Venezia - Brunetta ha paura

Il ministro non si presenta all'incontro organizzato da Ca' Foscari per paura di contestazioni

19 / 3 / 2010

Oggi pomeriggio alle 16:00 era previsto un incontro pubblico, organizzato da Ca' Foscari, con il candidato sindaco PdL e Ministro Renato Brunetta.

All'incontro, che doveva svolgersi all'interno dell'Auditorium di S. Margherita, erano stati invitati a partecipare, direttamente dall'università, gli studenti dell'ateneo veneziano.

E gli studenti c'erano, puntuali e numerosi: dalle 15:00 pazienti attendevano l' arrivo di Renato Brunetta.

Porte sbarrate con schieramento di forze in tenuta anti-sommossa fino alle 16 in punto, poi gli otre cento studenti sono potuti entrare e prendere posto. Durante la lunga attesa – sempre sotto l'attenta supervisione degli agenti - l'atmosfera è stata resa più allegra dagli universitari, tutti muniti di ironici ciucci-caramella colorati.

Brunetta, avvertito della scomoda presenza  ha fatto dietrofront e rifugiandosi dietro un' improbabile scusa, ha annullato il dibattito alle 16:45.

Gli studenti li avevo gli argomenti da portare al prof. Brunetta, ed in effetti, la fuga del Ministro suggerisce la sua consapevolezza che in un faccia a faccia gli insulti e le provocazioni che caratterizzano la sua politica sarebbero stati perdenti.

Questo l' intervento degli universitari:

Il Ministro Brunetta, oggi candidato Sindaco di Venezia, ha spesso e volentieri dichiarato che i giovani sono da considerarsi pigri o quantomeno svogliati, incapaci di uscire dal nido materno perché abituati troppo bene: insomma dei BAMBOCCIONI.

Non escono di casa, questi giovani, non si trovano un lavoro remunerativo, studiano all’infinito perché fa comodo. Facile così! Quindi ecco la proposta del caro Ministro: una legge che obblighi questi giovani a farsi strada nella vita levandosi dal tetto sicuro della famiglia appena maggiorenni.

Perché si sa, in questo momento di crisi, e in realtà ormai da anni, le opportunità per i giovani studenti, laureati o non, sono innumerevoli ed estremamente appetibili: come non volere sottostare ad anni di contratti a progetto, rinnovati magari ogni 3 o 6 mesi, alle agenzie interinali o alla sottomissione totale a un qualche barone universitario sperando di “vincere” un dottorato o un posto qualsiasi nell’Università?

Facile per Brunetta dare degli incapaci cronici, dei Bamboccioni a centinaia di migliaglia di studenti che nella maggior parte dei casi lavorano in nero per 6 euro l'ora e che senza l'aiuto dei genitori non potrebbero mai pagarsi vitto, casa, libri e tasse universitarie. Facile, ma ipocrita detto da chi otre allo stipendio di Ministro e bramoso di quello da Sindaco, si becca senza far niente anche un prepensionamento da 51000 euro annui dall' Università (dal 2009). Quanti stipendi dobbiamo pagarLe?

I giovani, gli studenti e i precari vivono da anni una condizione di precarietà che è paradigma stesso di tutti gli ambiti della vita, delle relazioni, del lavoro, dello studio.

Ed ecco quindi la boutade di Brunetta sui 500 euro mensili da dare ai giovani, prendendoli dalle pensioni e instaurando uno scontro tra generazioni, è colpa dei padri e delle madri che continuano a lavorare e non lasciano il posto ai figli se la disoccupazione giovanile dilaga.

Certo, l'assegno non basta: ci piacerebbe anche vivere in un paese in cui le riduzioni a cinema e teatro non fossero solo per i reduci di guerra del '15-'18, o in cui ci si potesse spostare per le città gratuitamente con mezzi pubblici decenti, tanto per fare qualche esempio.Vorremmo gratuiti gli ingressi ai musei.

Un paio di idee in effetti ce le avremmo, noi che abbiamo viaggiato un po' più dei nostri genitori, e che abbiamo conosciuto i nostri coetanei europei francesi, spagnoli, tedeschi, svedesi o danesi.

Ci hanno parlato di contributi per gli affitti ai giovani, di assegni mensili per le giovani coppie, di reddito di cittadinanza garantito, di università gratuite o quasi, del sostegno e della qualità dei servizi per la mobilità.

Insomma, quella gamma di misure di welfare diretto o indiretto indirizzato ai giovani che in Italia sembra fantascientifico o utopico, ma che in realtà, sempre di più nel dibattito “specializzato” e, ancor prima, nelle rivendicazioni dei movimenti, come l'Onda, prende corpo come programma non solo giusto, ma ormai indispensabile, ancor più in tempo di crisi e di crescente e drammatica disoccupazione.

Nella cappa di silenzio del governo su questi temi, le dichiarazioni di Brunetta hanno dunque provocato, qui grande imbarazzo, lì improbabili rilanci sul tema.

Ma per fortuna nel mondo, studenti, precari e giovani si organizzano e vivono, occupano case, strappano crediti formativi con le loro libere attività di ricerca, lottando contro questo modello di addestramento al sacrificio.

La nostra generazione, a cui viene negata ogni possibilità di progettare la propria crescita senza dover pensare per forza all'espatrio, il culo già se lo fa, tanto che siamo pure un po' stanchi e ci godremmo volentieri un po' dei soldi che girano dalle parti dei ministeri e dei consigli di amministrazione.

Vogliamo agire e continuare a dire che non pagare la crisi vuol dire reclamare reddito, per noi, per tutti, per i giovani e i meno giovani.

Per concludere, caro Ministro, diciamo che piacerebbe anche a noi essere pagati per passare il weekend a Venezia, la città che abbiamo scelto per studiare e per vivere, come da suo programma.

NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO