Uniti per lo sciopero

Si scrive acqua, si dice democrazia

23 / 3 / 2011

L'assemblea che si svolgerà venerdì 25 marzo alla Sapienza (aula I di Lettere, ore 14,30) è stata convocata per organizzare lo sciopero generale del 6 Maggio. Ma è evidente che quello spazio comune diventa oggi uno dei luoghi in cui affronteremo anche ciò che sta accadendo in Libia. La cosa più sbagliata sarebbe infatti pensare al percorso dello sciopero come a un sentiero nel deserto, che conduca a una qualche meta definitiva, sia essa un'oasi o un miraggio.
Lo sciopero generale è una delle tappe che possiamo tutti utilizzare per rovesciare la crisi. Con queste caratteristiche è nato, frutto di scelte di politica economica del governo ma anche di eventi imprevedibili e non scontati, come la grande battaglia contro il piano Marchionne o l'ondata di proteste contro la Gelmini. Ma anche il dibattito pubblico nel nostro paese sulla democrazia, sul rapporto tra costituzione formale e diritti reali, contribuisce a segnare, come lo sciopero, una traiettoria di lotta, di sollevazione, di resistenze e progetti alternativi per il nostro vivere sociale.
Come potrebbero dunque la guerra, le rivolte del Maghreb e Mashrek, la condizione dei profughi a Lampedusa o nei centri di detenzione italiani, non riguardare lo stesso percorso dello sciopero? Lo stop ai bombardamenti, l'appoggio alle rivolte contro i dittatori e l'accoglienza europea dei migranti sono degli obiettivi fondamentali perché descrivono, nella sua complessità, la crisi sistemica sulla quale si collocano anche i problemi del lavoro, del reddito, della conoscenza, dell'ambiente.
E ancora, ciò che succede in Giappone, la crisi nucleare che ha zittito l'arroganza delle lobbies dell'energia, non ci parla dunque anche di guerre per il petrolio?
È con questo spirito che costruiremo insieme l'assemblea di «Uniti per lo sciopero»: ancora una volta considerando lo spazio comune come un qualcosa che si costruisce in base anche a ciò che accade, ancora una volta consapevoli che nella crisi non possono esistere discorsi già fatti, ma solo rinnovate capacità collettive di analizzare quello che abbiamo di fronte e decidere cosa fare per cambiarlo. Nel rinnovare dunque a tutti l'appello al partecipare, lanciamo fin d'ora una proposta agli organizzatori della manifestazione che ci vedrà il giorno dopo in tantissimi in piazza per l'acqua, contro il nucleare e per i beni comuni: dare la massima visibilità ai tre obiettivi, lo stop immediato ai bombardamenti, il sostegno alle rivolte popolari e l'accoglienza europea ai migranti. Si scrive acqua e si dice democrazia, appunto.

* * * Guido Viale, Gianni Rinaldini, Luca Casarini, Loris Campetti

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