L'originalità e la straordinaria esperienza biopolitica di Vik Arrigoni

Un sovversivo nella Striscia e nella Rete

16 / 4 / 2011

Non riesco e non riusciamo a fermare il flusso di emozioni che da tre giorni ci scuote tremendamente e che ci lascia svuotati. Ed il senso di infinita mancanza che produce l'assenza di Vik.

Si scrive per tanti motivi, per de/scrivere, per proporre, per celebrare. Per ricordare. Per avvertire che la cosa peggiore che potrebbe accadere sarebbe leggerne l'assasinio con gli occhi della retorica e del complotto, riportando la straordinaria originalità di Vittorio all'interno del “già visto”, sterilizzandone la fecondità.

Scrivere mi serve per parlare di Vittorio e con Vittorio e lo voglio fare per condividere le tracce della ricerca biopolitica di questo compagno di lotta dell'International Solidarity Movement.

Perchè ricordare è rilanciare immediatamente le nostre energie nella lotta comune dell'umanità contro la guerra, l'occupazione israeliana nei Territori e nella Striscia, la resistenza contro il dominio del religioso sui desideri di liberazione e di giustizia.

Vik stava sperimentando un nuovo percorso di ricerca politica che vorrei valorizzare, senza alcun obbiettivo di produzione di sintesi, sottolineandone alcuni trai i molti punti di straordinario insegnamento per noi che dobbiamo rimanere umani senza cedere al pessimismo della volontà ed all'infamia di chi sostanzialmente sentenzia anche oggi “Arrigoni se l'è cercata” sul principale quotidiano italiano.

Ho sentito ripetutamente Vik negli ultimi 5 anni, come ci sente nella modernità: via skype, via fb, leggendo i post sul suo blog (“Guerriglia alla prigionia dell'Informazione. Contro la corruzione dell'industria mediatica, il bigottismo dei ceti medi, l'imperdonabile assopimento della coscienza civile” come nel banner di http://guerrillaradio.iobloggo.com/) e condividendone i pezzi favoriti per moltiplicarne la diffusione.

La distanza, in ogni condizione, è resa breve dalla voglia di comunicare. Nel 2008 facemmo persino una conference call a tre dal camion del TPO in movimento in un corteo cittadino contro l'operazione Piombo fuso (http://www.radiokairos.it/Media/fla/vittorio-arrigoni-pzza-malpighi.mp3).

Vik ci insegna alcune buone pratiche dell'intervento politico radicale in un contesto complesso -e nuovo- come la Striscia. Ci dice che la prima cosa è essere indipendenti dal potere, dai governi e dalle autorità- anche da quella resistente con la “R” maiuscola.

Ci dice che la diserzione nella guerra è il primo dei modi di resistenza, che informare è politica e comunicare è disporre organizzazione nei flussi di vita contemporanei e globali.

Vik ci dice che non si sceglie mai l'alternativa meno peggiore tra due dispositivi di potere e di discorso, ma che si può e deve essere disertori e costruttori dell'alternativa politica laddove il presente non ci sembra presentare altra via se non essere tifosi di governi -e nazioni- e delle loro bandiere e bibbie.

Vik è una figura sovversiva anche per l'intervento cooperante non governativo in Medio Oriente; non stava nella socialità riservata agli Internazionali, ma viveva la strada, ascoltandone le quotidianità, i nuovi linguaggi, le nuove forme di movimento.

Per questo faceva i cortei con i giovani della Striscia stretti nella morsa della separazione dai Territori e dai limiti del sistema “laico&corrotto” di Fatah e dal filtro religioso e spesso non completamente autonomo di Hamas.

Vik intrecciò anche i Gaza Youth Breaks Out i cui manifesto recita “"Vaffanculo Hamas. Vaffanculo Israele. Vaffanculo Fatah. Vaffanculo ONU. Vaffanculo UNWRA. Vaffanculo USA! Noi, i giovani di Gaza, siamo stufi di Israele, di Hamas, dell'occupazione, delle violazioni dei diritti umani e dell'indifferenza della comunità internazionale!” e più in là “ci siamo rotti i coglioni del muro della vergogna che ci separa dal resto del nostro Paese tenendoci ingabbiati in un pezzo di terra grande quanto un francobollo; e ci siamo rotti i coglioni di chi ci dipinge come terroristi, fanatici fatti in casa con le bombe in tasca e il maligno negli occhi; abbiamo le palle piene dell'indifferenza da parte della comunità internazionale, i cosiddetti esperti in esprimere sconcerto e stilare risoluzioni, ma codardi nel mettere in pratica qualsiasi cosa su cui si trovino d'accordo; ci siamo rotti i coglioni di vivere una vita di merda, imprigionati dagli israeliani, picchiati da Hamas e completamente ignorati dal resto del mondo. C'è una rivoluzione che cresce dentro di noi, un'immensa insoddisfazione e frustrazione che ci distruggerà a meno che non troviamo un modo per canalizzare questa energia in qualcosa che possa sfidare lo status quo e ridarci la speranza. […] DICIAMO BASTA! Questo non è il futuro che vogliamo! Vogliamo tre cose. Vogliamo essere liberi. Vogliamo poter vivere una vita normale. Vogliamo la pace. E' chiedere troppo? Siamo un movimento per la pace fatto dai giovani di Gaza” (http://www.facebook.com/pages/Gaza-Youth-Breaks-Out-GYBO/118914244840679).

Vik auspicava certamente una primavera di movimento che rivoluzionasse anche gli equilibri di potere nella Striscia, senza mai esserne profeta straniero, ma ascoltando, chiacchierando e supportando attivamente con ironia e serenità. La stessa che aveva con il megafono in mano nella protezione di un campo di prezzemolo con i contadini palestinesi sdraiati dietro di lui o nelle acque internazionali di fronte alla Striscia. Anche quando andava in palestra o cenava con i volontari palestinesi dell'ospedale. O fumava i narghilè sotto le bombe (http://www.youtube.com/watch?v=gut0s2PehL0&feature=player_embedded).

Per tutto questo e molto altro siamo un po' tutti e tutte Vittorio Arrigoni. Anche chi non lo ha mai potuto conoscere.

Ciao Vik, "non vi è corazza più forte di un cuore incontaminato! Tre volte armato è chi difende il giusto; e inerme, sebbene coperto di ferro, è colui la cui coscienza è corrotta dall'ingiustizia" (W.S)

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