Venice Climate Camp - «Cambiamo il sistema, non il clima».

Dal 4 all’8 settembre, campeggio per il Clima in Italia, al Lido di Venezia

17 / 7 / 2019

Le rovinose grandinate degli scorsi giorni sono solo l’ultimo esempio degli effetti della continua devastazione del nostro pianeta attraverso una serie di pratiche che antepongono il profitto alla salute e alla sicurezza delle persone. Una devastazione denunciata da lungo tempo dai molti movimenti ambientalisti, e per la quale l’interesse e l’attenzione pubblica e mediatica è in continua crescita. A livello internazionale non possiamo non citare Greta Thunberg e il movimento Fridays For Future che in pochi mesi ha fatto scendere in piazza centinaia di migliaia di studenti e studentesse in tutta Europa; a livello nazionale, invece, rimane ancora impressa la portata della manifestazione del 23 marzo a Roma dove comitati, associazioni, o, in altre parole, una marea di 150.000 persone da tutta Italia si sono riunite per combattere per la giustizia climatica e contro le grandi opere. Sì, perchè combattere per il clima non significa solo denunciare tutte quelle pratiche che impattano il pianeta inquinandolo, ma anche sostenere con forza tutte quelle lotte territoriali che da anni si battono contro il diretto intervento umano che devasta i nostri territori: dalla lotta no grandi navi, alla lotta no tav, ai pfas, alla Pedemontana alla Valdastico. 

Quest’anno arriva una novità: a Venezia che verrà organizzato il primo climate camp italiano. L’evento, che si terrà dal 4 all’8 settembre al Lido di Venezia, è stato lanciato dal Comitato No Grandi Navi e da Fridays For Future Venezia/Mestre. La scelta del luogo parla da sé: città costruita sull’acqua, equilibrio tra uomo e natura talmente sottile che ogni minimo cambiamento può avere - e ha già avuto - effetti devastanti sul suo ecosistema e sulla sua stessa esistenza. Come in tanti casi, la risposta politica è temporeggiare, così che la non azione stessa ha effetti potenzialmente devastanti: alle grandi navi è ancora permesso attraversare il canale della Giudecca, mentre miliardi di fondi pubblici hanno devastato il paesaggio - e allo stesso tempo riempito le tasche di politici corrotti - attraverso la costruzione del MOSE. Venezia è sicuramente la sintesi perfetta delle cause e degli effetti del cambiamento climatico, tuttavia il Climate Camp non avrà una dimensione solo lagunare, ma un'ampia, totalizzante ed europea. 

Gli obiettivi del climate camp saranno tanti: l’analisi e la discussione di temi legati al cambiamento climatico, il rafforzamento di una rete tra i tanti e le tante attiviste di tutta Europa, l’approfondimento delle pratiche individuali e collettive che permettono la riduzione del nostro impatto sull’ambiente, e, infine, la denuncia, anche con azioni dirette, dei processi e delle opere che stanno devastando i nostri territori. La discussione e l’approfondimento saranno legati ad una serie di dibattiti e incontri che ruoteranno intorno a tre argomenti principali: grandi opere e capitalismo estrattivo, rifugiati climatici, econtransfemminismi. L’importanza e la centralità dei temi ambientali è ben visibile se si considera non solo l’interconnessione tra tutti gli approfondimenti, ma anche che questi rappresentano, tra l’altro, quei temi che nell’ultimo anno hanno mosso il maggior numero di persone: partecipare a un climate camp non significa solo discutere di come salvare il nostro pianeta, ma anche di come trasformare la società  nella sua totalità. 

Anche la scelta del periodo non è casuale e coincide infatti con i giorni della 72a mostra del cinema di Venezia. D’altronde, quale miglior occasione per dare ancora più risalto ai temi ambientali se non quando le telecamere di tutto il mondo saranno puntate su Venezia? Per sfruttare al meglio tale visibilità è già stata lanciata una manifestazione il 7 settembre, che, non a caso, combacia con il giorno delle premiazioni della mostra del cinema: perché lasciare il tappeto rosso a chi lo ha già calpestato tante volte? “We want the red carpet” è lo slogan con cui è stato lanciato il corteo, e la volontà sarà proprio quella di presentare la vera star di questo momento storico, il protagonista di una problematica per cui ci rimangono meno di undici anni per alterare il possibile finale: il cambiamento climatico.