Sono tornati a mobilitarsi in molte città. A Brescia, a Massa Carrara, a
Milano, ed anche nel Veneto di Zaia, di Tosi, di Gobbo e di Bitonci,
nelle città di Verona e di Padova. Sono i migranti truffati doppiamente
con la sanatoria 2009. Pensata e scritta per le badanti, ciò che non
diceva l’ormai famosa legge 102 del 2009 è che gli altri, quelli al
lavoro dai caporali dell’edilizia, tra le pentole dei ristoranti, a
consegnare volantini o nei campi delle raccolte, sarebbero dovuti
rimanere nell’irregolarità.
Per la verità quella legge di cose ometteva di dirne molte. Non diceva
per esempio che non potevi essere regolarizzato se eri stato condannato
perché irregolare.
Ed effettivamente sarebbe sembrato un paradosso:
fai una legge per sanare gli irregolari, ma poi escludi chi ha una
condanna per un reato che non è che il frutto della stessa condotta e
della stessa condizione, quella di essere senza permesso. Eppure il capo
della Polizia Manganelli c’era riuscito a far diventare realtà
l’impensabile. Con la sua circolare del 17 marzo 2010 aveva ordinato a
prefetture e Questure di rigettare le domande in presenza di condanne
per l’inottemperanza all’ordine di allontanamento.
Sulla vicenda c’è poco da aggiungere. Dopo un anno di battaglie legali e
non, l’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato ha dato lapidariamente
ragione agli stranieri. O meglio, ci sarebbe poco da aggiungere se
Maroni, dopo la decisione, non avesse diffuso lo scorso 26 maggio una
circolare in cui ordinava di sospendere il rilascio dei permessi di
soggiorno nonostante la sentenza.
Ma c’è una storia di cui si conoscono poco i contorni e che parla più che mai del territorio del Nord Est. E’ quella di migliaia di migranti truffati proprio con la sanatoria del 2009 da sedicenti commercialisti, avvocati, professionisti, che hanno promesso loro il tanto sperato permesso di soggiorno dietro il pagamento di cifre esorbitanti. Un affare che ha fruttato dai 4 ai 10 milioni di euro agli aguzzini.
Ma come è possibile?
Nel Veneto governato dalla Lega la ricerca del nemico è una costante: a
volte tocca ai professori "terroni", altre all’Europa dei cetrioli, c’è
posto ovviamente per il grande problema dei ministeri al Nord che tutti
sentiamo come prioritario o per gli insopportabili studenti
indisponibili ad accettare le riforme. Ma certo il leit motiv, il nemico pubblico numero uno, qui più che altrove, non possono che essere i migranti.
Così mentre il carroccio che Governa la Regione, molte provincie, ed
alcuni comuni capoluogo, è impegnato a "proteggerci" dagli stranieri, le
mafie di ogni tipo fanno affari.
E non è un caso che mentre tutti guardano da un’altra parte siano
proprio loro, i migranti, ad essere le principali vittime di queste
organizzazioni.
La Bossi Fini, i vari pacchetti sicurezza e le norme che
ha ereditato dalla Turco Napolitano sono un terreno utilissimo per
costruire facili profitti. Non solo quando si parla di sanatoria ma ogni
pezzo di carta, ogni adempimento burocratico, ogni requisito da
dimostrare per rinnovare con difficoltà il permesso, per ottenere un
diritto, per evitare un espulsione, per ricongiungersi con un parente,
ha un prezzo.
Puoi pagare per una residenza o per avere una semplice dichiarazione di
ospitalità. Sono molto ambiti, e con la crisi ancor di più, i contratti
di lavoro, ma anche una proposta di assunzione con il decreto flussi o
una idoneità di alloggio fruttano bene. L’alternativa? Perdere il
permesso di soggiorno, non vedere i familiari per anni, finire in un CIE
o in un aereo pronto a deportarti fino al paese di cui hai il
passaporto ma che non aveva nulla da offrirti quando sei partito ed oggi
offre ancora meno.
