Motivi di ordine pubblico. Il questore vieta la sfilata di Forza Nuova

Venezia si mobilita per dire no a razzismo e xenofobia

“Divieto o no, verranno lo stesso. Prendiamo noi la piazza per ribadire che in laguna non c’è spazio per l’odio e la violenza”

26 / 3 / 2014

Due giorni fa mi è arrivato un messaggio sulla mia chat privata di Facebook. C’era la foto di Carlo Giuliani morto. In sovraimpressione la scritta “Carletto steso a prendere il sole”. Sotto c’era scritto “Skifoso komunista farai la fine di questa merda. Ci vediamo nella miskia il 29”.
E questo è solo un esempio, e neppure il più truce, di quello che è tracimato dalle fogne di Forza Nuova in queste ultime settimane per impestare le bacheche dei social network che hanno postato l’appello a mobiltarsi contro la manifestazione fascista di sabato prossimo. E quel che è toccato leggere a me, è comunque niente in confronto a quanto hanno vomitato sui consiglieri Beppe Caccia e soprattutto Camilla Seibezzi, colpevoli di essere in prima fila contro l’omofobia e il razzismo. 

In tutta questa squallida voglia di fare male, prima ancora con le parole che con i bastoni, c’è tutto il motivo per cui il divieto del questore alla parata nera non ci risolve niente. Dobbiamo essere noi, in prima persona, a rispondere con una esplosione di vita e di gioia. Dobbiamo riprenderci le piazze e i campi di Venezia e riempirli di cose belle. Musiche, poesie, sogni, acrobazie, bambini, giochi, balli e colori. Riempirle di tanta voglia di vivere e di tantissima libertà. Perché di queste cose i fasci hanno terrore. Ne hanno terrore perché sono la negazione di ciò che sono: odio, violenza, paura e ignoranza.
Ben venga il divieto alla sfilata da parte di Questura e Prefettura - pure se motivata da questioni di ordine pubblico e non da principi antifascisti - ma sia chiaro che sabato per Venezia sarà sempre e comunque una giornata di mobilitazione.
Lo hanno ribadito chiaramente le oltre 300 persone - e non solo i “soliti” attivisti degli spazi sociali - che hanno animato ieri sera l’assemblea cittadina svoltasi ai magazzini del Sale.

“Il divieto del questore è certo un fatto positivo ma rischia di sgonfiare la mobilitazione - ha commentato Tommaso Cacciari, portavoce del laboratorio Morion -. Ed invece dobbiamo impegnarci più di prima. Intanto perché verranno lo stesso, divieto o non divieto. E poi perché un divieto calato dall’alto, per questioni di ordini pubblico, non sarà mai efficace coma una mobilitazione cittadina per dire no a Forza Nuova e alle sue logiche omofobe e razziste. Sabato dobbiamo mettere in mostra il vero volto di Venezia, una città che ha sempre detto no anche alla Lega e alla sua xenofobia. Una città che ha fatto dell’accoglienza e della multiculturalità la sua forza vitale”. 

Non è un caso che Venezia, che per tanti versi ha da sempre rappresentato una anomalia in una Regione votata al Carroccio e alla destra, sia da mesi sotto attacco delle formazioni fasciste, che hanno cercato di penetrare nel tessuto sociale prima travestite da forconi e ora, forti anche di un clima nazionalista e nazista che si respira in tutta Europa, anche senza l’orpello di mascherature democratiche. “La storia ci ha insegnato che più la crisi morde e più prendono piede ideologie violente che leggono nel diverso la colpa di quanto accade - ha spiegato Marco Baravalle, portavoce del Sale -. Oggi Venezia è il simbolo di chi resiste a questa deriva. Lo abbiamo dimostrato il 14 dicembre e l‘8 marzo al cavallo di Troia dei forconi. Sabato dimostreremo direttamente a Forza Nuova che questa città è vaccinata contro il fascismo. Invitiamo tutti a mobilitarsi perché è questa, e non il divieto della questura la nostra vera forza. Il vero pericolo è quello di snobbarli, di sottovalutarli. Di dire: non curiamoci di loro e lasciamoli nella loro fogna. Questo ragionamento avrebbe forse avuto un senso dieci anni fa. Ma non in un presente in cui l’intera Europa intera sta correndo verso il baratro del fascismo”. 

Tutti in piazza quindi. Sabato sarà una giornata di musica e festa. Si festeggia la Venezia libera e democratica. Banniamo i fascisti dalla nostra città proprio come, senza odio ma con addirittura un briciolo di pietà, li abbiamo bannati dalle nostre bacheche.