Boom di sfratti in Trentino: +36%

Trento - Help line contro gli sfratti

Attivato un "pronto intervento casa" per opporsi alle intimazioni di sfratto forzoso: numero di telefono (349 2789943), e-mail [email protected]; consulenza legale per le famiglie e i singoli sotto sfratto.

16 / 11 / 2009

Un numero di telefono contro gli sfratti, con assistenza legale e procedura di "blocco sfratto" ad opera di un gruppo di persone solidale con chi viene cacciato di casa. Lo ha istituito il Centro Sociale Bruno per rispondere all'attuale incremento degli sfratti in città.

«La nostra iniziativa - ha spiegato Federico Zappini nel corso di una conferenza stampa - è stata pensata per quelle persone che, nel momento del bisogno, si trovano senza risorse. Il diritto ad abitare viene riconosciuto dalla stessa Costituzione italiana: è impensabile buttare per la strada delle persone senza aiutarle a trovare una sistemazione decorosa».

La proposta del Centro Sociale, tuttavia, non si rivolge solamente a quelle persone che non sono in condizione di pagare l'affitto: «Telefonando al nostro numero è possibile ricevere solidarietà e assistenza legale. Il nostro impegno è rivolto a tutte le persone che si trovano a dover lasciare il proprio appartamento senza aver a disposizione un'alternativa valida. Nei casi più gravi metteremo a disposizione un servizio di "blocco sfratto" - ha aggiunto Zappini -. Si tratta di un'operazione legale già adoperata con successo in altri casi. Nel momento dello sfratto esecutivo ci faremo trovare in tanti nell'appartamento di chi deve essere cacciato e chiederemo all'autorità giudiziaria una proroga. Questo dovrebbe portare all'inizio di una concertazione che non sfavorisce nessuno».

Il numero di telefono, 349 2789943, è già operativo. E-mail: [email protected]

Un'altra questione cara al Csb è quella dei posti letto per le persone senza dimora. «Vi è una carenza di posti letto incredibile per una città come Trento - ha chiarito Stefano Rubini - e l'amministrazione non fa alcuno sforzo per aumentare il numero di quelli attualmente disponibili». Al momento, infatti, è aperto solo il dormitorio Bonomelli (con 59 posti), mentre quello dei frati cappuccini di via Brennero (23 posti) aprirà solo con il 1 dicembre. «Non comprendiamo questa scelta - ha concluso Rubini - dato che ogni sera, al Bonomelli, devono mandare via decine di senza dimora. Inoltre non dobbiamo dimenticare chi vive in stato igienico precario alla ex-Sloi e all'ex-Italcementi. Non possiamo far finta di nulla di fronte a queste persone, pressappoco una cinquantina, che non ricevono alcuna assistenza e non sono neppure prese in considerazione della politiche sociali». In merito, il Csb chiede all'amministrazione comunale un monitoraggio continuo delle condizioni sanitarie presso gli edifici abbandonati.