Non perché si voglia augurare il carcere a nessuno, ma non può passare inosservata la sproporzione tra fatti "giudiziari" recentemente accaduti.
21 studenti dell'Onda arrestati lunedì mattina, con un'operazione in tutta Italia, per la contestazione contro il G8 University del 19 maggio a Torino.
21 studenti, tra cui, per restare ai nostri territori, Max, Pippo, Benji, Omid a Padova, a cui il procuratore capo di Torino Caselli ha deciso di togliere la libertà per episodi - autodifesa da cariche della polizia - la cui responsabilità ricade completamente, oltre che sulle forze dell'ordine, su chi decide di impedire che i governati, in questo caso la popolazione studentesca, prendano parola.
21 persone incarcerate. Senza che nessun processo sia stato fatto. Per un presunto pericolo di reiterazione del reato.
È abbastanza chiaro: questi compagni sono in galera senza essere stati colti in flangranza di reato (ammesso, e of course non concesso, che di reato si tratti).
Pene sospese per tutti. Cioè, se non si capisse, carcere (due mesi, mica anni) e interdizione annullati!
La logica conseguenza che uno può trarre è che il potere giudiziario, ovviamente in buona compagnia con quelli legislativo ed esecutivo, consideri pericoloso chi lotta per vivere in un mondo con qualche diritto in più, non chi opera - Tosi è sindaco di una città, altro che semplice "propaganda" di idee razziste - per discriminare e diffondere razzismo nella società (l'omicidio di Nicola Tommasoli è maturato in questo contesto di odio per le diversità), per garantire (il)leciti profitti a imprenditori e agricoltori padani attraverso il supersfruttamento di migranti mantenuti in condizioni di neoschiavitù.
Giudichi chi legge.
Noi non diciamo Tosi in galera. A ricacciare il sindaco di Verona nella fogna da cui è uscito sarà compito di migranti e veronesi stanchi di subire sopraffazione e violenza quotidiane.
Noi diciamo Max, Benji, Pippo, Omid: tutti liberi. Subito.