Ottima partecipazione alla serata
organizzata martedì nella sala di rappresentanza della Regione a Trento
dal titolo “Beni comuni: una sola lotta” con la partecipazione di
Alberto Lucarelli, docente di diritto pubblico all’Università
di Napoli Federico II e assessore del comune di Napoli ai beni comuni,
Marco Benedetti, assessore alla Cultura del Comune di Tassullo e un
rappresentante dell’ASM di Tione.
Lucarelli si è soffermato soprattutto sull’esperienza di Napoli che, immediatamente dopo il referendum di
giugno, ha avviato la trasformazione della Spa Pubblica in Azienda
speciale di diritto pubblico con al centro nuove forme di controllo e
di partecipazione decisionale da parte delle associazioni, dei
movimenti e dei cittadini.
Una scelta che permette anche di
sperimentare nuove forme di democrazia partecipata nella gestione dei
beni comuni che ha ricordato, Lucarelli, non è del comune, ma dei
cittadini; e quindi l’amministrazione deve operare non come
proprietario (seppur pubblico) dell’acqua ma come amministratore
che deve rendere conto ai cittadini che sono i veri proprietari del
bene comune Acqua.
Un paradigma sociale innovativo di cui
non si vede traccia nelle scelte di indirizzo proposte dalle
amministrazioni di Trento e Rovereto e/o dalla Provincia. Anzi le scelte di
queste amministrazioni si incasellano perfettamente nelle
disposizioni sulle privatizzazioni contenute nel decreto Monti sulle
liberalizzazioni.
Il vicesindaco di Tassullo ha illustrato
l’esperienza della sua amministrazione sui temi dell’acqua e sulle
modifiche statutarie del comune in materia di beni comuni andando ad
istituire, primo in Trentino, l’assessorato ai Beni Comuni.
Il
rappresentante dall’ASM di Tione ha ricordato la nascita delle
prime forme di gestione pubblica dell’acqua e dei vantaggi sia in
termini di basse tariffe che di garanzia per i
lavoratori.
L’assemblea ha ribadito che il ricorso alle Spa
pubbliche (dette in house) non possono essere la risposta a quei 27 milioni di
cittadini che hanno chiesto, recandosi alle urne, che l’acqua,
come i servizi pubblici locali devono essere a gestione totalmente
pubblica, trasparente e partecipata. Questa necessità non può
essere fatta dalle spa in quanto rispondono al diritto privato e
quindi non soggette a un possibile controllo da parte dei
cittadini.
E in relazione alle scelte
prospettate dai comuni di Trento e Rovereto e dalla Pat per Dolomiti
energia, il comitato organizzatore ha fatto notare come mancassero i rappresentanti istituzionali nonostante il vicepresidente della
PAT Alberto Pacher, il sindaco di Trento Alessandro Andreatta e quello
di Rovereto Andrea Miorandi siano stati invitati. Un'importante occasione sprecata che poteva aprire un
dialogo con la società civile e con quanti si battono per dare, come
ha fatto il Comune di Napoli, concreta attuazione al risultato
referendario del 12 e 13 giugno 2011.
I comitati e l'assemblea per l'alternativa e i beni comuni hanno
anche annunciato che nei prossimi giorni sarà presentato un ordine
del giorno in Comune a Trento sulla questione di Dolomiti Energia. I
promotori chiederanno che il Comune sia conseguente al voto popolare
del giungo scorso per impegnare il Sindaco ad attivarsi per la
costruzione di una Azienda Speciale Pubblica per la gestione del
servizio idrico e del servizio di igiene urbana, anche in modo
consortile con comuni che optano di affidare ad un’azienda
pubblica, democratica e partecipata le gestione dei beni comuni.
Visto che il Trentino in materia di servizi pubblici
locali ha potestà di legislazione esclusiva è possibile far valere per una volta la nostra autonomia in materia di Beni Comuni e nel contempo mantenere i diritti acquisiti dei lavoratori attualmenti occupati.
Oggi più che
mai si scrive acqua e si legge democrazia.
Partecipata assemblea che rilancia la mobilitazione in Trentino per gestire l'acqua come bene comune.
Trento - Beni Comuni, democrazia e autonomia. Video interventi della serata con Alberto Lucarelli
2 / 2 / 2012
Interventi "Beni comuni: una sola lotta"
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