Sonia l'Africana

Appunti sulla visita della presidente della provincia di Reggio Emilia in Libia

Utente: Emi
2 / 9 / 2009

Negli scorsi giorni abbiamo visto il dittatore Gheddafi proclamare un settimana di festeggiamenti per celebrare i quarant’anni della “rivoluzione verde”, un colpo di Stato grazie al quale il leader libico ha preso il potere.
Non a caso all’interno delle celebrazioni una giornata intera è stata dedicata al tratto di amicizia Italia-Libia, ratificato con grande orgoglio dal presidente Berlusconi e dallo stesso colonnello Gheddafi.
Il trattato è stato fatto oggetto di pesanti contestazioni, specialmente per quanto riguarda le “azioni di contrasto all’immigrazione clandestina” che prevedono la possibilità dei respingimenti dei barconi di clandestini in fuga dalla Libia e la costruzione di CIE (ex CPT, ovvero i moderni lager per migranti) anche sulle coste libiche.

Tralasciando le polemiche nazionali, sulle quali sono già stati spesi fiumi di parole e, giustamente, di indignazione, mi preme sottolineare che alle celebrazioni ha partecipato anche la presidentessa della provincia di Reggio Emilia Sonia Masini del Partito Democratico, in veste di accompagnatrice di un gruppo di imprenditori locali vogliosi di fare affari con il sanguinario dittatore libico.
La visita è stata da molti ritenuta inopportuna per almeno due motivi: innanzitutto sembra che ufficialmente il suo ruolo all’interno delle celebrazione fosse quello di capodelegazione italiana del Comitato delle Regioni presso il Parlamento Europeo. Se questo fosse vero, ancora non è stata fatta chiarezza su questo aspetto, bisognerebbe domandarle come mai è l’unica dei suoi colleghi del suddetto comitato ad aver partecipato, nonostante il netto rifiuto di tutti gli altri rappresentanti.

Il secondo motivo, quello forse più importante, è che con la sua visita ha formalmente dato l’appoggio della comunità reggiana, tra l’altro in aperto contrasto con il proprio partito e dunque verosimilmente con il proprio elettorato, ad una dittatura sanguinaria e totalmente irrispettosa dei diritti umani.
Proprio oggi sono circolate le fotografie dell’ennesimo massacro operato dalla polizia libica nei confronti dei profughi somali in rotta verso Lampedusa, tanto per capire quali sono gli effetti del trattato di amicizia.

Giustificare la visita con ragioni economiche (appoggio agli imprenditori che vedono sulle coste libiche la gallina dalle uova d’oro per il rilancio dell’economia) non è sufficiente a farci dimenticare cosa succede davvero in quel paese, non è sufficiente a giustificare un’idiozia diplomatica di questa portata.
Sarebbe importante ricordare alla Masini che le imprese hanno efficientissimi uffici export, strutture commerciali all’avanguardia e tutto l’occorrente per aprire nuovi mercati e instaurare rapporti economici con la Libia, non si capisce quale valore aggiunto possa portare la sua presenza alle celebrazioni di un leader irrispettoso dei diritti umani e di un trattato che sancisce un ulteriore peggioramento ai diritti stessi.