Venezia, un consiglio straordinario contro lo scippo

Cittadini e associazioni a fianco del Comune per difendere l'Arsenale. Solo il Pdl vota no: "è un trucco per boicottare il Mose".

7 / 11 / 2012

La questione dell’Arsenale arriva in consiglio comunale grazie ad un incontro straordinario aperto alla cittadinanza e alle associazioni. L’appello lanciato dal sindaco Giorgio Orsoni contro lo “scippo” dell’antica struttura è stato accolto anche da sei parlamentari veneziani (4 del Pd e uno della lega) che, lunedì 5 novembre, sono intervenuti a Ca’ Farsetti per testimoniare il loro appoggio alla “causa” e assicurare tutto il loro impegno per cambiare in sede istituzionale il testo proposto dal ministro Corrado Passera.

Sino ad oggi comunque un solo emendamento è stato depositato, quello firmato dal senatore Felice Casson in cui il senatore chiede esplicitamente di eliminare dal testo il famoso “codicillo” che  “scippa” la fetta più pregiata della struttura per dirottarla, sia pure indirettamente, al Consorzio Venezia Nuova. Altri emendamenti, a prestar fede a quanto assicurato dagli esponenti degli altri partiti come Udc e Lega, verranno presentati nei prossimi giorni, quando il testo licenziato dal Senato arriverà alla Camera. L’approvazione definitiva del testo è attesa per la fine di dicembre. Solo a questo punto sapremo se l’Arsenale di Venezia tornerà in mano ai veneziani. 

Intanto, in Consiglio Comunale, cittadini e associazioni varie, dal remo sportivo alla tutela dell’ambiente lagunare, hanno fatto sentire la loro voce chiedendo un progetto dal basso, condiviso e trasparente, senza imposizioni ministeriali, per disegnare spazi e destinazioni a servizio della città. Davanti a Ca’ Farsetti, i club di vela al terzo hanno presidiato la fondamenta con le loro coloratissime imbarcazioni. Dentro il palazzo, cittadini e portavoce di associazioni hanno assistito al dibattito esponendo cartelloni sul tema “Arsenale bene comune”. Peccato solo che le tante pause e le lungaggini del dibattimento, cominciato con la canonica ora e mezzo di ritardo, abbiano sfinito gli spettatori e, i serata, solo il colorato presidio dei ragazzi del Morion è riuscito a tenere botta. 

La lunga e accalorata discussione su una questione che, alla fin fine, potrebbe apparire scontata - è giusto che sia Venezia e non la politica romana a gestire l’arsenale di Venezia? - non è riuscita in ogni caso a trovare uno sbocco unanime, nonostante il sindaco abbia cercato in tutti i modi di imbarcare tutto il consiglio su una piattaforma comune. Portato a casa il sì della Lega (paroni a casa nostra) e anche dell’esponente dei grilli, ha dovuto incassare il nyet del Pdl. “Io non mi faccio incantare da Orsoni” ha dichiarato il capogruppo Alessandro Zuin, spiegando che, a parer suo, la richiesta di assegnare l’area al Comune sarebbe solo un “trucco per boicottare le opere del Mose” che  dovrebbero essere svolte proprio all’interno dell’antico Arsenale. Ma se è vero che additare Giorgio Orsoni come un pericoloso No Mose è una faccenda un tantinello tirata, è anche vero che, come abbiamo già scritto, la vera questione che verte sull’arsenale è proprio qui: la gestione degli spazi dove verranno compiute le costosissime manutenzioni alla paratie mobili. Un affare da miliardi che è la vera posta in palio della partita che Comune e Consorzio stanno giocando sopra quello che, un tempo, era l’arsenale della serenissima flotta dei dogi.