Tutto il governo (e anche il PD) con De Gennaro

Dopo la condanna in appello per il massacro della Diaz, il Governo respinge le sue "dimissioni" e lo "ringrazia per il lavoro svolto". A Genova? Probabilmente sì.

17 / 6 / 2010

L'intero governo si schiera con Gianni De Gennaro, l'ex capo della Polizia, condannato per l'assalto alla scuola Diaz durante il G8 di Genova nel 2001. Il Consiglio dei ministri, gli ha confermato "la piena e completa fiducia", rivelando come De Gennaro avesse "messo a disposizione il proprio incarico". Ovvero quello di responsabile dei servizi di informazione e sicurezza.

Le parole dell'esecutivo, arrivano all'indomani della condanna in Appello, ad un anno e quattro mesi per istigazione alla falsa testimonianza. Secondo il tribunale De Gennaro convinse il vecchio questore del capoluogo ligure, Francesco Colucci, ad "aggiustare" la sua testimonianza durante il processo per il blitz nella scuola Diaz. De Gennaro era stato assolto in primo grado perché le prove di colpevolezza nei suoi confronti non erano state ritenute sufficienti. Ieri, la corte d'Appello di Genova ha ribaltato la decisione. Condannando De Gennaro e Spartaco Mottola, durante il G8 numero uno della Digos genovese. Anche Mortola avrebbe suggerito a Colucci la versione da fornire in aula, raccontando in una maniera diversa quello che era stato il coinvolgimento di De Gennaro nella discussa operazione.

Le sentenze di secondo grado per i maxi-processi del G8 si sono tutte chiuse con pesanti condanne nei confronti della polizia. Tutti colpevoli i 44 imputati per i soprusi e le torture nella caserma di Bolzaneto.

Colpevoli anche i picchiatori e i mandanti del massacro nella scuola, a partire dai vertici del Ministero dell'Interno come Giovanni Luperi, attuale responsabile dell'Aisi, l'ex Sisde, condannato a quattro anni di reclusione e Francesco Gratteri, oggi capo dell'Antiterrorismo (stessa pena). Tre anni e otto mesi sono stati inflitti a Gilberto Caldarozzi, che ora dirige il Servizio centrale operativo, cinque anni a Vincenzo Canterini, allora numero uno di quella "Celere" romana.

"C'è un dato che preoccupa e di cui occorre prendere atto: i principali posti di comando delle forze di sicurezza italiane sono diretti da persone condannate in secondo grado per gravi reati e con l'interdizione dai pubblici uffici." commenta il segretario dei Radicali, Mario Staderini. Il Pd, invece, per bocca di Antonello Soro, rinnova la stima "per un uomo che ha ottenuto straordinari risultati contro la criminalità''. 

Parole che provocano l'ira di Vittorio Agnoletto, portavoce del Genoa Social Forum all'epoca del G8 2001: "Fanno i garantisti solo con i potenti e fingono di ignorare che in questo momento la sicurezza del popolo italiano è nelle mani di una persona condannata in appello per un reato grave".