Che la Lega fosse in crisi era chiaro. Dopo anni di governo le sue promesse si sono infrante contro l’ennesima Manovra centralista, fatta di tagli agli enti locali, di tasse, di aumenti dei costi della sanita’ e di peggioramenti dei servizi.
Il
“grande” raduno dei popoli padani che solo l’anno scorso aveva
registrato ventimila presenze, oggi ha
visto la misera partecipazione di meno di quattromila di militanti
precettati. Ciononostante l’intervento di Bossi e’ stato accolto
da rumorose contestazioni che segnalano un malcontento interno ormai
inarginabile. La commedia
e’ davvero finita. Del
resto quanto accaduto ieri alla manifestazione di cittadini che ha
contestato il raduno leghista, prova l’arroganza di un partito che
ha perso completamente il contatto con le comunita’ locali e che
impone decisioni centraliste a suon di manganellate, in Val di Susa
come a Venezia. Domani,
dalle ore 14.30, noi promotori della manifestazione di sabato, saremo
presenti in Consiglio comunale per denunciare l’inaccettabile
anomalia democratica di un uso politico-privatistico delle forze
dell’ordine. La responsabilita’ di quanto visto ieri e’ del
ministro Maroni che ha imposto una gestione scellerata e autoritaria
della piazza, calpestando le più elementari regole democratiche e le
istituzioni cittadine. La nostra presenza di domani sara’ anche un
segno di vicinanza e di affetto verso quei consiglieri comunali
feriti dai manganelli di Maroni. Tutto cio’
con l’aggravante di provocazioni da parte di esponenti delle forze
dell’ordine che hanno seguito ed insultato gruppi di manifestanti
per tutta la notte con il chiaro intento di innescare ulteriori
incidenti. Proposito fortunatamente mancato grazie al buon senso dei
cittadini. La
citta’ di Venezia, tradizionalmente libera, aperta e plurale, non
aveva mai assistito ad una tale dose di arroganza e di violenza
esercitata contro cittadini intenti a manifestare pacificamente.
Domani ribadiremo la nostra indignazione, ma anche la più ferma
convinzione che il tempo della Casta padana è finito, e inizia
quello dell’alternativa. I promotori dell’appello “Venezia bene comune" Venezia, 18
settembre 2011