Sherwood Festival 2012- Europa e migranti: diritti respinti e cittadinanze negate

16 / 7 / 2012

Giovedí 12 luglio 2012 nello spazio di Sherwood festival, sulla web TV è andato in onda il dibattito proposto dal progetto Melting Pot Europa e dall'associazione Razzismo Stop Padova, in cui si é cercato di creare uno spazio, un dibattito dedicato alla produzione culturale che intorno al tema dell'immigrazione é stata nel corso del 2011, ma non solo, molto ricca.

Una produzione che certamente ha saputo regalare delle testimonianze e degli spunti di riflessione ad una platea molto piú vasta di quella che normalmente si interessa ai temi dell'immigrazione.Questi film, infatti,  hanno saputo diffondere, regalare e aprire un nuovo spazio di dibattito.Se ne é parlato con Andrea Segre, che come regista studia e racconta da diversi anni le migrazioni verso l'Italia e che attento al tema delle migrazioni, ha fondato l’associazione ZaLab con cui sviluppa progetti di produzione e di laboratori di video-partecipativo, e con  Matteo Calore di ZaLab, formatore di video partecipativo, operatore e direttore della fotografia, dal 2006 collabora con il regista Andrea Segre alternando il lavoro di operatore/direttore della fotografia.

Si é parlato di come questi lavori non siano dedicati solo al tema dell'immigrazione, ma in realtá di come siano semplicemente il raccontare la societá che ci circonda, il mondo in cui viviamo; perché il terreno dell'immigrazione, con i suoi aspetti contraddittori e problematici, é ormai raccontare la nostra societá.

Fare cinema su questo nasce dalla necessitá di capire cosa ci sta succedendo e voler contrapporre alla demagogia xenofoba e a tutta quella furbizia politica, che ha cercato di alimentare questa paura "dello straniero" per ottenere maggiori consensi, il racconto di dignitá individuali, cioé di quelle che sono le storie di vita di singole persone che vivono sulla loro pelle l'esperienza di trasformare la loro vita.

Andrea Segre e Matteo Calore definiscono i loro lavori come dei film sull'Italia e sull'Europa  e su come si sviluppino delle trasformazioni dovute a questi incontri di culture; questo é un cambiamento inevitabile ma che purtroppo rimane sempre soggetto ad alimentare paure.Film come "Mare chiuso" o "I nostri anni migliori" sono diventati un importante strumento di controinformazione verso quelle censure molto pesanti fatte dallo stesso Governo Italiano, come il caso dei respingimenti.

Si é cercato di creare un incontro tra persone che capiscono di essere testimoni di un ingiustizia e persone che capiscono di essere testimoni di censure,che in questo ruolo di testimoni capiscono come lavorare insieme; ed é proprio grazie a questo che si é riusciti a produrre un prodotto vero e autentico, che grazie a queste strette collaborazioni, ha saputo aprire gli occhi, in modo molto piú efficace e diretto di altri, sul tema dell'immigrazione.

ZaLab ha portato avanti un vero e proprio percorso politico denunciando le varie sospensioni di diritti; accade, infatti, in questo paese che la polizia effettui sistematicamente pratiche illegittime, come la detenzione e i respingimenti in mare.

Tra maggio 2009 e settembre 2010 oltre duemila migranti africani vennero intercettati nelle acque del Mediterraneo e respinti in Libia dalla marina e dalla polizia italiana;  in seguito agli accordi tra Gheddafi e Berlusconi, infatti, le barche dei migranti venivano sistematicamente ricondotte in territorio libico, dove non esisteva alcun diritto di protezione e la polizia esercitava indisturbata varie forme di abusi e di violenze.Non si è mai potuto sapere ciò che realmente succedeva ai migranti durante i respingimenti, perché nessun giornalista era ammesso sulle navi e perché tutti i testimoni furono poi destinati alla detenzione in Libia. Nel marzo 2011 con lo scoppio della guerra in Libia, tutto è cambiato. Migliaia di migranti africani sono scappati e tra questi anche rifugiati etiopi, eritrei e somali.

Tramite il lavoro di ZaLand si sono raccolte quelle testimonianze dirette che mettono in luce le violenze e le violazioni commesse dall'Italia ai danni di persone indifese, innocenti e in cerca di protezione. Una strategia politica che ha purtroppo goduto di un grande consenso nell'opinione pubblica italiana.Nel corso degli anni la questione dell'immigrazione in Italia é stata rappresentata  dalle immagini trasmesse quotidinamente dai vari telegiornali serali, in cui si mandavano le immagini dei barconi provenienti dall'Albania, quella grande ondata che avrebbe invaso la penisola italiana!

Si é costruito intorno a questo un dibattito politico distruttivo, in cui nel piú assoluto silenzio era assolutamente lecito attuare respingimenti e negare protezione a chi scappava da un paese in guerra.

Partendo da "Mare chiuso" viene messo in luce di come la politica dei respingimenti é stata causata per rivendicarli ufficialmente, il che ha creato una ferita civile in questo paese.L'apice si ha quando l'allora ministro degli Esteri Maroni dichiara che Italia ha avviato le operazioni di respingimenti, lanciando peraltro una sfida a chi in Europa ha accolto e vuole ancora continuare questa politica e , inoltre, fermentando quell'humus culturale che in questi anni era giá stato preparato dalla Lega, con i suoi programmi apertamente razzisti e di politiche di terrore verso lo straniero.

Nel corso della serata é intervenuta a Vittoria Scarpa di Razzismo Stop Venezia, a proposito di un tragico episodio che si va ad aggiungere ad una lunga lista.

Un ragazzo, afgano, che era si era imbarcato in Grecia verso Venezia, é morto per asfissia soffocato nel tir dentro il quale si era nascosto per sfuggire ai controlli della polizia di frontiera.E’ l’ennesimo inaccettabile episodio che dimostra come il porto di Venezia (come gli altri porti dell’Adriatico)sia una zona di “sospensione dei diritti” in cui la prassi del respingimento in frontiera con affido al comandante della nave antepone l’ansia di disfarsi dei potenziali rifugiati e richiedenti asilo politico al dovere di tutelarne i diritti e la dignità umana.

Vittoria Scarpa ha raccontato come le responsabilità della Prefettura e del Ministero sono molto più che evidenti, ma come da decenni ormai accade, questo paese, non arretra di un passo neppure di fronte alla morte di tanti innocenti. È successo coi respingimenti di massa verso la Libia, fermati solo dalla sentenza della Corte europea dello scorso febbraio, e sta continuando ad accadere con i respingimenti verso la Grecia.

L'incontro si é concluso con l'intervento di Abdoulaye Fané dell' Assemblea richiedenti asilo di Trento, un'assemblea fondata da Abdoulaye e da tutti quei profughi che dall'ormai lontano novembre 2011 dimorano provvisoriamente nella provincia trentina.

Quello che Abdoulaye chiede a tutti noi é di conoscerci, confrontarci e discutere sulle difficoltà di chi – ospitato nel nostro paese all'interno del progetto “Emergenza nordafrica” – si trova di fronte all'impossibilità di immaginare il proprio futuro perché privo del permesso di soggiorno umanitario, condizione minima quanto indispensabile per una prospettiva di vita dignitosa e attiva.

Europa e migranti: diritti respinti e cittadinanze negate