Trieste - La Barcolana sul Mare Mortum

Durante la Barcolana 50 attivisti del comitato 1 marzo di Trieste hanno simbolicamente gettato nelle acque di regata dei corpi, per ricordare la strage dei migranti.

10 / 10 / 2010

Trieste: La barcolana è la più grande regata del mondo con 2000 barche partecipanti e 20000 velisti. 200000 turisti in città, per un giorno colorato di festa sul mare.

Ma sul mare non si fa solo festa.

Sul mare muiono migliaia di bambini, donne e uomini, gli ultimi del mondo, diseredati, braccati dagli eserciti che sparano loro contro, alle volte salvati dalle loro carrette della speranza da pescatori che sfidano la legge e l'ordine che li perseguiranno per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

Anche la Lega ha messo in acqua una barca, oggi, per fare festa. Il vento del Nord.

50 attivisti del comitato 1 marzo - nato in occasione dello "sciopero degli stranieri" del marzo 2010 - hanno trasformato la Barcolana in un giorno di dignità, mostrando a tutti quei 15655 morti accertati lanciando nelle acque davanti a Piazza Unità dei corpi simbolici. Tute bianche riempite di palloncini, che galleggiando non potevano passare inosservate e hanno riportato all'attenzione di chi assisteva alla regata l'indecenza della realtà.

Ricordando anche che anche i cittadini che ancora si considerano "normali" stanno in realtà scivolando sempre più in una condizione isomorfa a quella dei migranti. Con diritti non più esigibili ma soltanto acquistabili, dipendenti di fatto da soggettività nomadi e indefinite che mutano e vagano da lavoro precario a lavoro precario su tempi scala incerti e variabili, oppure che si deformano sotto i colpi marchionnici, sotto il costante ricatto del reddito (e i diritti con esso) evanescente, nessuno è più davvero normale.

Di seguito il testo del volantino distribuito.

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Il Mare Nostrum è una trappola mortale per migliaia di bambini, donne e uomini.
 Un mare amaro, tragico, ingiusto, dove si spara addosso a chi non sta facendo altro che fuggire dalle ingiustize orrende ed indegne di una globalizzazione che devasta la terra, depreda le risorse, usa la guerra e gli eserciti come mezzo per garantire a pochi la ricchezza di molti.
Alcuni di coloro che fuggono perché a causa di ciò nella loro terra non si può più mangiare, non si può più vivere né sopravvivere con dignità e giustizia, affrontano il Meditarraneo.
Poiché non c'è un modo "legale" e pulito di chiedere accesso in Europa, lo fanno su mezzi di fortuna o sulle barche delle mafie, italiane e libiche insieme, che li dissanguano un'ennesima volta, rubandogli tutto. Affrontano il mare con la stessa umana speranza che muoveva tanti dei nostri nonni verso "lAmerica", ma trovano le vedette che sparano loro addosso e pescherecci i cui equipaggi vengono perseguiti se, secondo la legge del mare, li soccorrono quando stanno affogando o morendo di sete e fame.

A causa di ciò sono morti

15566 Donne, Uomnini e Bambini.

SONO "SOLO" QUELLI DOCUMENTATI DAL 1988 AD OGGI,
QUELLI DI CUI SI SA, MA NON QUELLI DI CUI NON SI SA.

Almeno un terzo dei migranti avrebbero diritto allo status di rifugiato, e respingerli è un crimine contro l'umanità, come la stessa ONU ha dichiarato.
Ma la legge italiana è fatta apposta per non permettere di fatto un'immigrazione regolare, ma per costruire invece la presenza di schiavi sfruttati e ricattati perché clandestini,come a Rosarno, o perché, se "regolarizzzati",  pur sempre nella condizione di perdere il permesso di soggiorno. E chi lo perde, perde tutto, compresa la libertà personale, perché viene rinchiuso in un CIE, un vero e proprio carcere. Senza nemmeno aver commesso alcun reato, e senza nessun diritto.
La verità è che i migranti nella condizione di schiavi sono assolutamente necessari all'economia (come fu per la tratta degli schiavi nei secoli scorsi), sia per produrre (più del 10% del PIL) sia perché in questa condizione diventano il modello per  comprimere i diritti di tutti.
La retorica dei respingimenti è solo una cortina fumogena per  nascondere questo fatto indegno.
Una cortina di sangue che non può essere accettata, non può  essere sopportata da un paese che voglia mantenere giustizia e dignità..

Trieste - Barcolana 2010 - 15566 migranti morti in mare

mare mortum

mare mortum - irruzione alla barcolana