Venezia - Via i nazisti dalla curva

Basta silenzi complici. Solidarietà a tutti gli antifascisti

9 / 10 / 2013

Pubblichiamo il comunicato del Centro Sociale Rivolta di Marghera dopo l'operazione della polizia che ha coinvolto alcuni esponenti della tifoseria del Venezia, in particolare i ragazzi del Gate22:

Comunicato stampa

Ci sono due realtà che vengono raccontate questa mattina dai giornali. Una è quella costruita dai rapporti di polizia e carabinieri e avallata dalla magistratura, secondo la quale la curva dell' Unione Venezia sarebbe stata, negli ultimi due anni, il campo di battaglia di "opposti estremismi", "rossi contro neri" nella contesa per il controllo sulla tifoseria organizzata.

L'altra è la verità che ciascuno può riconoscere, guardando ai fatti, ai nomi e alle storie delle persone coinvolte e ai materiali sequestrati: bandiere con simboli nazisti che fanno da contorno al corredo di tirapugni, maganelli e lame, da sempre le armi degli infami. E quell' aberrante striscione che inneggia alla strage di migranti a Lampedusa. Con una firma inequivocabile: quella famigerata del "Veneto Fronte Skinheads".

Perché la verità è questa: il tentativo di infiltrazione, come del resto già accaduto in tanti stadi italiani, di un gruppuscolo di neonazisti nella tifoseria dell' Unione Venezia. I nomi sono quelli di Francesco Basile, esponente di Forza Nuova già coinvolto in numerosi episodi di stampo razzista, e dei fratelli Andrea e Marco Miglioranzi, già responsabili dell'odiosa aggressione razzista a un giovane di colore a Pordenone. Un gruppuscolo che ha trovato sulla sua strada la tradizione di una curva, che si è storicamente distinta per le sue iniziative antirazziste, solidali, di critica al calcio mercificato delle pay-tv, e la reazione ferma e decisa di tanti.

Un gruppuscolo che ha anche però incontrato il silenzio compiacente della Direzione della Società, che ha fatto finta di non vedere, e quello di chi, allo stadio, ha sostenuto una "neutralità" che, nei fatti, ha lasciato spazio a queste infiltrazioni nazistoidi. Sappiamo cosa altrove questo abbia significato: propaganda d'odio e il moltiplicarsi di episodi di violenza razzista Vogliamo perciò essere molto chiari: non ci possono essere "equidistanze", non ci può essere alcuna tolleranza per gruppi neonazisti, né sul territorio né in curva. E, allo stesso modo, vogliamo esprimere la nostra incondizionata solidarietà a tutti gli antifascisti coinvolti. Nella nostra città non c'è e non ci sarà mai spazio per i nazisti

Centro Sociale Rivolta