Il prezzo insomma lo decide la legge, lo decidono le restrizioni delle norme ed il mercato, di questi tempi, va a gonfie vele.
La sanatoria 2009, con il suo carico di "operazioni" andate storte e con il coraggio di chi ha denunciato i truffatori, potrebbe essere una grande occasione per mettere mano a questo giro di affari che a nussuno sembra interessare perché comunque, in fondo, la sua funzione la svolge bene, garantendo in ogni caso chi può pagare, chi può permetterselo, e quindi in fondo può ben sperare nel trovare chi lo "aiuterà" a superare i criteri folli di questa legge ingiusta.
Di Camorre che mettono radici al Nord sono piene la pagine dei comunicati stampa del ministero. Le procure hanno lanciato da tempo, ma qui, nei pressi di una stazione o tra i giardini della periferia, lo sguardo è rivolto verso altri obbiettivi.
Ma cosa è successo nel settembre 2009 nel Veneto? E cosa accade intorno alle truffe?
Tutto ha inizio, o sembra aver inizio, con una operazione della Guardia
di Finanza del settembre 2009, proprio nell’ultimo giorno utile per
l’invio delle domande di emersione. All’interno dello studio BE.DA di
via Crosaron a S. Bonifacio, sede operativa di Antonietta Bifulco,
sedicente commercialista "esperta del settore", sono stati sequestrati i
computers e gli spiccioli realtivi alle domande inoltrate in giornata.
Con lei altri arrestati: la figlia, ma anche una serie di altri attori
della truffa operativi a Vicenza e a Padova. Solo successivamente però,
grazie alle denunce depositate dagli stessi migranti truffati, si
comincerà a comprendere che le reali dimensioni della truffa, i contorni
dell’associazione a delinquere, i legami tra i diversi nodi della rete
d’affari, sono ancora del tutto oscuri.
A Padova lo stesso
meccanismo faceva capo a Claudio Tinello, anch’egli commercialista,
operante ad Este. Come la Bifulco anche Tinello utilizzava
"procacciatori", preferibilmente stranieri, operanti in diverse città ed
attivi sia nel diffondere false informazioni rispetto alla possibilità
di regolarizzare la posizione di soggiorno iniziando una nuova attività
lavorativa, sia nel raccogliere soldi e documenti dopo aver convinto
disperati aspiranti lavoratori.
A volte i "mediatori" erano "inconsapevoli", altre veri e propri
collaboratori stretti dei capi, già nel giro del caporalato migrante
targato ricco nordest.
Ma non siamo investigatori e neppure ci piace il ruolo che invece altri dovrebbero svolgere. Così ci limitiamo a darvi conto di alcune "notizie" che chiunque potrebbe trovare e chiedendoci soprattutto come mai queste sensazioni (che spesso ci vengono consegnate da storie di gente in carne edo ossa) non siano interessanti anche per chi potrebbe fermare la truffa e proteggere i migranti.
Non serve molto. Basta fare una brevissima ricerca nel web per scoprire che la Bifulco, nel 2006, giocava con il clan dei Casalesi a truffare aziende alimentari nel Veneto, mentre il Tinello, perseverante, si era divertito a truffare gli stranieri anche con la sanatoria del 2002 e probabilmente lo farà anche con la prossima visto che nessuno ha intenzione di andare fino in fondo....
Cercando di mettere insieme i pezzi di questo rovinoso
puzzle della degenerazione leghista veneta, abbiamo scavato nel
dimenticatoio dove per anni avevamo riposto molti dubbi, molte
situazioni non chiare, molti nomi che non sembravano destare
preoccupazione, solo disprezzo.
