Venezia - La libertà di dissenso non si condanna!

Comunicato stampa dei promotori della manifestazione "Venezia Bene Comune" del 17 Settembre, in risposta alle dichiarazioni della Questura e della Prefettura di Venezia

1 / 10 / 2011

Noi, associazioni e movimenti, organizzazioni sindacali e forze politiche, promotori della manifestazione di sabato 17 settembre “Venezia è bene comune. Lega nord, la commedia è finita!” apprendiamo con stupore dell’operazione con cui la Questura di Venezia ha ieri annunciato, con grande rilievo mediatico, cinquantanove denunce a carico di altrettanti partecipanti alla manifestazione. Si tratta, evidentemente, del tentativo di rispondere alle critiche, giunte da ogni parte, per la gestione dell’ordine pubblico in quella giornata segnata dal divieto immotivato della questura di manifestare in città e comunicato ai promotori il pomeriggio del 16 settembre, la sera prima della manifestazione. Le accuse di “violenza” a carico di alcuni tra i manifestanti cercano di nascondere una verità che è sotto gli occhi di tutti: il 17 settembre fino all’ultimo, con un incontro in prefettura alle 11 del mattino, i promotori hanno proposto soluzioni e percorsi anche diversi pur di garantire il pacifico svolgimento del corteo comunicato alla questura ai primi di agosto, ma si sono scontrati con una decisione, evidentemente già presa a livello politico e gravissima , che aveva l’obiettivo di impedire il diritto di manifestare, svilire la democrazia , ferire e umiliare la città di Venezia: non si volevano cortei di protesta in città il giorno prima dell’adunata leghista. Come promotori dell’iniziativa ci siamo tutti insieme, collettivamente, assunti la responsabilità di denunciare i divieti e di rivendicare il nostro diritto a manifestare.

Ed è grave il fatto che la Digos della Questura di Venezia non sia riuscita a individuare i responsabili della aggressione nei confronti del consigliere comunale Beppe Caccia, la cui dinamica è nota a tutti i presenti: è stato deliberatamente e ripetutamente colpito al capo dalle loro manganellate, fino a provocarne un trauma cranico commotivo e il successivo ricovero d’urgenza. La Questura di Venezia impedendo il diritto di manifestare si è prestata ad un attacco senza precedenti all’esercizio dei diritti costituzionali nel nostro territorio per ragioni esclusivamente politiche e direttive che provengono dal ministro dell’Interno Maroni, preoccupato solo di tamponare la crisi di consenso e di immagine del suo governo e del suo partito.

Ci assumiamo collettivamente l’onere della difesa di tutte le persone denunciate, certi che saranno tutte prosciolte dalle accuse che vengono loro mosse e ci impegniamo a denunciare con ancora maggior forza le gravi responsabilità politiche per quanto accaduto lo scorso 17 settembre.

Dolores Viero (Rete Tuttiidirittiumanipertutti), Giorgio Molin (Segretario Regionale Fiom Veneto), Pierangelo Pettenò (Consigliere Regionale Veneto Federazione della Sinistra), Sebastiano Bonzio (Consigliere Comunale Venezia Federazione della Sinistra), Sandro Sabiucciu (Coordinamento Provinciale Sinistra Ecologia e Libertà Venezia), Vittoria Scarpa (Ass. Razzismo Stop), Roberto Trevisan (Assemblea Permanente contro il Rischio Chimico), Davide Carnemolla (Scuola di Italiano per migranti Liberalaparola), Francesco Penzo (Ass. Il Villaggio), Stefano Micheletti (COBAS Scuola), Michele Valentini (Centro Sociale Rivolta), Tommaso Cacciari (Casa dei Beni Comuni Morion), Libreria Marco Polo, Coordinamento Studenti Medi Venezia Mestre, Coordinamento Studenti Universitari Venezia