Partecipata assemblea che rilancia la mobilitazione in Trentino per gestire l'acqua come bene comune.

Trento - Beni Comuni, democrazia e autonomia. Video interventi della serata con Alberto Lucarelli

2 / 2 / 2012

Ottima partecipazione alla serata organizzata martedì nella sala di rappresentanza della Regione a Trento dal titolo “Beni comuni: una sola lotta” con la partecipazione di Alberto Lucarelli, docente di diritto pubblico all’Università di Napoli Federico II e assessore del comune di Napoli ai beni comuni, Marco Benedetti, assessore alla Cultura del Comune di Tassullo e un rappresentante dell’ASM di Tione.
Lucarelli si è soffermato soprattutto sull’esperienza di Napoli che, immediatamente dopo il referendum di giugno, ha avviato la trasformazione della Spa Pubblica in Azienda speciale di diritto pubblico con al centro nuove forme di controllo e di partecipazione decisionale da parte delle associazioni, dei movimenti e dei cittadini.
Una scelta che permette anche di sperimentare nuove forme di democrazia partecipata nella gestione dei beni comuni che ha ricordato, Lucarelli, non è del comune, ma dei cittadini; e quindi l’amministrazione deve operare non come proprietario (seppur pubblico) dell’acqua ma come amministratore che deve rendere conto ai cittadini che sono i veri proprietari del bene comune Acqua.
Un paradigma sociale innovativo di cui non si vede traccia nelle scelte di indirizzo proposte dalle amministrazioni di Trento e Rovereto e/o dalla Provincia. Anzi le scelte di queste amministrazioni si incasellano perfettamente nelle disposizioni sulle privatizzazioni contenute nel decreto Monti sulle liberalizzazioni.
Il vicesindaco di Tassullo ha illustrato l’esperienza della sua amministrazione sui temi dell’acqua e sulle modifiche statutarie del comune in materia di beni comuni andando ad istituire, primo in Trentino, l’assessorato ai Beni Comuni.
Il rappresentante dall’ASM di Tione ha ricordato la nascita delle prime forme di gestione pubblica dell’acqua e dei vantaggi sia in termini di basse tariffe che di garanzia per i lavoratori.
L’assemblea ha ribadito che il ricorso alle Spa pubbliche (dette in house) non possono essere la risposta a quei 27 milioni di cittadini che hanno chiesto, recandosi alle urne, che l’acqua, come i servizi pubblici locali devono essere a gestione totalmente pubblica, trasparente e partecipata. Questa necessità non può essere fatta dalle spa in quanto rispondono al diritto privato e quindi non soggette a un possibile controllo da parte dei cittadini.
E in relazione alle scelte prospettate dai comuni di Trento e Rovereto e dalla Pat per Dolomiti energia, il comitato organizzatore ha fatto notare come mancassero i rappresentanti istituzionali nonostante il vicepresidente della PAT Alberto Pacher, il sindaco di Trento Alessandro Andreatta e quello di Rovereto Andrea Miorandi siano stati invitati.  Un'importante occasione sprecata che poteva aprire un dialogo con la società civile e con quanti si battono per dare, come ha fatto il Comune di Napoli, concreta attuazione al risultato referendario del 12 e 13 giugno 2011.
I comitati e l'assemblea per l'alternativa e i beni comuni hanno anche annunciato che nei prossimi giorni sarà presentato un ordine del giorno in Comune a Trento sulla questione di Dolomiti Energia. I promotori chiederanno che il Comune sia conseguente al voto popolare del giungo scorso per impegnare il Sindaco ad attivarsi per la costruzione di una Azienda Speciale Pubblica per la gestione del servizio idrico e del servizio di igiene urbana, anche in modo consortile con comuni che optano di affidare ad un’azienda pubblica, democratica e partecipata le gestione dei beni comuni.
Visto che il Trentino in materia di servizi pubblici locali ha potestà di legislazione esclusiva è possibile far valere per una volta la nostra autonomia in materia di Beni Comuni e nel contempo mantenere i diritti acquisiti dei lavoratori attualmenti occupati.
Oggi più che mai si scrive acqua e si legge democrazia.

Interventi "Beni comuni: una sola lotta"

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