Le associazioni si mobilitano per un'iniziativa di solidarietà

Una città è sicura se accogliente e solidale

Venezia si stringe attorno a Ervin Doçi, il ragazzo pestato a sangue da un gruppo di leghisti

Utente: beat
15 / 9 / 2009

Oggi ha ricevuto la visita del sindaco Massimo Cacciari e del consigliere dei Verdi Beppe Caccia, Ervin Doçi, ragazzo di origine albanese che dopo il pestaggio subito domenica da otto leghisti, si è ritrovato con il setto nasale e un braccio rotti, sei punti in testa e un sospetto trauma cranico.

E' una calda domenica di settembre, e Venezia dopo dieci giorni di dibattiti culturali e ariose discussioni intorno a film provenienti da tutto il mondo in occasione della Mostra del Cinema, ha dovuto mestamente assistere ancora una volta al teatrino populista e ignorante delle migliaia di camicie verdi che da remoti paesini del nord partecipano alla consueta buffonata di fine estate arrivando a Riva degli Schiavoni e ritorno, dritti lungo l'unica strada che conoscono. Mentre il popolo NoDalMolin che intendeva manifestare in Piazza, non solo non ha avuto garantita la libertà di opinione, ma ha anche saggiato i manganelli dei carabinieri impegnati a garantire l'agibilità ai soli militanti leghisti.

Tra bandiere di tutti i tipi, cagnolini con il cappotto verde, famigliole che rigorosamente si perdono in sestieri "ostili" (difficile trovare un veneziano che ben sopporta la calata dei barbari), sono però purtroppo presenti parecchi squadristi nostralgici delle Ronde, quelli che i leader della Lega arringano dal palco e che poi prontamente negano di avere tra i loro fans. Il consigliere comunale di Venezia Alberto Mazzonetto è pronto a giurare che "no, tra i nostri iscritti non ci sono picchiatori", ma in realtà parlava chiaro il messaggio stampato sulle magliette di quegli otto che, persi fra le calli, si sono infilati nel primo ristorante aperto e si sono prodigati nel passatempo rondista per eccellenza: la caccia all'immigrato.

Che cosa significhi poi la parola immigrato, o straniero, in una città come Venezia, è tutto da discutere: Ervin è nato in Albania, vive in Italia da anni, a Venezia è stato tempo fa accolto dal Servizio comunale per minori stranieri non accompagnati, poi a sua volta ha aiutato i mediatori culturali nel loro lavoro ed ora per mantenersi fa il cameriere in un locale, i cui gestori sono cittadini italiani a tutti gli effetti, ma di origine egiziana, arrivati in città trent'anni fa e oggi dinamici imprenditori della ristorazione.

Questa è Venezia, una città viva perché vive sono le culture di cui è pregna, un luogo di destino in cui il Consiglio Comunale ha immediatamente votato un ordine del giorno in solidarietà con la vittima dei leghisti, perché Ervin è un cittadino i cui diritti sono stati calpestati, la cui libertà è stata violata: ci si chiede quindi perché al momento del voto Lega e Pdl abbiano abbandonato l'aula...

Qualcuno ha voluto minimizzare, parlando di semplici ubriachi. E' importante invece ribadire che non è una casualità ciò che è accaduto, e non ci sarà tolleranza per la presenza dei razzisti in città.

La città si sta mobilitando per stringersi ancora più concretamente attorno al giovane Ervin: le associazioni della rete cittadina Tuttiidirittiumanipe-rtutti si ritroveranno domani, mercoledì 16 settembre alle 18.00 presso il Centro Pace di via Andrea Costa, a Mestre, per organizzare un'iniziativa solidale che esprima un forte dissenso con i metodi squadristi e fascisti imposti dalla Lega.

La solidarietà della città si esprimerà senz'altro nel rafforzamento dei servizi per la tutela dei minori stranieri, messi a dura prova dai tagli e governativi e dalle recenti riforme imposte dal pacchetto sicurezza. Ma ci sarà il modo per rendere questa città ancora più accogliente, libera e ospitale: scendere in piazza, riappropriarsi del proprio diritto a vivere in un luogo solidale, aperto e proprio per questo sicuro.

Seguiranno, dopo l'incontro di mercoledì, le coordinate per partecipare alle iniziative previste.

Video sul pestaggio ragazzo albanese a Venezia