Tutti a Brescia il 6 novembre

4 / 11 / 2010

COSA SUCCEDE IN CITTÁ

Nei giorni scorsi i vertici delle più importanti istituzioni di Brescia hanno tentato di cancellare con la forza militare la lotta dei migranti che vogliono uscire dalla clandestinità. Come ampiamente prevedibile gli è andata molto male: il proposito geniale di eliminare con la violenza le giuste e legittime richieste dei migranti si è trasformato in un boomerang per chi l’ha messo in atto.

I FATTI. Sabato 30 ottobre la Questura, la Prefettura e soprattutto il Comune hanno cercato di impedire una pacifica manifestazione preparata da tempo dai migranti e dagli antirazzisti di Brescia per sostenere la migliaia di persone che da anni stanno aspettando il permesso di soggiorno. Le autorità prima hanno vietato la manifestazione usando come pretesto la concomitanza con l’adunata degli alpini che in realtà si svolgeva in tutt’altra zona del centro storico. Poi hanno ordinato a polizia e carabinieri di manganellare in via San Faustino gli oltre mille manifestanti che si erano comunque radunati nonostante le forze dell’ordine da ore fossero schierate a controllare i documenti, intimidire e bloccare la circolazione delle persone, soprattutto immigrate, nella zona del Carmine. La violenza di polizia in via San Faustino è costata forti contusioni a numerosi manifestanti, uno dei quali è stato poi anche arrestato. Contemporaneamente, approfittando delle cariche di polizia in corso nel centro storico, il vicesindaco Rolfi ha inviato le ruspe a distruggere le strutture del presidio permanente per i permessi di soggiorno, in quel momento incustodito. Il presidio era in corso da più di un mese nei pressi della Prefettura in via lupi di Toscana senza che fosse ancora stata data una risposta.

E’ in conseguenza di tutto questo – della chiusura totale, dell’arroganza, della violenza e dall’incapacità di dare risposte vere ad un grave problema sociale mostrate dal Comune e dalle altre autorità – che dal pomeriggio dello stesso sabato 30 ottobre alcuni immigrati resistono in condizioni difficilissime in cima alla gru del cantiere della metropolitana in via San Faustino – p.zza Cesare Battisti. Un’azione forte, estrema e disperata perché sia finalmente ascoltata la richiesta di uscire dalla clandestinità fatta da tanti immigrati che da anni vivono e lavorano a Brescia senza aver commesso alcun reato. Sono i migranti la cui domanda di regolarizzazione presentata con la sanatoria del 2009 è stata respinta per colpa delle truffe fatte ai loro danni da datori di lavoro senza scrupoli e anche, di fatto, dal governo, che prima ha raccolto le domande (che sono costate migliaia di € a ciascun richiedente) e poi ha cambiato le condizioni necessarie per l’ottenimento del permesso di soggiorno.

E’ questo il problema che soprattutto Paroli e il suo ventriloquo (il vicesceriffo fallito Fabio Rolfi) hanno tentato di eliminare con la violenza pur di non affrontarlo. Ora se lo ritrovano più grande di prima, con i migranti ancora più numerosi e determinati nel chiedere quel che spetta loro: regolarizzazione, dignità, giustizia.

Ora è del tutto chiaro cosa intendono Paroli, Rolfi e i loro complici quando parlano della “sicurezza” che avevano promesso a tutta la città. Intendono il lavoro garantito negli uffici comunali per i loro parenti. Il poter magnare a più non posso a spese della collettività grazie alle carte di credito da assessore. Il poter svendere beni pubblici ai loro amici, o il realizzare “grandi opere” e grandi speculazioni ad impatto ambientale devastante come a San Polo. E intendono anche il continuare a garantire le proprie carriere politiche e i propri privilegi assicurando clandestinità e sfruttamento agli immigrati; odio verso gli immigrati e nient’altro ai cittadini e lavoratori italiani.

A tutte e a tutti i lavoratori, gli studenti e i cittadini di Brescia, in particolare nel quartiere del Carmine, vogliamo chiedere scusa per i disagi che può arrecare la nostra protesta sulla gru e nei dintorni. Ma vi invitiamo anche a considerare che:

- La colpa di questa situazione molto dura per chi sta attuando la protesta è degli amministratori che non vogliono dare risposta ai gravi problemi che già conoscono e che fingono di ignorare o di poter cancellare con la violenza.

- La libertà di espressione attraverso un presidio o una manifestazione oggi è messa a rischio per i migranti, ma se non la difendiamo tutti insieme domani può essere negata dalle autorità anche a chiunque altro.

- Non sono solo i diritti, le condizioni di vita e lavoro dei migranti ad essere sotto attacco. Chi ha potere e privilegi vuole fare pagare gli effetti della crisi a tutti i cittadini e lavoratori, uomini e donne, italiani e migranti, (sfratti, licenziamenti, precarietà, inquinamento, tagli a servizi e beni comuni come la scuola e gli ospedali). Per italiani e immigrati il fronte di lotta è lo stesso, contro la precarietà e per i diritti.

Con queste motivazioni chiamiamo tutti e tutte sabato 6 novembre – ore 15 piazza della loggia – alla

MANIFESTAZIONE

per i permessi di soggiorno, contro la clandestinità e lo sfruttamento. Per i diritti e la libertà dei migranti, di tutti e tutte. Contro la precarietà e la miseria. La crisi se la paghino i banchieri, gli speculatori e gli industriali.

Presidio sopra e sotto la gru di via San Faustino – P.zza Cesare Battisti

Brescia: la lotta continua, ai microfoni di Radio Onda D'Urto giunge anche la solidarietà di Don Gallo

Brescia - Appello del 4 novembre dalla gru