Senigallia - Lo sciopero è stato generalizzato!

Cronaca e riflessioni a caldo di ritorno dal corteo di Ancona

6 / 5 / 2011

Senigallia si è mobilitata nel giorno dello sciopero generale. Non solo tutte le scuole erano chiuse per mancanza di studenti, insegnanti e personale ATA, ma circa quattrocento persone hanno raggiunto il corteo provinciale ad Ancona. Di queste più di centocinquanta tra studenti, precari e operai hanno occupato il treno per raggiungere il capoluogo marchigiano.

Lo sciopero inizia così, con un’azione che afferma il diritto alla mobilità in un tempo in cui Trenitalia diminuisce quantità e qualità dei servizi, ma aumenta il costo del biglietto.
 
Dalla stazione di Ancona insieme ai compagni di Jesi e Fabriano è partito un corteo che ha subito bloccato le arterie stradali principali, fino a raggiungere il concentramento ufficiale della manifestazione.

Quasi un migliaio nello spezzone dei centri sociali marchigiani e di “Uniti per lo sciopero”. Uno spezzone composto da operai, studenti medi e universitari, ricercatori, precari, insegnanti e migranti.

Il capoluogo marchigiano è stato paralizzato per quattro ore. Tutte le strade dalla stazione ferroviaria fino all’estremo opposto della città, dove si trova il Comune, sono state attraversate da blocchi e picchetti. Blocchi di massa accolti dagli applausi degli automobilisti e dei passanti.

Bloccare le strade per bloccare la circolazione di merci e persone.
Bloccare merci e persone per bloccare la produzione.
Bloccare la produzione perché lo sciopero deve fare male!
Bloccare la produzione perché solo così, oggi, tutta una fascia di lavoratori non garantiti, atipici, precarie flessibili possono far sentire la propria voce.

Durante il corteo sono state assaltate con uova, petardi e torce le sedi regionali prima di Forza Nuova e poi del PDL. La prima per dire che fascisti e razzisti non sono tollerati nelle nostre città e per esprimere la solidarietà agli studenti di Napoli e di Roma, aggrediti e accoltellati da questi nostalgici del ventennio. La seconda per dire che il PDL è il partito principalmente responsabile dello sfascio sociale, politico e economico del nostro paese e proprio per questo devono essere cacciati, come sono stati cacciati i Raìs arabi.

In ogni momento il corteo è stato aperto da venticinque scudi. In ogni scudo un no alla Gelmini, a Marchionne, al nucleare, ai CIE, al rigassificatore e alle politiche del governo. In ogni scudo un sì all’acqua come bene comune, alle energie rinnovabili, al diritto d’asilo europeo, ai diritti dei lavoratori, alla scuola pubblica e laica e all’investimento sulla ricerca. Infine, due scudi ricordavano due compagni che non ci sono più: Vittorio Arrigoni e Carlo Giuliani.

Sono tempi in cui idee e le parole devono essere difese con gli scudi. Sono tempi in cui una legittima indignazione deve essere sostituita da una degna rabbia, perché solo da grandi tumulti nascono buone leggi.


Mezza Canaja
Collettivo Studentesco Zenit
Uniti Contro la Crisi Senigallia