Nel pomeriggio una trentina di attivisti "No inceneritore" ha simbolicamente occupato la sede di Dolomiti Energia Spa e calato dal tetto uno striscione recante la scritta "NO INCENERITORE SI' ALLE ALTERNATIVE" .
La scelta della sede della multiutility, che si è detta interessata a parteciperare al bando per la realizzazione del cancro-valorizzatore, non è casuale: questa infatti è una delle lobby economiche che hanno maggiore interesse affinchè l'inceneritore venga costruito in quanto garantirebbe loro sicuri profitti.
L'iniziativa si inserisce nel percorso di mobilitazione che porterà al corteo del 30 ottobre - con partenza alle ore 9.30 da Piazzale San Severino - promosso dal Coordinamento Trentino Pulito.
Leggi il volantino distribuito:
No all’inceneritore, sì alle alternative!
E’
ormai risaputo e confermato da molti anni di studi, documenti,
convegni, esperienze di lotta in varie città nel mondo, prese di
posizione di esperti a livello internazionale, che incenerire i rifiuti è
nocivo per la Madre Terra e le genti che la vivono, che le alternative
esistono se si vuole, che dietro camini fumanti o finti impianti di
nuova tecnologia c'è una logica di business mortale per la salute e per
l'ambiente.
In Trentino siamo all'assurdo: nonostante abbiamo
ricevuto riconoscimenti per il virtuosismo di alcune nostre valli nella
raccolta differenziata e avremmo tutte le potenzialità per essere un
laboratorio di sperimentazione di un altro modello di sviluppo con meno
rifiuti e all’avanguardia nelle 3 R (Riduci, Riusa, Ricicla), il
potentato locale sta volutamente andando nella direzione opposta.
Incoraggiati
dalle lobby pro inceneritore con in testa la multiutility Dolomiti
Energia Spa - prossima ad essere quotata in borsa – e sostenuti da ISA,
cioè la finanziaria della Curia
(!), la giunta provinciale di Dellai e il Comune di Trento vorrebbero, a
breve, inaugurare l’inceneritore di Ischia Podetti. Con questa scelta
ci ritroveremmo in pochi anni, come già succede in tutte le città dove
sono sorti gli inceneritori, con rincari sulle bollette per sostenere i
costi dell’incenerimento e con un impianto che avrà bisogno di aumentare
i rifiuti da incenerire per aumentare il profitto da trarre, ovviamente
con buona pace della crisi ecologica, dei soldi non spesi per vere
energie rinnovabili, degli sforzi fatti per incrementare la raccolta
differenziata, del Trentino verde e virtuoso!
Il percorso che sta
portando alla costruzione del nuovo “mostro” è costellato di ambiguità
ed ipocrisie politiche come quelle, ad esempio, dei partiti della Lega e
del PD: a Verona (e non su Marte!), in parti inverse rispetto al
Trentino, il primo sta promuovendo la realizzazione di un inceneritore 3
volte più grande di quello di Ischia Podetti e il secondo ne è fiero
oppositore. Senza dimenticare i silenzi prolungati di una parte delle
associazioni ambientaliste che per non disturbare i manovratori sono
scomparse dal dibattito.
Tutto questo dimostra che solo a
partire da tutti noi, senza delegare a nessuno la nostra salute, il
nostro ambiente, le scelte sul nostro futuro, mettendosi in prima
persona a mobilitarsi direttamente possiamo costruire la tutela per i
nostri territori e per la nostra vita, impegnandoci nella costruzione di
spazi comuni di autogestione del territorio e senza dimenticare
l'opposizione delle comunità alle scelte imposte dall'alto.
E'
necessario intrecciare i movimenti delle comunità territoriali per la
difesa dell'acqua, dell'aria, dei beni comuni in uno spazio pubblico
condiviso che in Italia prepari l'appuntamento di Cancun e l'opposizione
al concatenamento sistemico delle crisi economica, sociale e
ambientale, costruendo una rete di azioni comuni e una lotta condivisa
per la giustizia climatica.
Per tutto questo e per il futuro
della nostra T/terra aderiamo alla manifestazione del 30 ottobre
promossa dal Coordinamento Trentino Pulito con partenza alle ore 10 da
Piazzale San Severino.
Sono 10 anni che stanno aspettando il momento per brindare assieme al vescovo, ma non glielo permetteremo!
No agli inceneritori!
Sì ai beni comuni!
Sì alla giustizia ambientale!
Associazione Ya Basta -- Aula 13 liberata -- Centro sociale Bruno – Coordinamento dei collettivi studenteschi