Udine - Parliamo di case pubbliche

Utente: folletto
11 / 6 / 2013

Oggi 10 giugno mentre in città si svolgeva il corteo regionale di CGIL-CISL-UIL , gli attivisti del Collettivo NAU hanno deciso di iniziare un discorso nuovo nel territorio e di parlare di Reddito di Cittadinanza. Da diversi anni molti movimenti sociali hanno cominciato ad analizzare l’economia che viviamo sulla nostra pelle, chiedendo un nuovo Welfare State e rivendicando diritti che possano incidere positivamente sulle nostre vite sempre più precarie: troppo spesso gli ammortizzatori sociali attuali non riescono ad intercettare i bisogni di una fascia sempre più ampia di popolazione, quindi sempre più cittadini rimangono senza tutela.

Crediamo sia fondamentale partire dai diritti basilari, come appunto il Reddito di Cittadinanza, che secondo il nostro punto di vista non vuol dire solo denaro, ma anche diritti e servizi per tutti.

Casa, trasporti, acqua, luce, gas e cultura sono alcuni dei punti cardine del discorso.

Gli attivisti hanno srotolato uno striscione con su scritto “MENO SPECULAZIONI EDILIZIE, PIÙ CASE PUBBLICHE PER TUTTI” sulle colonne del palazzo ex-Upim, perché si tratta di un edificio che rappresenta molto bene la problematica della casa nella nostra città, infatti, mentre sempre più persone manifestano la necessità di alloggi a prezzi popolari, e fette sempre più ampie di cittadinanza hanno urgente bisogno di case pubbliche, il nostro centro cittadino vede in progetto l’ennesima colata di cemento che andrà a creare appartamenti di lusso, accessibili solamente alle fasce più benestanti. Molto grave è il fatto che tutto ciò accada proprio mentre le domande inevase dell’Ater aumentano vertiginosamente, e centinaia di alloggi pubblici (comunali, Ater e di altri enti pubblici) rimangono sfitti, obbligando le persone a rivolgersi al mercato privato.

I ragazzi hanno atteso l’arrivo del corteo e hanno distribuito volantini esplicativi ai partecipanti. In seguito, durante il comizio di chiusura della Triplice in piazza XX Settembre, i ragazzi del Collettivo si sono uniti ad alcuni militanti del gruppo Precari Autorganizzati e dell’Usi per esprimere il dissenso collettivo riguardo al recente accordo con la Confindustria, che limita sensibilmente la libertà di sciopero.