Uno strappo chiaro, un ‘non governo’ sindacale, quello storico; uno nuovo, imposto dai lavoratori.

Trasporto pubblico: Firenze bloccata

Modalità Genova

5 / 12 / 2013

Le avvisaglie, a Firenze,  c'erano tutte, ancora prima di Genova ma la prova di forza, la determinazione degli autisti genovesi, aldilà della vergognosa gestione sindacale [CISAL] con cui si è, al momento, chiusa quella tornata di scioperi, ha dato quella spintarella che mancava agli autoferrotranvieri fiorentini per riaprire la partita della privatizzazione dell'ATAF, gestita come fiore all'occhiello dallo stesso Renzi.

I lavoratori non ci stanno pagare la crisi del trasporto pubblico, della sua mala gestione, rinunciando a qunto acquisito in lunghi anni di lotta e accettando un peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro.

La palla torna in gioco, con una differenza sostanziale, qui a Firenze: il rifiuto della privatizzazione e delle nuove condizioni di servizio non è spontaneo o cavalcato da un sindacato neocorporativo ma dalla RSU, in cui sono maggioritari i rappresentanti del Cobas ATAF.

Una vertenza che può fare scuola, sotto tutti i punti di vista, vediamone la cronaca.

Vista dal mattino, dall’inizio di questa giornata, si preannunciano ore complicate per il trasporto fiorentino. Per l’utenza, che non troverà neppure la corsa mattutina per raggiungere scuole e lavoro. Per gli autisti. E  per i sindacati. In Ataf, infatti, la situazione è tesissima. Da una parte i Cobas e il Sul, la Rsu, per intenderci. Dall’altra parte Cgil, Cisl, Faisa e Ugl, che parteciperanno alla protesta, anche senza averla indetta: libertà di coscienza, il messaggio ai lavoratori, e tuttavia vertenza separata con l’azienda rispetto a quella intavolata con i Cobas. Uno strappo chiaro, un ‘non governo’ sindacale, quello storico; uno nuovo, imposto dai lavoratori.

Ataf, è blocco totale: gli autisti rimangono nei depositi. Saltano le fasce di garanzia nonostante i pesanti richiami della Prefettura al rispetto della L146/92, la legge che regolamenta lo sciopero nei servizi di pubblica utilità: gli autisti gridano “Siamo tutti dentro. Non si esce. A Firenze non gira un autobus”.

Cinque dicembre 2013, ore 6:30 del mattino, è il giorno dello sciopero proclamato dai lavoratori dell’Ataf. È il giorno del blocco totale. Quello del “tutti dentro” i depositi di viale dei Mille e di Peretola. Quello che salterà a piedi pari e non rispetterà le fasce di garanzia (dalle 6:00 alle 9:15 / dalle 11:45 alle 15.15) che fin qui hanno sempre caratterizzato le proteste dell’area fiorentina.

Fin qui, ma non il 5 dicembre: da questa mattina è andata in scena la modalità Genova.

I lavoratori e la Rsu aziendale, composta da Cobas e Sul, si sono ritrovati alle 4 del mattino nei depositi mezzi per decidere il da farsi. E durante il vertice notturno, due ore prima che scattassero le finestre di salvaguardia del servizio, hanno virato decisi per quel che era già nell’aria: il tutti fermi. “Abbiamo deciso – ha detto prima dell’alba Alessandro Nannini, una vita nei Cobas, segretario della Rsu Ataf – di rimanere in assemblea permanente a sostegno della vertenza contro lo spacchettamento e contro la dirigenza che sta continuando a portare avanti una strategia assurda. Questa protesta, poi, è la risposta a chi, in questi giorni, è andato a dire per l'Italia che a Firenze la privatizzazione del servizio è stata indolore”. Messaggio e riferimento chiaro: Matteo Renzi. Una bella patata bollente per il sindaco, giusto tre giorni prima delle primarie.

Il fatto vero è che per i lavoratori, la privatizzazione comincia ad essere un boccone troppo amaro e cominciano a fare fatica a seguire le direttive dei sindacati confederali (che oltretutto hanno scelto di stare all’esterno della Rsu). Agli autisti non basta più il rinvio della divisione in tre pezzi di Ataf Gestioni (Busitalia-ferrovie, Cap e Autoguidovie, le stesse che hanno comprato Ataf sotto la regia di Fs). Gli autisti, oggi, di quel rinvio non sanno più che farsene: vogliono che il progetto spacchettamento sia accantonato definitivamente.

Come raccontava ieri Repubblica edizione Firenze:

Non si accontentano del fatto che con l’aiuto della Regione non ci saranno licenziamenti, né che il salario resterà quello di adesso nonostante, sottolinea l’azienda, sia superiore a quello del contratto nazionale e di Busitalia. Si ribellano all’aumento dell' orario di lavoro, che invece l’azienda pretende e vogliono che la disdetta dell’integrativo venga immediatamente ritirata.

Lo sciopero continua anche oggi 6 dicembre, mentre il Prefetto precetta alcuni autisti per grantire i servizi essenziali, invece altri dipendenti pubblici, a partire dai comunali, esprimono solidarietà alla lotta

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comunicato ATAF