Treviso - Una biciclettata comune contro la Pedemontana

8 / 5 / 2017

Da Zaia alla Puppato, dalla Lega al PD, sembra esserci accordo su un principio: quest'opera s'ha da fare. Si scannano sulle modalità, sui soldi, sul a chi va cosa ma tutti concordano, la Pedemontana Veneta è certamente un'opera strategica nazionale.

Ecco allora che sembra passare una narrazione unica per cui, volenti o nolenti, questa strada è necessaria, perché strategicamente è fondamentale, perché ormai è iniziata e chi la ferma più...per tutta una serie di motivi con scarsa sostanza alle spalle ma che cercano di inculcare la necessità e l'irreversibilità di questo terribile scempio.

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Nonostante la quasi totalità delle forze politiche avvallino la tesi suddetta qualcosa dal basso si muove. Spinti dal comitato Stop Pedemontana della Provincia di Treviso, ieri domenica 7 maggio decine di persone in bici hanno attraversato i territori che dividono Montebelluna e Fanzolo, che già stanno subendo devastazioni insostenibili. Tutti diretti al campo di Evelino Signori, espropriando non firmatario, che con forza si sta opponendo all'aggressività della SIS (il concessionario dei lavori e dei ricavi della strada).

Qui l'assemblea che ne è seguita è stata ricca e articolata.

L'opera voluta da Galan, Zaia, governo Berlusconi, sostenuta da tutti i governi successivi si basa su premesse false, su pronostici da ciarlatani ed è volta esclusivamente ad ingrassare le tasche di SIS e tutto l'apparato economico politico che attorno ad essa si struttura.

Com'è possibile che le previsioni del 2003 vedessero un transito di veicoli sul tratto interessato di oltre 33.000 veicoli mentre oggi si parla di poco più di 15000?

Com'è possibile che dai 170 milioni di contributo pubblico previsti siamo arrivati già a 915, con il rischio di dover pagare per i prossimi quarant'anni i ricavi garantiti per contratto a SIS?
E' possibile sostenere la necessità di un'opera così dannosa senza avere una valutazione dell'impatto ambientale degna di questo nome (essendo stata fatta solo sul progetto preliminare)?

Ricordiamoci però che l'opera è solo al 23%. Fermarla è un diritto, un dovere per la nostra terra quotidianamente martoriata, per la nostra salute, per la nostra vita. Non è questo il giorno in cui gli affaristi leghisti, centristi e di SIS l'avranno vinta. Non è questo il giorno in cui la forza delle donne e degli uomini che lottano contro le grandi opere inutili e dannose verrà meno.

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Oggi si è aperto un nuovo capitolo, un capitolo di lotta e resistenza. Questo è il nostro giorno.

Comitato No Pedemontana Provincia di Treviso