Trento - Rinviato lo sfratto della famiglia Ben Sassi. Al vuoto istituzionale la risposta arriva dal basso

16 / 6 / 2022

Il picchetto del Centro Sociale Bruno, dell’Assemblea Contro il Carovita e dell’Assemblea Antirazzista Trento giunto in via Bolzano 48 sin dalle prime ore del mattino ha costretto l’ufficiale giudiziario a posticipare l’ingiusto sfratto ai danni di un nucleo famigliare con minori in stato di vulnerabilità.

Una lunga giornata ma che ha saputo dare i primi, seppur acerbi, frutti. Ieri la famiglia Ben Sassi, con una bambina di 7 anni e un bambino di 1 anno e mezzo con una grave invalidità, avrebbe dovuto ricevere lo sfratto esecutivo dalla propria abitazione. L’assurda motivazione risiede tra le ombre di una clausola dalla dubbia legittimità inserita nel contratto di affitto che ha permesso al padrone di casa di avviare un'ingiunzione di sfratto nei confronti della famiglia “colpevole” di aver pagato in ritardo due rate delle spese condominiali risalenti al periodo autunno 2021. 

Nonostante l'appello pubblico del signor Lotfi Ben Sassi e la possibilità di pagare l'affitto mensile, il proprietario di casa ha deciso di proseguire con l'iter dello sfratto, manifestando le sue vere ragioni: immettere l’immobile nuovamente sul mercato a un canone più alto. Allo stesso tempo, le agenzie immobiliari a cui si è rivolto il signor Lotfi Ben Sassi non affittano se sei straniero, se non si posseggono contratti a tempo indeterminato o garanzie economiche eccessivamente cospicue. 

Ieri la città di Trento avrebbe cacciato una famiglia con dei minori in strada, tra l’immobilità e il silenzio del Comune di Trento e dei servizi sociali, che non hanno prospettato soluzione alternativa alla comunità per la madre e i bambini, rifiutata, in quanto dividerebbe la famiglia e lederebbe il supremo interesse dei bambini, in contrasto con la Convezione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. 

Al momento, l’ufficiale giudiziario ha posticipato l’appuntamento al prossimo 24 giugno, giorno in cui è stato lanciato un nuovo appuntamento per provare a bloccare nuovamente lo sfratto, per chiedere che la famiglia Ben Sassi possa rimanere fino a fine anno nell’appartamento per permettere loro di trovare un altro alloggio. 

Questo non è un caso isolato ma la conseguenza dell’assenza di interventi strutturali provinciali sul problema casa; al momento non esiste un fondo provinciale per le morosità e non sono previsti degli investimenti per aumentare il numero delle case popolari ITEA.