Editoriale/report e audio della giornata del 24 marzo alla Sapienza

Un nuovo inizio

UniCommon. La rivolta del sapere vivo

27 / 3 / 2011

Al termine della straordinaria giornata del 24 marzo, che ha visto la partecipazione appassionata in assemblea di oltre quattrocento tra studenti e precari, la rete UniCommon propone un primo editoriale di bilancio e di prospettiva.

A seguire i link agli speciali audio su UniCommon.org.

Essere adeguati a quello che accade. Sintonizzarsi con il ritmo dei movimenti, per scandire il proprio tempo e perché no, provare a danzare sull'orlo della crisi. Questa è stata, in estrema sintesi, la tensione prevalente che ha caratterizzato la giornata di lancio della nuova rete universitaria UniCommon. Più di 400 persone hanno attraversato i due momenti di discussione che si sono svolti all'università La Sapienza di Roma il 24 marzo.

Moltissime le realtà studentesche e precarie venute da tutta Italia: Genova, Milano, Trento, Padova, Parma, Bologna, Perugia, Pisa, Roma, Napoli. Dal problema politico dell'autoriforma, su cui si è concentrata la mattinata, fino alla tavola rotonda che ha coinvolto le altre reti studentesche universitarie e medie, i collettivi dei ricercatori e dei lavoratori dello spettacolo, giornalisti e alcune realtà sindacali sulla definizione delle scadenze che impegneranno i movimenti nella prossima primavera.


Sullo sfondo la necessità di ridefinire un progetto politico aperto e in divenire che si colloca nel punto più alto della crisi economica e finanziaria, e direttamente all'interno delle contraddizioni materiali aperte dalle politiche di austerità. Il declassamento e la riduzione a povertà del lavoro cognitivo mettono definitivamente una pietra tombale sulle concezioni euforiche e progressiste della cosiddetta società della conoscenza. È invece proprio in questo contesto che crediamo si sveli la vera natura del capitalismo cognitivo: mettere a valore i saperi e i soggetti che li producono piegandoli e sottomettendoli alla logica dello sfruttamento e della rendita. In questo contesto l'università pubblica, sottofinanziata e ridotta ad un cumulo di macerie, deve diventare uno dei campi di battaglia principali attraverso cui la cooperazione sociale riesce a sottrarsi ai dispositivi di comando e a rivendicare la propria indipendenza. Questo è il progetto di “Università del Comune” che la rete UniCommon vuole interpretare ed affermare nei conflitti a venire.

Il lungo ed intenso ciclo di lotte che si è avviato nel 2008 crediamo abbia raggiunto il picco più alto nelle giornate del 14 e del 22 dicembre scorso, contestualmente all'approvazione della riforma Gelmini. Inutile dirsi che la riforma costituisce uno spartiacque, un elemento che interroga l'urgenza politica di definire una discontinuità all'interno del nuovo contesto con l’urgenza di riprendere il progetto dell'autoriforma. Per questo abbiamo deciso di avviare una fase di elaborazione collettiva che ci condurrà a stilare un manifesto programmatico sull’Università pubblica dismessa e sull'autoriforma possibile.

L'autunno appena trascorso ha evidenziato come i conflitti agiti dalla composizione sociale giovanile e cognitiva hanno saputo parlare, non solo in Italia, un linguaggio trasversale e sono stati capaci di proporsi come punto di intersezione fra soggettività e istanze sociali differenti. In questo senso pensiamo che la sfida della generalizzazione dello sciopero convocato per il prossimo 6 maggio, sia il terreno sul quale sperimentare nuove forme di lotta.

I tumulti che si stanno diffondendo, dall'Europa al mediterraneo, pongono l'urgenza di pensare la trasformazione qui e ora: il riot e la costruzione del comune devono correre insieme verso nuove e inedite possibilità di vita.