludono una fetta di precari in stato di necessità. 
L'utilizzo delle forme contrattuali del tirocinio formativo e dei voucher per il lavoro occasionale, dopo il contratto a chiamata sono tra quelle che offrono le minori garanzie e i peggiori livelli di retribuzione tra le ben 46 forme contrattuali presenti in Italia. La scelta del Comune di utilizzare questi contratti nel contesto di un intervento presentato come politica attiva per il lavoro manda in realtà un pessimo messaggio di legittimazione di forme contrattuali peggiorative a tutto il mondo imprenditoriale, che già da tempo ha scelto la strada di ridurre retribuzioni e diritti del lavoro.  In particolare, vediamo arrivare una stagione estiva che quest'anno si annuncia più precaria e deregolamentata del solito.
Come alternative abbiamo proposto che l'allargamento dei beneficiari di forme di welfare locale passi attraverso alcune iniziative a costo zero per le casse comunali, come la stipulazione di convenzioni con i gestori dei trasporti locali, degli impianti sportivi e di cinema e teatri per dare la possibilità di accedere in forma gratuita o a prezzi popolari allo sport, alla cultura ed alla mobilità.
Dietro la costruzione politica della crisi e delle misure di austerità, si cela un attacco alle nostre condizioni di vita che attraverso la finzione della scarsità di risorse in realtà, legittima la redistribuzione verso l'alto delle ricchezze, allargando la forbice tra ricchi e poveri, tra chi può godere di diritti e consumi e chi invece deve stringere la cinghia e rinunciare persino alla propria autonomia. 
Il problema delle politiche attive che costituiscono la ragione d'essere del bando a partire dalla sua prima edizione del 2008, è che non colgono le trasformazioni avvenute nel contesto della crisi attuale. Se, infatti, nella sua prima edizione questa iniziativa aveva trovato il suo bacino di utenza nella popolazione già assistita dai servizi sociali ed utilizzava la certificazione ISEE come principale criterio di selezione, oggi, invece, ad esso si rivolge una composizione proveniente anche dal ceto medio impoverito, spesso con un’alta specializzazione o una ricca esperienza lavorativa. 
Per questo riteniamo che non ci sia dignità del lavoratore in queste politiche, ancora meno se esse legittimano forme contrattuali peggiorative come quelle proposte. 
La dignità si misura sulla possibilità di un lavoro che crei autonomia ed indipendenza. Al contrario, queste politiche legano sempre più i bisogni delle persone alle istituzioni, come se la precarietà e la povertà fossero una colpa e non il frutto di disuguaglianze e sfruttamento.  
A nostro avviso è necessario aprire una discussione pubblica che abbia come orizzonte la creazione di una nuova solidarietà sociale, rifiutando i criteri del patto di stabilità sostenuto da tutta la classe politica, e che abbia il coraggio di ridefinire le politiche sociali ascoltando la popolazione. 
Chiediamo di rifiutare da subito l'utilizzo dei voucher, opponendo a questo strumento un rifiuto netto, anche sganciando - eventualmente - l'erogazione di denaro e di servizi dall'obbligo di una prestazione lavorativa imposta. 
Su questi punti proponiamo un'assemblea cittadina da svolgersi prima della pubblicazione del prossimo bando alla quale invitiamo l'Amministrazione Comunale - a partire dall'Assessore Volpini - e la CGIL a confrontarsi con i precari e con tutti quei senigalliesi che vorranno esserci.
Precari United