Una scelta di campo

di Gianluca Tegoni

17 / 12 / 2010

“Somos un chingo” , e per questo non ergeremo barricate, non abbiamo nulla da difendere ma tutto da conquistare.

Scendere a Roma il 14 dicembre ha rappresentato una scelta di campo.

Da una parte,c’era la politica con la p minuscola, quella della rappresentanza decaduta(la sua crisi è ormai un passato che non appartiene più a nessuno), un parlamento arrivato ai saldi di fine stagione della “democrazia parlamentare”, diviso su tutto ma unito su una cosa sola: il mantenimento “di classe” del dominio dei governanti sui governati, il dominio degli interessi privati sugli interessi comuni, il dominio del capitale sull’essere umano, il dominio dell’ignoranza di massa sull’intelligenza moltitudinaria …

Dall’altra parte, c’eravamo noi la politica con la P maiuscola, quelli che vivono attraversano e arricchiscono le “polis” con le passioni, i sogni e i bisogni materiali del presente, cittadini tutti, uniti per contrastare e cambiare il sistema mondo che vuole essere imposto dall’alto di un capitalismo feroce, che tende a non risparmiare nessuno all’interno di un sistema fatto di ricattabilità perpetua e in generale di assenza di diritti individuali e collettivi.

Il 14 dicembre ha rappresentato il naturale proseguimento della ricomposizione sociale, necessaria a fronteggiare l’imbarbarimento della crisi e i processi di ristrutturazione del dominio in seno alla società capitalista, parte non secondaria del percorso cominciato con la grande manifestazione del 16 ottobre a Roma e proseguito senza soste fino ad oggi, che troverà nuova linfa e nuova ricchezza (in vista della battaglia per un primo grande sciopero generale) nella due giorni di Marghera del 22-23 gennaio.

Roma è stata una piazza di una ricchezza unica, possibile solo grazie all’accumulo di questi mesi di lotte e resistenze attive su tutto il territorio. E’ in questo processo innovativo, in cui l’accumulo soggettivo dei pensieri, delle parole e delle azioni di ognuno di noi prende il posto della sommatoria dei vecchi e statici apparati politici del novecento (e sì, anche dell’ultimo ciclo di lotte), che si trova la chiave di volta per fare si che le istanze in movimento si traducano in ipotesi concreta, acquistino cittadinanza piena nella società e si traducano in vittorie per questo presente che non ha futuro.

Scuole, università, difesa dei territori dalle devastazioni ambientali, fabbriche, luoghi di produzione del precariato sociale e tante altre piccole ma significative lotte esprimono un unico senso comune, uniti contro la crisi perché la crisi non dobbiamo pagarla noi, e aggiungerei, noi siamo la soluzione alla crisi.

E’ il momento di osare, di agire questa scommessa, perché oggi siamo una moltitudine di non garantiti che si ri/conoscono nelle piazze, giovani e vecchi operai che attraverso il duo Marchionne/Sacconi e il collegato lavoro vedono perdere i capisaldi della loro vita(lavoro garantito e contratto collettivo, pensione), giovani studenti delle scuole medie superiori che oltre vivere una scuola pubblica di scarsa qualità si apprestano a vivere un università in cui i grandi gruppi privati entrano nei consigli e dettano le leggi del mercato nell’istruzione, universitari di oggi che vedono davanti a loro un futuro fatto di precarietà congenita e senza sbocchi(dentro e fuori l’università), abitanti dei territori condannati a vivere male nel mezzo delle devastazioni ambientali(acqua privatizzata, falde inquinate, fiumi prosciugati, discariche, inceneritori…), semplici cittadini costretti a vivere in città fantasma figlie della demagogia della sicurezza e del razzismo, migranti in balia di un permesso di soggiorno ottenibile con troppe variabili tra le quali predomina la schiavitù, militanti dei centri sociali che dopo avere superato i dogmi della sinistra del novecento costruiscono giorno dopo giorno la strada che percorrono e in questo trovano compagni di viaggio dalle più diverse esperienze, e tutti (durante questi mesi) abbiamo fatto una scelta di campo chiara e ineluttabile: Roma ha segnato il passo, siamo in cammino!