Così per esempio, scopri dal racconto di un ragazzo che quello che l’ha
truffato, (Mister B) pochi mesi prima si era fatto i soldoni con
un’altra truffa organizzata intorno agli ingressi per tirocinio
formativo che aveva coinvolto anche un avvocato, l’avvocato S. Ci
Ripeschiamo così dal cassetto dei ricordi il nome di un avvocato C,
molto amico del primo, che per anni abbiamo sentito nominare, che ci
eravamo limitati a disprezzare perché spesso era difensore degli
stranieri ma anche dei loro accusatori, perché sapevamo che con facilità
e contro la deontologia dell’ordine proponeva convenzioni informali con
tanto di percentuale sui guadagni a patronati ed associazioni. Ma il
nome dell’avvocato C era anche saltato fuori più volte in relazione alla
truffa dei visti e dei tirocini (per cui l’avvocato S con cui vanta una
stretta amicizia è indagato)
Noi detective dell’ultima ora abbiamo anche scoperto che spesso
l’avvocato che i truffatori hanno indicato come possibile via d’uscita
ai truffati della sanatoria, una volta che il giocattolo dei soddisfatti
o rimborsati (paghi hai il permesso) si era rotto, si chiama proprio
avvocato C. Incredibile!
Da quello studio legale non è uscita neppure una denuncia contro i
truffatori ma invece sapienti consigli tipo: "simuliamo il licenziamento
così ti prendi un permesso per sei mesi". Ma certo, gli avvocati sono
chiamati a difendere anche i criminali veri....
Ma l’avvocato C è talmente famoso e bravo che i migranti di tutta la
provincia lo conoscono. Così ti arriva uno dalla zona dell’alta padovana
che quando ti racconta chi ha inviato le domande di tirocinio formativo
(un Mister A) lavora con l’avvocato C che si sta interessando della
vicenda. Ti raccontano poi che gli stessi hanno fatto anche un pò di
sanatorie, ma sono solo strane coincidenze.
Fino a quando incontri un altro migrante che pur abitando dall’altra
parte della Provincia, quando racconta la sua storia (truffato da Mister
M), ti racconta anche che è stato proprio il suo truffatore a portarlo
dall’avvocato C per vedere di risolvere l’inghippo.
Che sfortunato l’avvocato C, tutti fanno il suo nome e lui è così disponibile con i clienti....
Ma rimaniamo sulle informazioni che è possibile
diffondere (e teniamo per le procure che volessero ascoltare quelle che
solo i migranti possono dare). Facendoci un rapido giro sul web,
attraverso google e facebook per esempio (altro che Polizia Postale), è
sempre "incredibile" scoprire come lo stesso truffatore, mister B, amico
dell’avvocato S, sia amico anche dell’avvocato C. E sempre per
coincidenze che solo dei malfidenti come noi possono mal interpretare,
si può anche notare che il caro mister B, che conta poco più di una
decina di amicizie su facebook, vanta tra i suoi amici il sindaco di un
paese di "montagna" arrestato per aver organizzato una mega estorsione
con la ’Ndrangheta. Ma voi direte: facebook non fa testo certo...solo
malelingue...
Poi ti imbatti in Mister F che, non pago delle truffe organizzate anni
addietro fornendo contratti di lavoro falsi per rinnovare i permessi di
soggiorno si è ricavato anche la sua piccola fetta di mercato
nell’ambito della sanatoria.
Quante casualità in questo Veneto in cui la legalità è il primo dei valori osannati dal Carroccio contro gli irregolari.
Se Mister F sia amico di Mister B, se l’Avvocato C e l’Avvocato S siano parti attive della truffa, se Mister A, Mister M e tanti altri siano tra loro legati ed orgaqnizzati, se Antonietta Bifulco e Claudio Tinello dirigessero anche altre operazioni non è certo compito nostro scoprirlo.
Di certo ci sono migliaia migranti truffati nel Veneto,
qualche milione di euro messo al sicuro e pronto per essere rimesso in
circolazione una volta ripulito da chi sa farlo bene, delle istituzioni
timide e paralizzate, altre volutamente disinteressate.
Non c’è dignità in questa storia ma possiamo ritornarla ai migranti ed a
questo Veneto se avremo il coraggio (e se lo avrà chi dovrebbe averlo)
di andare fino in fondo, di concedere protezione a chi ha denunciato i
criminali, di restituire a noi tutti quel pezzo di dignità che la Lega e
gli affaristi hanno strappato a questa Regione.
Nicola Grigion