tratto da l'Adige 1.06.2011

Trento - Centro Sociale Bruno, multe e mutuo aiuto

di Franco De Battaglia *

3 / 6 / 2011

Al Centro Sociale Bruno di via Dogana è in arrivo da parte del Comune di Trento una «maximulta» che potrebbe andare da 1.500 a 9.000 euro, un «preavviso di sanzione» in seguito a un verbale di accertamento di violazione amministrativa. Nel mirino l'attività di uno spaccio solidale che viene considerato di tipo commerciale. 

La denuncia è stata fatta dal consigliere provinciale del Pdl Giorgio Leonardi e dalla Lega Nord (L'Adige 26 maggio). Ma sono così dirompenti e pericolose le iniziative del Centro Sociale Bruno se a «denunciarle» si scomodano personaggi come il consigliere provinciale Leonardi, che non sembra particolarmente noto alle cronache per il suo attivismo nel moralizzare il mondo? O dà fastidio, del Centro Sociale, quel non volersi adeguare al consumismo esasperato, quell'aver saputo trasformare la parete di una casa anonima nel più bel «murale» della città, simbolo di un Trentino che vuole saper vivere fra natura ritrovata e cultura conquistata? Dove per cultura c'è anche la libertà di comperare sulle bancarelle, e non negli ipermercati che hanno svuotato i centri storici, o rilanciare i gruppi di acquisto, come un secolo fa hanno insegnato i padri della cooperazione? 

Il dubbio è che al fastidio per una «resistenza» che rivendica la diversità si affianchi anche un far politica per assonanza, per «imitazione» del Cavaliere appena sconfitto clamorosamente - e non a caso - a Milano e a Napoli.  Berlusconi aveva cercato di vincere gettando in pasto ai cittadini false immagini della loro città. Disprezzo. Per spaventarli aveva presentato Milano (lo osservava ieri Ezio Mauro) come una sorta di «capitale del male», in balia di personaggi da esorcizzare: islamici, zingari, terroristi … Ma una città la si migliora con una buona politica sociale, non con gli esorcismi contro chi la abita. Così per Trento. 

I problemi non mancano, ma perché far apparire i 120 giovani associati del gruppo d'acquisto del Centro Bruno come truffatori? «Denunciate, denunciate, qualche cosa resterà». La denuncia del Centro Bruno ha infatti due aspetti, il primo di merito, il secondo di metodo. Sul merito deciderà chi si occupa di giustizia. L'avvocato Nicola Canestrini, che difende il Centro Sociale, ha già presentato le sue controdeduzioni, sottolineando come non vi sia commercio abusivo, perché esistono norme che contemplano la possibilità di consociarsi per acquistare prodotti insieme, quando non si creino profitti. Ma è sul «metodo» che occorre soffermarsi. Da un lato questa «voglia di denunciare», invece di risolvere i problemi insieme, mostra come da alcune parti vi sia astio verso chi vive la città, si voglia non migliorare le vita di tutti, ma punirne una parte. Forse qualche consigliere ben remunerato dimentica anche l'impoverimento complessivo dei cittadini, il crescere di diseguaglianze che frenano lo sviluppo. Per giovani precari o senza lavoro un «centro sociale» può diventare anche una soluzione.

 Dall'altro lato appare del tutto contradditorio che mentre si avvia un Festival dell'Economia all'insegna di una riflessione critica sulle distorsioni del «mercato», mentre fra gli applausi dei giovani l'economista premio Nobel Amaryta Sen sottolinea come non possa esservi sviluppo senza libertà, e come non possa esservi libertà se c'è povertà, e come la libertà di superare la povertà si ottenga con la condivisione e la sussidiarietà, ci sia chi si scaglia, nel tentativo di intimidire, proprio contro il mutuo aiuto, conto la scommessa, anche politica di fare del Trentino un «Distretto della Solidarietà». E se ci si impegnasse a dare lavoro ai giovani, piuttosto?

* storico giornalista trentino, attualmente editorialista de l'Adige