Svastiche in spray azzurro, come azzurre le lettere cubitali della scritta Skin con cui è stata completamente imbrattata nella notte scorsa la «Casa dei beni comuni», spazio aperto utilizzato da varie associazioni (molte legate alla sinistra giovanile) come punto d’incontro e di attività.
Un raid vandalico in piena regola, condito da minacce di morte, insulti e ingiurie. «Un gesto gravissimo» dicono in coro i consiglieri comunali e provinciali di Pd e sinistre, come i responsabili delle associazioni, «che colpisce non soltanto chi utilizza e dà vita alla Casa ma l’ intera città di Treviso, ogni persona che crede nella democrazia, e nella libera espressione».
Le scritte, scoperte alle prime luci del giorno da chi era arrivato nella sede per lavorare e organizzare l’attività, sono state subito cancellate ma il fatto è stato immediatamente riferito alla Digos della Questura di Treviso che da settimane sta facendo i conti con l’inasprimento del confronto politico tra destra e sinistra e il ripetersi di gravi fenomeni di provocazione e scontro fisico e verbale. «È necessario che tutta la città dia ora una risposta unitaria e democratica a questi gesti» incalzano i responsabili della struttura, «non bisogna lasciarsi distrarre da sterili polemiche.
Le responsabilità di quanto sta succedendo sono evidenti e sono ispirate all’idea di superiorità, di odio per il diverso, di soppressione della democrazia e della libertà che animano gruppi come il fronte veneto skinhead e organizzazioni come forza nuova e lotta studentesca». (f.d.w.)